Fca, Bmw ed Intel hanno firmato un memorandum per lo sviluppo della piattaforma tecnologica per l’auto a guida autonoma
E’ corsa alla guida autonoma. Ed anche Fca, la casa automobilistica italo-americana, ha deciso di giocare la sua partita. Mentre a Google, negli scorsi mesi, ha fornito la Fiat Pacifica per la realizzazione della vettura senza conducente di Waymo (controllata di Google), ora pare fare ancor di più sul serio, impegnandosi, insieme a Bmw e Intel, allo studio di una piattaforma per la guida autonoma di livello 3 e 4. Ma andiamo per gradi.
sei livelli di auto a guida autonoma
Dicevamo, qualche auto a guida autonoma è già su strada. Tesla ha già installato nelle sue vetture il sistema auto-pilot che prende il controllo dell’auto sotto stretto controllo del conducente. Ma le vere driverless car non sono ancora in mano agli uomini comuni, servono nuove regole e nuove infrastrutture.
La SAE – Society of Automotive Engineers (ente internazionale di normazione nel campo dell’industria aerospaziale, automobilistica e veicolistica) ha stabilito sei livelli di guida autonoma.
Livello 0. Si tratta di auto dotate di sistemi di sicurezza che ci avvertono di alcuni aspetti della guida e di certe condizioni della strada, ma che in nessun caso possono prendere il controllo dell’auto.
Livello 1. In questa categoria rientrano le auto dotate almeno del sistema di mantenimento della corsia, ovvero di un sistema che interviene con piccole correzioni dello sterzo per mantenere l’auto in corsia, e di controllo della velocità adattivo.
Livello 2. Si tratta di auto dotate di sistemi che permettono al guidatore di togliere le mani dal volante momentaneamente, senza però che distolga l’attenzione dalla strada.
Livello 3. La vettura procede autonomamente, senza intervento umano, su tratti stradali mediamente controllati come autostrade e superstrade. Il sistema di guida autonoma in questo caso deve essere attivato espressamente dal guidatore, che deve prestare sempre attenzione.
Livello 4. L’auto può fare a meno dell’attenzione del guidatore, ma solo quando la vettura può contare su tutte le informazioni necessarie sull’ambiente circostante e sul percorso. Si tratta del livello dei modelli più avanzati attualmente in fase di prove, come quelli ad esempio di Google e Uber.
Livello 5. Nessun prototipo ancora di vetture di questo tipo: il veicolo non dipende in nessun caso dall’intervento umano e i passeggeri a bordo dell’auto possono disinteressarsi completamente del percorso.
L’accordo Fca – Bmw – Intel
Ed ora scendiamo nei particolari del memorandum per lo sviluppo della piattaforma tecnologica per l’auto a guida autonoma tra Fca, Bmw e Intel. La casa automobilistica italiana entra nel consorzio Bmw-Intel, impegnandosi nello studio del software e nell’applicazione della tecnologia di livello 3 e 4 su un primo gruppo di 40 auto a guida autonoma, entro la fine del 2017.
Il consorzio era nato lo scorso anno, nel luglio del 2016. I due colossi sono al lavoro lla tecnologia di guida autonoma di livello 3. L’ingresso della casa di Torino nel consorzio è dovuto alla sua esperienza nel mercato del NordAmerica, dove registra “significativi volumi di vendita”, si legge in una nota diffusa da Fca.
Fca “beneficerà direttamente delle sinergie e delle economie di scala che sono possibili quando le aziende si alleano con una visione e un obiettivo comuni”, ha commentato l’accordo l’ad Sergio Marchionne.
La veloce avanzata tecnologica, guidata da Google (ed Fca)
Primo fra tutti a pensare che un’auto potesse guidarsi da sola è stata Google. E se è vero che negli anni numerose aziende come Uber, Baidu, Ford ed Apple si sono lanciate nel settore, è vero anche che Big G. resta avanti, nei test e nella diffusione.
Waymo, divisione automotive di Alphabet (casa madre di Google) ha deciso di portare le sue auto a guida autonoma su strada, a servizio dei cittadini. Il programma parte dalla città di Phoenix, in Arizona, dove una flotta composta da 500 nuove Chrysler Pacifica (fornite da Fca) equipaggiate con il sistema autonomo è pronta a trasportare tutti coloro che lo desiderino. Si, chiunque potrà effettuare una richiesta tramite le pagine del sito ufficiale e chiedere di essere portato a destinazione, sperimentando così l’esperienza di un viaggio in modalità self-driving. Un un sistema centralizzato riceverà le richieste degli utenti, tra cui la posizione dove l’auto deve recarsi per prendere il passeggero, verificherà se il tragitto da compiere è del tutto sicuro per la modalità self-driving, suggerirà eventualmente un punto di partenza o di arrivo diverso, e sceglierà il percorso migliore da intraprendere.
La normativa vigente, però, non permette ancora all’auto a guida autonoma di guidare in completa autonomia. Ed è per questo che a bordo delle ibride plug-in Chrysler Pacifica saranno presenti ingegneri in grado di prendere in ogni momento il controllo manuale del veicolo se necessario.
Quanto vale il mercato dell’auto a guida autonoma?
Le driverless car potrebbero rappresentare una grande occasione per la crescita europea. Secondo uno studio indipendente “Liberare le strade: definire il futuro delle auto a guida autonoma”, commissionato da Nissan Europa al think tank Policy Network, infatti, le auto a guida autonoma incrementeranno dello 0,15% il tasso di crescita annuo europeo nei prossimi decenni, per una crescita complessiva del Pil europeo che nel 2050 sarà del +5,3% rispetto ai valori attuali.
Secondo lo studio, tra 33 anni le self driving car avranno contribuito al Pil della Ue a 27 Stati per 17 trilioni di euro.