Il presidente Joe Biden accelera sull’auto elettrica, con il freno a mano tirato. Il nuovo inquilino della Casa Bianca è pronto a sostituire l’intero parco auto federale con vetture a batteria, ma impone termini e misure che fanno pensare che la sostituzione non avverrà presto.
Tutti i dettagli.
LE INTENZIONI DI BIDEN
Partiamo dalle intenzioni. Joe Biden vuole sostituire la flotta governativa di 650.000 auto e camion con veicoli elettrici. Una decisione che sottolinea come il neo-presidente eletto ha intenzione di fare sul serio nella lotta ai cambiamenti climatici.
I TERMINI
O forse no. Perché Biden per la sostituzione, scrive Axios, vuole delle vetture alimentate a batteria, prodotte in America, da lavoratori sindacalizzati.
TEMPI PIU’ LUNGHI DEL PREVISTO
Termini che rendono i nuovi acquisti decisamente difficili da effettuare nel breve termine. “Sicuramente non entro i quattro anni di mandato di Biden”, dice Axios. Nessun modello attualmente in commercio soddisfa i criteri del presidente, secondo gli esperti sentiti da Axios.
TESLA ESCLUSA
Anche Tesla, casa auto che vende esclusivamente vetture a batteria, in questo momento, non soddisfa le richieste del nuovo inquilino della Casa Bianca. Tesla produce la stragrande maggioranza dei veicoli elettrici che circolano negli Stati Uniti e tutti i suoi modelli contengono almeno il 55% di parti di fabbricazione americana, secondo i dati federali. Ma in Tesla non c’è sindacato.
E non solo. Il ceo Elon Musk è entrato in conflitto con le leggi federali sul lavoro .
ANCHE GENERAL MOTORS E NISSA ESCLUSE DAL BANDO
Anche Chevrolet Bolt di General Motors, costruito negli Stati Uniti e realizzato dal lavoro sindacale, non è il candidato ideale per la sostituzione del parco auto federale: è realizzato principalmente con parti importate dalla Corea. Solo il 24% del contenuto è domestico.
Anche la Nissan Leaf è esclusa dal bando: è prodotta in Tennessee, ma la fabbrica non è sindacalizzata e solo il 35% delle parti sono americane.