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Alitalia, perché le Ferrovie in nessun Paese al mondo controllano una compagnia aerea?

Il post di Gianni Dragoni, giornalista del Sole 24 Ore, sul salvataggio di Alitalia

Alitalia sarà salvata solo con denaro pubblico. Saranno le Ferrovie dello Stato ad acquisire la compagnia commissariata dal 2 maggio 2017, che continua a perdere 1,73 milioni di euro al giorno in media (eccetto il trimestre estivo) e quest’anno, secondo stime, dovrebbe perdere dai 470 ai 500 milioni di euro.

NON ESISTE UN PIANO INDUSTRIALE

Nel governo prevale la linea sostenta dal M5S con il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, che ha spinto perché siano le Fs a rilevare le attività di Alitali. Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha frenato. Ha chiesto al nuovo a.d. delle Fs, Giancarlo Battisti, un manager scelto dai grillini, di fare “interventi industriali e non finanziari”. Non esiste un piano industriale di riorganizzazione di Alitalia.

LA CENA A PALAZZO CHIGI

Ma una riunione ristretta nel governo, una cena svoltasi nei giorni scorsi a Palazzo Chigi, ha consentito – secondo Di Maio – di “trovare la quadra” e dare il via all’intervento delle Ferrovie. “La partnership con Fs è un punto di partenza, poi gli investitori arriveranno perché abbiamo contatti importantissimi”, ha detto Di Maio. Alla domanda se nel capitale entrerà anche il Mef, Di Maio ha risposto: “Abbiamo fatto una riunione con il presidente Conte, il ministro Toninelli, il ministro Tria, con Salvini e me stesso e abbiamo trovato la quadra, quindi si procederà in tal senso”.

IL VICEPREMIER DEL M5S: “PARTNERSHIP CON FS”

“Ci sono tantissimi interessati ad Alitalia, tanti soggetti privati. Quello che noi vogliamo creare con Fs – ha sostenuto Di Maio – è una nuova idea di trasporto e di turismo, io ringrazio veramente l’amministratore delegato Battisti perché ha una visione strategica sia dei flussi turistici sia dell’intermodalità che mette insieme aerei, ferro e gomma e ci consentirà di avere un sistema di trasporto integrato e ci andiamo a prendere i turisti all’estero con il lungo raggio. La partnership tecnica con Fs quindi è un punto di partenza“, ha detto Di Maio.

In realtà i privati interessati alla compagnia non ci sono. Lufthansa si è proposta già in aprile solo per comprare una parte dell’attività di volo, un progetto che lascerebbe da 4mila a 6mila dei 12mila dipendenti in esubero. easyJet ha fatto avance per proporsi per il medio raggio e alimentare la rete di Alitalia, non è chiara quale sarebbe la ricaduta di questo progetto, ci sarebbero comunque migliaia di esuberi. L’americana Delta avrebbe un interesse a sviluppare la joint venture dei voli transatlantici, di cui fanno parte anche Air France e Klm.

UNA DOMANDA A DI MAIO

In attesa che il ministro dell’Economia Tria, cui spetta autorizzare l’intervento delle Fs perché ne rappresenta l’azionista pubblico, trovi la favella e dica la sua, che potrebbe anche non coincidere con le affermazioni del vicepremier grillino, abbiamo una semplice domanda per Di Maio: e ci sono – come sostiene Di Maio – tanti soggetti privati interessati ad Alitalia, perché il salvataggio viene fatto da una società interamente statale come le Fs?

CHI RIMBORSA IL PRESTITO STATALE?

Ps: Il prossimo 15 dicembre i commissari di Alitalia dovrebbero restituire allo Stato il prestito statale di 900 milioni erogato in due tranche più gli interessi maturati, pari a circa 100 milioni, in totale quindi un miliardo. Dove pensano di trovare i soldi visto che a fine settembre la liquidità nelle casse della compagnia, esclusi i depositi in garanzia alla Iata e altri, era pari a 606 milioni e parte di questa liquidità deriverebbe da sconto fatture e altre operazioni sulla cassa pertanto non sarebbe effettivamente disponibile?

Ps 2: Non siamo a conoscenza di alcuna compagnia aerea al mondo in cui ci sia una partecipazione azionaria di una società ferroviaria. Cosa fa pensare che questa idea in Italia possa funzionare?

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Di seguito un aggiornamento tratto da un brano dell’articolo odierno di Dragoni sul Sole 24 Ore

Ferrovie dello Stato sarà «un partner tecnico di Alitalia prima di tutto, poi non è detto che debba metterci chissà quali soldi». Il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha introdotto una variante non da poco nel percorso verso il salvataggio di Alitalia.
Le parole pronunciate ieri mattina dal vicepremier del M5S a Radio24 sembrano alludere a una retromarcia nei programmi per il salvataggio della compagnia. Secondo il ministro i soldi «per il rilancio» verrebbero trovati «sul mercato», in base al piano strategico che Fs farà insieme ad Alitalia. «Poi – ha aggiunto Di Maio – se Fs vorrà avere un ruolo ancora più strategico all’interno della compagnia allora vorrà dire che potrà anche decidere di entrare nell’equity in maniera sostanziosa». L’equity è il capitale.

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