skip to Main Content

Ettore Jorio Calabria Sanità

Vi svelo il disastro contabile della sanità in Calabria. Parla il prof. Jorio

Che cosa ha detto in audizione alla Camera Ettore Jorio, avvocato e professore all'Università della Calabria di Diritto civile della sanità e dell’assistenza sociale, esperto di bilanci delle aziende sanitarie

 

Il governo è a lavoro sul decreto Calabria bis. Un decreto che proroga, fino a 3 anni, il commissariamento della sanità regionale.

Di fatto un commissariamento del commissariamento.

Ed è per questo che Ettore Jorio, professore di Diritto civile della sanità e dell’assistenza sociale, presso l’Università degli Studi della Calabria, e avvocato esperto in diritto amministrativo e diritto sanitario, chiede, in audizione presso la Commissione Affari Sociali alla Camera dei deputati, cosa “debba avvenire allorquando questi inadempimenti – per esempio, registrati negli ultimi undici anni in Calabria – vengano riconosciuti ed esclusivamente ricondotti in capo al sostituto del Governo”. Andiamo per gradi.

IL PROVVEDIMENTO

Allo studio del governo la bozza del nuovo decreto Calabria con il quale si punta a sostituire il decreto 35/2019, varato dall’ex ministro della Salute Giulia Grillo (M5S) ed in scadenza in questi giorni. Secondo il provvedimento, al Commissario ad Acta sono affidate non solo le attività di gestione tecnico-amministrativa, le funzioni di programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale finalizzate alla tempestiva attuazione del Programma Operativo 2019-2021 e del piano di rientro dai disavanzi sanitari, e le procedure di appalto superiori alle soglie di rilevanza comunitaria, ma anche le funzioni di responsabile della Gestione Sanitaria Accentrata.

UN PROVVEDIMENTO PREGIUDIZIEVOLE

Tale provvedimento, secondo l’esperto Ettore Jorio, è però “ulteriormente pregiudizievole per la mia Calabria”.

DUBBI DI INCOSTITUZIONALITA’

E non solo. Sul Dl 150 possono “essere eccepite questioni di legittimità costituzionale che saranno verosimilmente opposte dalla Regione Calabria con conseguente riesame della Consulta”, spiga Jorio riferendosi “a numerosi articoli, per l’appunto, della Costituzione, più precisamente agli articoli 5 (autonomia), 81, 97 comma 1 (equilibrio), 117 comma 3 , 119 comma 1, 120 comma 2, 121 comma 2, in relazione prioritariamente agli articoli 1, 2, 3, 4 e 7 del D.L. in esame”.

“E’ di certo violato il principio di leale collaborazione, considerato l’esercizio di imperio assoluto che il Governo pone in essere nei confronti dell’esercizio delle politiche sanitarie calabresi, limitandosi a una serie di affermazioni collaborative, dimostrative di una pericolosa superficialità”, aggiunge Jorio.

LE RESPONSABILITA’ DEL GOVERNO

Tralasciando i dubbi, però. Se è certo che una regione che non assolve i propri obblighi può essere commissariata, quale provvedimento bisognerebbe adottare nel caso in cui tali obblighi non vengano assolti dal sostituto del Governo, come accaduto in Calabria?

“Il quesito che ho necessità di rimetterVi è cosa debba avvenire allorquando questi inadempimenti – per esempio, registrati negli ultimi undici anni in Calabria – vengano riconosciuti ed esclusivamente ricondotti in capo al sostituto del Governo. Al riguardo, quale sarebbe lo strumento occorrente per ripristinare i LEA e la sostenibilità di bilancio, se non quello di un Governo che debba commissariare se stesso, atteso che neppure il suo potere di controllo è stato esercitato in modo efficiente ed efficace?”, si chiede Jorio.

COSA SI E’ SBAGLIATO NELLA SANITA’ IN CALABRIA

Ma cosa i vecchi commissari hanno sbagliato? I cinque predecessori, in 11 anni di servizio, non sono mai riusciti a portare avanti i propri compiti “per incapacità a predisporre gli atti di concreta programmazione” e non sono riusciti “a mantenere tese le redini della gestione dei conti, tanto da avere prodotto un disavanzo in progressiva crescita, una emigrazione sanitaria in inaudito incremento (l’ultimo di 320 milioni) e la mancata approvazione dei bilanci, finanche per cinque esercizi 4 consecutivi, rendendo così impossibile anche la corretta definizione del bilancio consolidato della Regione”, spiega il professore.

QUALI I DOVERI DEL NUOVO COMMISSARIO DELLA SANITA’ IN CALABRIA

E da premesse, anche quello che si chiede al nuovo commissario sarà di difficile attuabilità.

Nel Dl 150, “quanto ai tempi assegnati per gli adempimenti” ci sono “le solite contraddizioni e previsioni errate”.

“Il Commissario straordinario dovrà nominare, come da articolo 2, entro trenta giorni, i commissari straordinari preposti alle Aziende” spiega Jorio. “Una figura illusoria, questa, che contraddice di fatto le regole fissate dal d.lgs. 502/92, che prevedono a capo delle ASP e delle AO dei manager, con contratti della durata minima di tre anni, cui affidare tutta la gestione aziendale nell’esercizio dell’attività tipica dell’imprenditore. In quanto tale capace di fare delle scelte, ovviamente differenziate per territorio, per garantire i LEA alla popolazione di competenza, nonché di condurle all’insegna del principio dell’equilibrio economico”.

“Impossibile da rispettare a meno che non si ricorra ai soli atti ciclostilati e copiati da una generazione all’altra”, anche la richiesta dell’adozione “da parte dei nominati Commissari straordinari, degli atti aziendali entro sessanta giorni, da approvare definitivamente a cura del Commissario ad acta. Addirittura anche di quei bilanci che, in alcune Aziende, mancano dal 2013”.

LE RISORSE

Il professore Jorio è anche critico sul fronte delle risorse: “Da approvare definitivamente a cura del Commissario ad acta. Addirittura anche di quei bilanci che, in alcune aziende, mancano dal 2013”.

E ancora: sono “incomprensibili quei 15 milioni di euro messi verosimilmente a disposizione degli advisor per certificare i bilanci regionali, piuttosto che essere destinati alla indispensabile rilevazione del fabbisogno epidemiologico sul quale rifondare l’intervento commissariale”.

Back To Top