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Fca, ecco dove si producono le auto a diesel che Marchionne vuole rottamare

Numeri, dettagli e preoccupazioni degli stabilimenti che producono motori diesel per Fca nell’articolo di Giusy Caretto L’addio al diesel è un passo obbligatorio per l’industria automobilistica. Le troppe emissioni dal tubo di scarico e gli scandali che si sono susseguiti, coinvolgendo le maggiori case automobilistiche, hanno cambiato per sempre il mercato. E continueranno a farlo.…

L’addio al diesel è un passo obbligatorio per l’industria automobilistica. Le troppe emissioni dal tubo di scarico e gli scandali che si sono susseguiti, coinvolgendo le maggiori case automobilistiche, hanno cambiato per sempre il mercato. E continueranno a farlo. Diverse le case automobilistiche che hanno scelto di modificare i loro piani industriali e finanziari in funzione proprio di questo: il 4 luglio 2017, Volvo ha annunciato che a partire dal 2019 ogni nuova auto sarà dotata di un motore elettrico che la casa automobilistica svedese avrebbe abbandonato definitivamente i motori tradizionali. Anche Toyota, lo scorso anno, aveva annunciato che non ci sarebbe stato (con molta probabilità) nessun nuovo modello con un motore diesel, mentre proprio pochi giorni fa Volkswagen ha annunciato che avrebbe cancellato la tecnologia dalla sua gamma.

Anche Fca seguirà queste orme. Secondo le indiscrezioni del Financial Times, infatti, Marchionne in occasione della presentazione del piano finanziario, a giugno 2018, annuncerà l’addio ai motori diesel dalle auto passeggeri a partire dal 2022 e la novità riguarda tutti i brand della casa: Jeep, Ram, Dodge, Chrysler, Maserati, Alfa Romeo e Fiat.

LE PERPLESSITA’ DEI SINDACATI

Se le indiscrezioni sono state accolte con favore da ambientalisti & co., è vero anche che preoccupano (e non poco) i sindacati. La Fim, la Federazione Italiana Metalmeccanici, si mostra preoccupata “ la messa in sicurezza degli stabilimenti e dell’occupazione”.

“Non abbiano avuto riscontri sulle indiscrezioni giornalistiche del Financial Times della decisione di una “exit strategy” dai motori diesel dal 2022 – si legge in una nota diffusa dall’azienda – Tutte le risposte sulla questione vengono rinviate da FCA al primo di giugno 2018, giorno della presentazione del piano industriale”.

SI ATTENDONO NUOVI PIANI

L’addio al diesel, secondo la Fim, deve essere seguita da “piani che riqualifichino le produzioni assegnando nuove motorizzazioni e nuove attività per salvaguardare occupazione e stabilimenti”.

Probabilmente, Fca virerà in modo più deciso verso l’elettrificazione dei motori e che dunque ci siano già dei programmi che prevedano un passaggio alla produzione di motori ibridi (come già sta facendo Marelli a Bari per i modelli Chrysler).

I NUMERI DI CHI PRODUCE LE AUTO DIESEL FCA

Ma quali sono gli stabilimenti coinvolti dalla possibile decisione di FCA? Sono due i siti di produzione che dedicano il loro lavoro ai motori diesel: FCA Pratola Serra (Avellino) e FCA VM Motori in provincia di Ferrara, che occupano circa 3.000 lavoratori e che hanno prodotto complessivamente nel 2017 461.000 motori.
FCA Pratola Serra (1.800 dipendenti) ha registrato una crescita di produzione del 23% rispetto al 2015, e si prevede un 2018 con un ulteriore aumento dei volumi.
Diversa, invece, la questione di FCA VM (1.200 dipendenti): qui nel 2017 si sono prodotti circa il 56% in meno di motori rispetto al 2015. “Nel 2017 l’utilizzo del Contratto di Solidarietà è terminato e si son stabilizzati circa 100 lavoratori a termine. La previsione per il 2018 è di una ripresa tanto che non si è più ricorso all’utilizzo del CDS, in particolare per le forniture collegate al Ram 1500 considerato un veicolo commerciale”, si legge sul sito della Fim.

DIESELGATE HA AFFONDATO VENDITE AUTO A GASOLIO

Preoccupazioni a parte, dicevamo che il cambio di rotta è comunque un passo obbligato, visto l’andamento del mercato. Il dieselgate ha affondato le vendite dei motori gasolio: in Europa sono calate dell’8% nel 2017, scendendo a una quota di mercato del 43,8%. Per gli anni a venire si prevede che la percentuale scenderà ancora di tanto.

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