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Compagnie Petrolifere

Idrogeno per una nuova mobilità. Scenario

L’idrogeno può essere il fulcro di una nuova mobilità sostenibile a partire dall’utilizzo dell’energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. Ecco in quale scenario ci muoviamo. Due delle tematiche maggiormente dibattute nell’ambito della sostenibilità energetico – ambientale sono la mobilità sostenibile e l’utilizzo di accumulatori di qualsiasi genere per immagazzinare l’energia prodotta da fonti rinnovabili nei…

Due delle tematiche maggiormente dibattute nell’ambito della sostenibilità energetico – ambientale sono la mobilità sostenibile e l’utilizzo di accumulatori di qualsiasi genere per immagazzinare l’energia prodotta da fonti rinnovabili nei momenti di mancata produzione per ordini di dispacciamento. Molto brevemente, l’energia elettrica generata da fonti rinnovabili può essere infatti utilizzata a richiesta per la produzione di idrogeno ed ossigeno partendo da acqua, grazie all’utilizzo di una cella elettrolitica o elettrolizzatore. Per mezzo di una cella a combustibile (fuel cell) sarà poi possibile utilizzare nel modo più efficiente e performante l’idrogeno precedentemente prodotto e stoccato, convertendo tramite elettrolisi inversa l’energia chimica in energia elettrica senza l’intervento intermedio di un ciclo termico, e quindi con rendimenti di conversione decisamente migliori rispetto a quelli delle macchine termiche convenzionali.

Tra i possibili utilizzi, le fuel cells sono presenti nelle macchine ad idrogeno, considerate tra le soluzioni all’avanguardia per ridurre le emissioni di gas climalternati connesse ai trasporti ed alla mobilità.

Al riguardo, l’associazione Italiana H2IT (Italian Association for Hydrogen and Fuel Cells) ha organizzato (…) un’iniziativa chiamata “Riunione di brainstorming sulla proposta di avvio dell’Iniziativa Italiana per la Mobilità a Idrogeno (InIMI)” mirata all’elaborazione di una proposta, condivisa con i principali portatori di interesse per la mobilità sostenibile basata su idrogeno e celle a combustibile, che possa essere poi recepita a livello nazionale come parte del documento strategico che la Direttiva europea 2014/94/UE sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi menziona all’articolo 11 come obbligatoria per gli stati membri entro il 18 novembre 2016.

tram a idrogeno
tram a idrogeno

L’iniziativa italiana per la mobilità ad idrogeno parte quindi dal basso per affrontare tutti i requisiti tecnici, finanziari e regolamentari al fine di consentire lo sviluppo di una rete adeguata di infrastrutture di rifornimento di idrogeno entro il 2025, come indicato dalla stessa Direttiva. Al contrario dell’Italia, molti paesi europei come Francia, Germania, Regno Unito, Svezia, Norvegia, Lettonia, Danimarca, Polonia, Svizzera Austria, Paesi Bassi, Belgio e Finlandia, hanno già adottato o stanno elaborando piani per lo sviluppo delle infrastrutture di rifornimento a idrogeno. Difatti, come esplicita la Direttiva 2014/94/UE, i veicoli a motore alimentati a idrogeno presentano al momento tassi di penetrazione del mercato molto ridotti e conseguentemente la costruzione di una sufficiente infrastruttura di rifornimento per l’idrogeno è ritenuta essenziale per rendere possibile una diffusione degli stessi su larga scala.

L’ANEV è tra i portatori di interesse invitati che hanno aderito all’iniziativa. Difatti, l’Associazione di categoria dell’energia del vento è interessata allo sviluppo di strategie innovative di applicazione del cosiddetto Power To Gas che sfrutti la mancata produzione eolica derivante dagli ordini di dispacciamento finalizzata alla generazione di idrogeno rinnovabile, da stoccare ed utilizzare per la mobilità sostenibile o per impianti di cogenerazione ad idrometano.

Al riguardo, la Germania è uno dei paesi europei più all’avanguardia, mentre in Francia, similmente a quanto avviene in Italia, le celle a combustibile non rientrano tra le tecnologie supportate dal disegno di legge sulla Transizione Energetica. Tuttavia, in mancanza di sostegno politico, un consorzio privato ha comunque adottato un piano di sviluppo nazionale che ha coinvolto, tra gli altri, il Ministero dell’Ecologia, dello Sviluppo Sostenibile e l’Energia.

Guardando ai paesi extraeuropei, si pensa che le vetture a idrogeno circolanti solo in Giappone dovrebbero arrivare a circa un milione entro il 2025, affiancate da circa un migliaio di stazioni di rifornimento. Tornando in Italia, l’argomento sarà trattato anche il prossimo Dicembre a Napoli, dove si terrà la Conferenza internazionale EFC15 (The European Fuel Cell Technology & Applications – Piero Lunghi Conference) in cui verrà analizzato lo stato dell’arte internazionale delle celle a combustibile fornendo scenari a medio e lungo termine sui margini di ricerca e sviluppo, sulle opportunità di mercato e sulle politiche energetiche globali.

In definitiva, come assicurato anche dall’IEA (International Energy Agency), che stima in circa 60 miliardi di euro a livello globale entro il 2030 il giro d’affari di questo settore e che considera al 2050 circa 40 milioni di autovetture ad idrogeno nei quattro principali paesi europei (Italia inclusa), anche nel nostro paese, soprattutto a valle della Direttiva europea sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi, l’utilizzo dell’idrogeno rappresentare sicuramente una delle possibili soluzioni sia per lo storage dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili che per l’incentivazione di una mobilità sostenibile a zero emissioni di CO2.

Davide Astiaso Garcia

Questo articolo è tratto dall’ultimo numero de il Pianeta Terra che puoi scaricare cliccando qui

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