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Perché critico l’ipotesi Ferrovie-Alitalia. Il commento del prof. Giuricin

Davvero il governo pensa a Ferrovie di Stato, Poste o Cdp per dare un futuro ad Alitalia? E non ci sono alternative all'ennesimo intervento statale nella compagnia aerea? Start Magazine inizia una serie di approfondimenti sul tema sentendo Andrea Giuricin, economista esperto di trasporti. Ecco la sua opinione

“Alitalia è una compagnia che non sta sul mercato per inefficienze proprie, anni e anni di pubblico intervento diretto e indiretto. E il piano del governo appesantirà i conti di Cassa depositi e prestiti, di Ferrovie e, quindi, del contribuente italiano”.

E’ questo il commento che Andrea Giuricin, economista esperto di trasporti e intellettuale liberista, affida a Start Magazine il giorno dopo le ultime indiscrezioni che arrivano dal governo.

L’idea dell’esecutivo sarebbe quella di una soluzione tutta italiana, per salvaguardare i posti di lavoro e avere nuovamente una compagnia aerea di bandiera. Niente più 51%, come inizialmente immaginato. Il governo vuole il 100% del gruppo. Lo ha scritto ieri La Stampa. Sarebbe esclusa, per ora, l’opzione di un nuovo bando di gara, che era stato annunciato.

Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo, Luigi Di Maio, ha annunciato:”La compagnia di bandiera deve rimanere italiana”. Per questo i due partiti di maggioranza avrebbero concordato l’ipotesi di creare una “newco” partecipata da aziende pubbliche, a partire in primo luogo dalle Ferrovie Italiane (che ha un nuovo vertice nominato dal governo Conte) e altre aziende statali dei trasporti, ma in ballo c’è anche la partecipazione della Cassa depositi e prestiti (dove il governo Conte ha rinnovato i vertici) e di Poste, ha svelato il quotidiano La Stampa.

Un partner industriale privato non sarebbe invece una priorità, nei piani di Lega e Cinque Stelle andrebbe individuato solo successivamente. Quella sul tavolo è la “soluzione tutta italiana”, di cui ha parlato ieri il sottosegretario del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, Armando Siri (Lega).

Ma il problema, per Giuricin, al di là della bontà o meno di un intervento statale più o meno diretto, è che “Alitalia semplicemente non riesce a reggere la concorrenza”.

Ha scritto l’economista su Next: “Il margine Ebit (Earnings before Interest and Tax) di Alitalia è negativo per oltre 16 punti percentuali. Tra i grandi competitor c’è qualcun’altra compagnia ad avere un Ebit negativo? Assolutamente no. L’unica compagnia che non se la passa troppo bene, ma che comunque vede un EBIT superiore di quasi 20 punti percentuali superiori ad Alitalia è AirFrance-Klm, dove la forza dei sindacati e l’interessamento pubblico (lo Stato ha una quota di minoranza nel vettore) fanno volare molto basso la compagnia”.

Al momento Alitalia perde un milione di euro al giorno, “ma il conto potrebbe aumentare visti i piani del Governo di nazionalizzare e fare crescere la compagnia sotto le “ali di Stato””, commenta Giuricin.

A queste perdite giornaliere, che la compagnia può sostenere solo perché il Governo precedente ha approvato un prestito ponte di 900 milioni di euro (sempre il contribuente paga), “bisogna aggiungere – ha ricordato Giuricin – i quasi 10 miliardi di euro bruciati dal 2008 ad oggi tra bancarotte della compagnia, cassa integrazione speciale per dipendenti ritenuti speciali e tanti altri soldi pubblici finiti nel buco nero di Alitalia”.

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