Il prestito-ponte è stato utilizzato o meno da Alitalia? E se sì, quanto?, e come? E c’è davvero un interesse di Lufthansa per Alitalia?
Sono alcune delle domande, in parte ancora senza risposte precise, che circolano anche anche dopo l’approvazione oggi in consiglio di amministrazione della proroga dei termini per la vendita Alitalia e anche del termine per la restituzione del prestito.
Ecco il punto su Alitalia fra decreto del governo, numeri in bilico e intenzioni tutte da delineare di Lufthansa per l’ex compagnia di bandiera italiana viste le parole odierne del direttore finanziario del vettore tedesco.
LE PAROLE DI CALENDA
“Vendita Alitalia? Il decreto è molto semplice, spostiamo i termini per la vendita a fine ottobre e al 15 dicembre spostiamo il termine per la restituzione del prestito”, ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, al termine del consiglio dei ministri di oggi.
IL GOVERNO E I COMMISSARI
Calenda si è poi dilungato sull’operato dei commissari Alitalia guidati da Luigi Gubitosi: “Certo che il Governo può dare mandato ai commissari di entrare in negoziazione esclusiva, ma c’è un punto, ed è che quando gli investitori si ingaggiano con un governo che è in una situazione particolare, qui non si tratta tanto e solo di un tema di rispetto istituzionale nei confronti delle forze politiche, ma anche di praticabilità oggettiva di una cessione di Alitalia in una situazione in cui non c’è una visibilità sulle opinioni del governo”.
DOSSIER PRESTITO PONTE
Ma come e quanto sia stato utilizzato da Alitalia il prestito ponte deciso dal governo per la compagnia di bandiera? Calenda è sicuro: “I commissari hanno bene operato, il prestito ponte e’ sostanzialmente intatto”, ha detto il ministro dello Sviluppo economico al termine del consiglio dei ministri.
L’ANALISI DEL SOLE
“Se davvero il prestito statale «non è stato sostanzialmente intaccato», Alitalia avrebbe un modo molto semplice di dimostrarlo: restituire i soldi”, ha scritto oggi Gianni Dragoni del Sole 24 Ore che ha ripercorso date e numeri del recente sostegno statale.
Ecco l’analisi di Dragoni: “Alcuni dati si rintracciano però nel «Programma» dei commissari, datato 26 gennaio 2018, pubblicato il 12 aprile. Nella loro relazione si legge che all’avvio dell’amministrazione straordinaria Alitalia era in «uno stato di gravissima tensione di liquidità», le disponibilità liquide al 28 aprile 2017 erano «pari a 74 milioni e le proiezioni avevano stimato che tale disponibilità si sarebbe con elevata probabilità esaurita tra il 5 e il 12 maggio 2017». La Iata – scrivono i commissari – il 26 aprile 2017 aveva chiesto ad Alitalia di versare un deposito cauzionale di 118 milioni per continuare a partecipare ai sistemi di pagamento, altrimenti la compagnia non avrebbe più potuto vendere biglietti.
Alitalia il 1o maggio 2017 ha versato 30 milioni a Iata e si è impegnata a versare gli altri 88 milioni entro cinque giorni dal commissariamento.
I commissari hanno subito chiesto «l’erogazione in via anticipata ed urgente di (…) 240 milioni» del prestito, avvenuta il 5 maggio. «Un secondo utilizzo del finanziamento, (…) pari a 360 milioni, è stato erogato nel mese di ottobre 2017». «In data 15 gennaio 2018 è stata erogata l’ultima tranche del prestito statale per 300 milioni».
I commissari concludono: «Attualmente, la società ha beneficiato della disponibilità di un prestito ponte da parte del Mise pari a euro 900 milioni, ad oggi interamente erogato, di cui 103 milioni depositati presso Iata ed i restanti 800 milioni impiegati da Alitalia ed Alitalia Cityliner per esigenze di cassa a supporto del business».
Quest’affermazione sembra diversa dal dire che il prestito «non è stato sostanzialmente intaccato». Alitalia ha precisato al Sole 24 Ore che «il prestito ponte è ancora sostanzialmente nella disponibilità della compagnia, intendendo con ciò che l’ammontare di liquidità disponibile è equivalente all’ammontare del prestito erogato dal governo. Ciò tuttavia non significa che il prestito non sia stato (e non sarà in futuro) utilizzato per esigenze di cassa a supporto dell’operatività»”.
LE CONDIZIONI DI LUFTHANSA
Tutti gli addetti ai lavori ora seguono mosse e intenzioni delle cordate interessate ad acquisire tutto o in parte la compagnia aerea. Significative le parole oggi del capo azienda di Lufthansa, per nulla entusiasta di acquisire la società così com’è. A Lufthansa interessa una eventuale acquisizione di Alitalia solo se la ex compagnia di bandiera italiana sarà profondamente ristrutturata, ha detto senza tanti giri di parole il direttore finanziario del vettore tedesco, Ulrik Svensson, secondo quanto riporta il sito di Reuters. “Nella situazione in cui Alitalia sembra oggi per noi non c’è assolutamente alcun interesse”, ha affermato Svensson, passando la palla all’Italia.
LE PAROLE DI SVENSSON
Il capo delle finanze della società tedesca ha anche spiegato e delimitato il perimetro e le condizioni dell’interesse del gruppo: “Come abbiamo detto molte volte, il mercato italiano è molto importante per noi, è il secondo più importante dopo gli Stati Uniti”, ha chiarito Svensson. “Abbiamo consegnato un concept paper, è importante sottolineare che non è un’offerta è un concept paper di un’Alitalia molto diversa che potrebbe apparire con costi inferiori e un numero inferiore di aerei e persone”. Il direttore finanziario ha però precisato che “questo concetto dovrà essere valutato dalle autorità italiane, ma senza un governo penso che si impiegherà molto tempo a far capitare qualcosa da quel lato”.
LO SCENARIO TEDESCO PER L’ITALIA
Ma quali sarebbero gli effetti per Alitalia se fosse acquistata da Lufthansa? E sugli scali italiani? A delineare scenari su questo fronte è stato Paolo Stefanato del Giornale: “Alitalia al Nord è poco presente con voli intercontinentali ed è difficile che questa offerta possa essere ridimensionata, anche perché a Malpensa molte concorrenti sono pronte ad afferrare nuove opportunità di mercato; a cominciare dai «big three» del Golfo, per continuare con Air Italy (ex Meridiana) pronta a nuovi collegamenti senza scalo”, ha scritto il giornalista esperto di trasporti: “Piuttosto, con l’acquisizione del ricco portafoglio di slot di Alitalia, Lufthansa potrebbe valorizzare le linee di feederaggio da Linate verso il suo hub di Francoforte; ciò anche se l’Antitrust imponesse qualche ridimensionamento (oggi Az ha il 60% degli slot nell’aeroporto)”. Pessime le prospettive per Fiumicino in caso di approdo tedesco per Alitalia: Altro discorso per Fiumicino, che in un gruppo «multihub» rischierebbe di risultare depotenziato se non marginale”.