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Alitalia, come sta nascendo l’accrocchio fra Tesoro, Ferrovie, Cdp, Poste e Atlantia

Che cosa ha deciso il consiglio dei ministri su Alitalia e come si stanno muovendo Ferrovie, Cdp, Poste e non solo

 

Nel decreto crescita approvato ieri notte in consiglio dei ministri sono state inserite norme che “definiscono le modalità di ingresso del Ministero dell’economia e delle finanze nel capitale sociale della newco “Nuova Alitalia”. E’ quanto si legge in una nota della presidenza del Consiglio.

Sono state superate, dunque, le parole del recente passato del titolare del Mef, Giovanni Tria, che aveva escluso la partecipazione diretta del Tesoro nella nuova compagine azionaria della compagnia aerea.

CHE COSA HA DECISO IL CDM SU ALITALIA

La misura del provvedimento – secondo le intenzioni dell’esecutivo – cancellerebbe, dopo tre proroghe, il termine del 30 giugno per la restituzione del prestito ponte (da 900 milioni) e consentirebbe l’ingresso del Tesoro usando i proventi degli interessi sul prestito. Il Tesoro potrebbe così entrare nella newco con una quota del 15%, che andrebbe ad aggiungersi al 30% di Fs e al 10-15% di Delta.

IL TWEET DELL’ECONOMISTA GIURICIN

I NODI DA SCIOGLIERE PER ALITALIA

Il nodo, però, è il restante 40% per il quale in questi mesi è stata condotta una caccia a possibili partner, dalle partecipate italiane (da Cdp a Fincantieri) ai possibili soci industriali stranieri (China Eastern).

IL RUOLO DI ATLANTIA DEI BENETTON

Sfumate tutte le varie ipotesi, sul tavolo sarebbe rimasta solo la soluzione del partner di mercato come lo definisce la maggioranza, ovvero Atlantia, il gruppo dei Benetton che controlla Autostrade per l’Italia e Adr (Aeroporti di Roma).

LE PAROLE DI CASTELLUCCI

Ma la posizione della società, che per settimane ha fatto capire di non essere interessata, è stata confermata ufficialmente nei giorni scorsi in assemblea: “Abbiamo talmente tanti fronti aperti che aprirne un altro in più, particolarmente complesso, non ce lo possiamo permettere”, ha detto l’amministratore delegato Giovanni Castellucci.

DO UT DES?

Non è però da escludere che le cose possano cambiare se dal governo arrivassero aperture su qualcuno dei dossier su cui si confrontano da mesi Autostrade e il ministero dei Trasporti retto da Danilo Toninelli (M5S): dalla procedura di revoca della concessione (che dovrà rispondere al Mit entro il 3 maggio), ai progetti per 4,9 miliardi che Aspi potrebbe far partire entro l’anno ma su cui manca l’ok del Mit, fino ai nuovi modelli tariffari proposti dall’Autorità dei trasporti e sui cui Aspi e Aiscat hanno annunciato critiche e ricorsi a raffica (qui l’approfondimento di Start Magazine).

La Cdp dovrebbe intervenire indirettamente tramite il fondo QuattroR partecipato dalla Cassa depositi e prestiti con Inai, Poste e Vita e Cassa Forense (qui approfondimenti e indiscrezioni di Start Magazine).

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