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Autostrade, che cosa cambia per Aspi dopo il verdetto di Fitch

Tutti gli effetti anche potenziali della decisione dell'agenzia Fitch sul rating di Aspi (Autostrade per l'Italia). Fatti, numeri, commenti e scenari

Che cosa può succedere davvero dopo la decisione di Fitch di abbassare il rating di Autostrade per l’Italia (Aspi)?
E’ quello che si stanno chiedendo azionisti, obbligazionisti e politici dopo il verdetto dell’agenzia di rating.

CHE COSA DICE ASPI SU DOPO LA DECISIONE DI FITCH

Uno degli effetti lo ha messo in evidenza la stessa società del gruppo Atlantia-Benetton. Il declassamento a ‘junk’ (spazzatura) da parte di Fitch del rating di Aspi, che perde l’investment grade, mette a rischio 2,1 miliardi di euro di prestiti, di cui la Cdp e la Bei potrebbero chiedere la restituzione. E’ quanto ha messo in evidenza Atlantia nella nota con cui, nella tarda serata di due giorni fa ha commentato la decisione dell’agenzia americana di ridurre il rating di Aspi da BBB+ a BB+, unitamente al taglio da BBB a BB di quello sul programma di emissioni da 10 miliardi di Atlantia.

GLI EFFETTI PER CDP E BEI

La riduzione del rating di Aspi da parte di Fitch “unitamente ad analoga azione recentemente presa da un’altra agenzia di rating (Moody’s, che ha tagliato Autostrade per l’Italia (Aspi) a ‘junk’ a inizio gennaio, ndr), potrebbe determinare, come potenziale effetto, la richiesta” da parte della Bei e della Cdp “di prestiti erogati ad Autostrade per l’Italia per un importo di circa 2,1 miliardi di euro, di cui circa 1,8 miliardi garantiti da Atlantia, con conseguente assorbimento di linee di credito di Atlantia e di Autostrade per l’Italia”.

IL COMMENTO DI REPUBBLICA

Ma non è detto che Bei e Cdp davvero chiedano il rimborso anticipato, anzi è possibile che l’ipotesi sia piuttosto improbabile, scrive oggi Repubblica: “Tuttavia, potrebbero chiedere garanzie aggiuntive (per esempio da parte di una banca). Tra il 2020 e il 2023 scadono quasi 5 miliardi di debiti Aspi; a livello di gruppo, oltre alla cassa ci sono 3 miliardi di linee di credito già concesse e non ancora utilizzate. Di sicuro il taglio del rating fa salire il costo dei finanziamenti futuri”.
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