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Pfizergate

Tutte le novità sul vaccino Pfizer anti Covid negli Stati Uniti

L'Fda (Food and Drug Administration), l'ente americano che autorizza la commercializzazione dei farmaci, ha dato il via libera d'emergenza al vaccino Pfizer-BioNthec contro il coronavirus negli Usa. I fatti, le prossime tappe negli Stati Uniti e il commento degli esperti

 

“Autorizzo l’uso di emergenza del vaccino Pfizer-BioNTech per la prevenzione del COVID-19”: così il capo degli esperti della Fda, Denise Hinton, ha comunicato la decisione dell’agenzia alla direzione della Pfizer. La decisione apre la strada alla distribuzione del vaccino in tutto il Paese.

“Abbiamo già cominciato a spedire i vaccini in ogni Stato”, ha detto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump in un video su twitter, aggiungendo che saranno i governatori a decidere chi riceverà per primo il farmaco nei loro Stati.

I PAESI CHE HANNO APPROVATO IL VACCINO PFIZER ANTI COVID

Gli Stati Uniti sono il sesto Paese ad approvare il vaccino Pfizer-BioNTech dopo Gran Bretagna, Bahrein, Canada, Arabia Saudita e Messico.

CHE COSA SUCCEDE ORA NEGLI STATI UNITI

Con l’approvazione d’urgenza della Food and Drug Administration del vaccino Pfizer-BioNtech contro il coronavirus, l’immunizzante dal Covid potrà essere somministrato da lunedi’ a tutti i cittadini dai 16 anni in su. A ogni persona verranno somministrate due dosi, a distanza di tre-quattro settimane l’una dall’altra.

LE PROSSIME TAPPE PER IL VACCINO DI PFIZER

Secondo il Wall Street Journal, il piano sanitario prevede che i primi ad aver accesso al vaccino da questo mese saranno i 21 milioni del personale sanitario e i tre milioni di anziani che vivono nelle residenze assistite. Da gennaio, se i tempi verranno rispettati, tocchera’ a una seconda fascia di cittadini, con un bacino di circa 87 milioni di persone che rientrano nella categoria dei lavoratori essenziali, oltre a quelli della sanità. La terza fascia della popolazione dovrebbe accedere al vaccino da marzo: riguardera’ circa 100 milioni di adulti con patologie pre-esistenti ad alto rischio, dei quali 53 milioni di cittadini dai 65 anni in su. Pfizer ha pianificato di distribuire circa 25 milioni di dosi entro la fine dell’anno, un numero potenzialmente sufficiente per 12,5 milioni di persone visto che il vaccino richiede due dosi.

IL POST DI SILVESTRI

“Questa è una grande notizia per l’America, per la scienza, e per l’umanità intera. Da lunedì quindi partiamo con una missione di grande difficoltà logistica ma importanza storica straordinaria, con i primi tre milioni di dosi pronte per l’uso”. Così il virologo Guido Silvestri, professore alla Emory University di Atlanta, commenta su Facebook il via libera dell’agenzia americana Fda all’uso di emergenza del vaccino Pfizer-BioNTech per Sars-CoV-2. “E se tutto va bene la settimana prossima tocca a quello di Moderna“, aggiunge.

“In questo momento, che io avevo preannunciato da mesi (“il virus non ha speranza”, ricordate?), il mio più grande ringraziamento va agli inventori di questo vaccino (a partire dalla grande Katalin Kariko e dal mio vecchio amico Drew Weissman) – sottolinea Silvestri – a tutti i volontari che hanno partecipato allo studio clinico (tra cui anche diversi collaboratori e membri del mio dipartimento); ed ai medici, infermieri, laboratoristi e personale sanitario tutto che hanno eseguito i trial clinici (con la mia Emory in primissima fila). Mai come adesso, vi confesso – conclude – mi sono sentito così orgoglioso e felice di aver dedicato la mia vita alla medicina, alla scienza, ed allo studio dei virus e dei vaccini”.

IL COMMENTO DI GARATTINI

“Bene che sia arrivato l’ok dell’Fda all’uso di emergenza del vaccino Pfizer-BioNTech, ma la strada è ancora lunga e serviranno molti sacrifici per evitare i decessi che sono ancora alti. Questa notizia non deve essere un rompete le righe. Altrimenti avremmo sprecato tanti sforzi”. Lo evidenzia all’Adnkronos Salute Silvio Garattini, farmacologo e presidente dell’Istituto Mario Negri di Milano.

“E’ abbastanza chiaro che questo vaccino è certamente efficace nel diminuire la presenza della malattia Covid-19 – aggiunge Garattini – Dovremmo capire quanto durano la presenza degli anticorpi e la risposta immunitaria. Sono noti anche gli effetti collaterali e sembrano essere quelli già presenti anche per altri vaccini. Come ha stabilito già il governo inglese servirà anche da noi un monitoraggio di 24 mesi sulla vaccinazione”.

Secondo il farmacologo “ora è importante che l’Italia si faccia trovare pronta perché, non dimentichiamo, questo è un vaccino molto sensibile e va conservato a temperature bassissime. Inoltre ha necessità di diverse manipolazioni prima di essere somministrato – conclude – quindi anche i medici e gli infermieri che saranno assunti per la vaccinazione dovranno essere formati su questo”.

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