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Cina Russia Vaccini SputnikV

Vaccini anti Covid, ecco come Cina e Russia gareggiano con gli Stati Uniti

Che cosa cela l'attivismo di Russia e Cina nei vaccini anti Covid. L'articolo di Giuseppe Gagliano

 

La pubblicazione da parte della rivista medica The Lancet dei risultati relativi al vaccino Sputnik V indica che il vaccino ha un tasso di efficacia di quasi il 92% contro il Covid-19.

L’articolo di Lancet si basa su un’analisi provvisoria di un processo che coinvolgeva quasi 20.000 persone in Russia.

Le dosi russe, sviluppate dall’Istituto Gamaleya di Mosca, sono state commissionate da diversi paesi perché gran parte della fornitura globale di altri vaccini è di fatto riservata alle nazioni ricche. E ciò naturalmente sta creando un vantaggio competitivo della Russia nei confronti dei paesi occidentali.

Se in un primo momento lo sviluppo del vaccino russo era stato criticato per la mancanza di trasparenza dei dati e di precisione, i risultati che sono stati riportati dalla rivista Lancet dimostrano invece che questo vaccino può considerarsi valido e che di conseguenza andrà ad affiancarsi agli altri vaccini esistenti sul mercato globale.

Ora, anche se la cosiddetta revisione tra pari di Lancet non metterà in discussione la capacità di attuare una efficace soft power da parte russa, tuttavia potrebbe far cambiare idea ad alcuni paesi europei soprattutto a causa dei ritardi nelle consegne da parte di altri produttori. Infatti l’Ungheria ha optato per il vaccino russo firmando un accordo per 2 milioni di dosi.

Mosca e Pechino hanno infatti promosso i loro prodotti come parte del loro lavoro diplomatico, e un certo numero di paesi a basso e medio reddito si sono già rivolti ai loro sviluppatori per avere le dosi necessarie attraverso accordi bilaterali.

Reuters ha riferito che Kirill Dimitriev, capo del Fondo russo per gli investimenti diretti, che commercializza lo Sputnik V all’estero, ha detto che ben 25 paesi avevano già approvato l’uso del vaccino. Fra questi paesi che hanno firmato accordi per le dosi, ci sono Argentina, Bolivia, Serbia e Brasile.

Tuttavia è molto probabile che visto che la Russia non potrà soddisfare la domanda globale di vaccini da sola e intende accelerarne la produzione sarà necessario porre in essere installazioni in Brasile, India, Cina e Corea del Sud. Per esempio la società indiana Hetero Biopharma dovrebbe produrre 100 milioni di dosi mentre la società sudcoreana GL Rapha ne produrrà più di 150 milioni.

La Cina sta adottando un approccio simile, collaborando con partner come gli Emirati Arabi Uniti, Indonesia e Brasile.

Fino a questo momento non solo la Cina e la Russia stanno dimostrando di essere alla pari con le nazioni occidentali sia per capacità di soft power che per competenze scientifiche, ma stanno mettendo in crisi l’egemonia americana anche sotto questo profilo.

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