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Rogowski Atlantia

Autostrade, che cosa succede fra Atlantia e Cdp

Il punto sul dossier Autostrade per l'Italia (Aspi)

Atlantia ritiene insufficiente (di almeno un paio di miliardi) l’0fferta indicativa di Cassa depositi e prestiti e dei fondi Blackstone e Macquarie (intorno ai 9 miliardi), ma non chiude la porta al negoziato. E’ questo in sostanza l’esito del cda della società del gruppo Edizione-Benetton che controlla Autostrade per l’Italia (Aspi).

L’offerta di Cdp per l’88% di Autostrade per l’Italia, insieme ai fondi esteri Blackstone e Macquarie, non è ancora sufficiente per Atlantia. I termini economici e le relative condizioni sono stati infatti giudicati dal cda della holding “non ancora conformi e idonei”. Ma la controllata del gruppo Edizione-Benetton ha deciso comunque di concedere un’altra settimana di tempo a Cdp e ai suoi potenziali partner per un’eventuale nuova offerta vincolante. Nessuna decisione invece sull’assemblea del 30 ottobre, che a questo punto resterebbe confermata, nonostante le richieste di rinvio arrivate da Cdp e dai fondi.

La lettera di offerta preliminare messa a punto da Cdp Equity, Blackstone Group International Partners e Macquarie Infrastructure and Real Assets, deliberata due giorni fa dal cda di Cassa, è stata passata ieri sotto la lente del board della holding (il cui titolo in Borsa ha chiuso a -3,1% a 14,8 euro prima dell’esito del cda).

Il consiglio di Aspi, “pur esprimendo apprezzamento” per l’elaborazione dell’offerta, ha però “valutato i termini economici e le relative condizioni allo stato non ancora conformi e idonei ad assicurare l’adeguata valorizzazione di mercato della partecipazione”.

Tuttavia, pur essendo scaduto (domenica) il periodo di esclusiva, il consiglio ha deciso di “proseguire comunque le interlocuzioni con Cdp e i co-investitori sino al 27 ottobre”. Il board si riconvocherà il giorno successivo, il 28 ottobre, al fine di “valutare un’eventuale nuova offerta vincolante”.

Nell’offerta inviata da Cdp, si prevedeva l’acquisizione dell’88,06% in mano ad Atlantia attraverso un veicolo (BidCo) partecipato da Cdp Equity come primo azionista, insieme ai fondi Blackstone e Macquarie, con il possibile coinvolgimento di altri investitori italiani in un secondo momento.

Cdp proponeva inoltre ad Atlantia di firmare un memorandum of understanding entro il 28 ottobre per definire in dettaglio i principali termini e condizioni dell’operazione, dopo il quale prendersi circa 10 settimane per la due diligence e finalizzare quindi l’offerta definitiva. In quest’ottica veniva quindi chiesto al cda di Atlantia il rinvio dell’assemblea del 30 ottobre per la scissione, operazione “diversa da quella prospettata”.

Cdp equity avrebbe il 40% della newco acquirente di Aspi e i due fondi esteri il 30% ciascuno.

Dal cda di Atlantia, però, non è arrivato alcun rinvio. Ma, secondo quanto ha appreso l’Ansa, se entro il 28 arrivasse da Cdp un’offerta vincolante e il consiglio la ritenesse pienamente soddisfacente, l’assemblea potrebbe a quel punto essere posticipata per il tempo necessario a definire gli accordi. In questo scenario ancora molto fluido, resta intanto alla finestra Toto, che in cordata con Apollo aveva presentato una manifestazione di interesse per Aspi: il gruppo non demorde e, nonostante le serrate trattative tra Cdp e Atlantia, prosegue i contatti con i vertici della holding.

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