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Autostrade

Autostrade, che cosa prevede la transazione fra governo e Benetton

Tutti i primi dettagli sull'esito del consiglio dei ministri su Autostrade e sull'accordo fra governo e famiglia Benetton, perno azionario di Atlantia che controlla Aspi (Autostrade per l'Italia)

Accordo in vista sul dossier Autostrade anche con l’assenso della famiglia Benetton. Ecco i primi dettagli subito dopo la fine di un lunghissimo consiglio dei ministri.

Nessuna revoca, sbandierata da Conte e M5S in particolare per 2 anni, nel frattempo quegli annunci sono stati deleteri per tutti gli azionisti di Atlantia e Autostrade.

Ecco i dettagli.

E’ stato un Consiglio dei ministri infuocato durato circa sei ore e terminato alle 5,30 del mattino del 15 luglio.

Al termine della riunione la famiglia Benetton – perno azionario di Atlantia, la holding che controlla Autostrade per l’Italia (Aspi) – avrebbero accettato tutte le condizioni del governo: il Mit (ministero delle Infrastrutture) e il Mef (ministero dell’Economia e delle Finanze) hanno ora il mandato per definire nel dettaglio l’accordo che prevede l’uscita graduale di Atlantia da Autostrade e l’ingresso di Cdp (Cassa depositi e prestiti, controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze).

La nuova proposta di Autostrade per l’Italia portata sul tavolo dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri (Pd) è stata al centro della discussione e ha causato la sospensione del Cdm per quasi un’ora nel corso della notte.

Il titolare del dicastero del Tesoro infatti insieme alla ministra delle Infrastrutture e trasporti Paola De Micheli ha esposto la proposta al premier Giuseppe Conte.

La discussione separata avrebbe fatto innervosire la responsabile dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, esponente del movimento Italia Viva di Matteo Renzi – critico con una prospettiva punitiva verso Aspi – che ha espresso irritazione per il metodo utilizzato.

Il premier ha mantenuto una linea dura sul dossier Autostrade e ha chiesto che Aspi accetti le condizioni sul tavolo.

Dopo un duro braccio di ferro, il punto di approdo è quella che prevede un’uscita dilazionata nel tempo di Atlantia da Aspi entro un anno, l’ingresso di Cdp e la quotazione della società Aspi in Borsa, sintetizza l’Agi diretta da Mario Sechi.

Si delinea dunque una prospettiva di un azionariato diffuso alto, fino al 50%, in cui potrebbero entrare nuovi soci, abbassando ulteriormente il peso della famiglia Benetton che non dovrebbe superare il 10%, la soglia sotto la quale non c’è la facoltà di esprimere un membro in consiglio.

“Della cordata di investitori che potrebbero affiancare la Cdp, in un aumento di capitale che potrebbe essere nell’ordine dei 3 miliardi di euro, ci sono realtà come il fondo F2i, forse le Poste e altre casse di previdenza – ha scritto Repubblica – E anche il fondo australiano Macquaire avrebbe mostrato un interesse a essere della partita”.

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