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Algoritmo Malattie Cardiache

Un algoritmo prevedrà infarti o malattie cardiache?

Secondo la scienza gli occhi sono lo specchio del cuore. Un nuovo algoritmo di intelligenza artificiale denominato Quartz potrebbe essere la svolta per prevedere infarti o malattie cardiache semplicemente guardando la nostra retina. Tutti i dettagli

 

Avere una sfera di cristallo per prevedere le malattie non è forse realizzabile ma l’intelligenza artificiale si sta impegnando per fare la sua parte. È allo studio, infatti, un algoritmo di nome Quartz che potrà predire se avremo infarti o malattie cardiache, semplicemente osservando la retina di un paziente.

La ricerca è stata condotta dalla St George’s Medical School di Londra e pubblicata sulla rivista specializzata British Journal of Ophthalmology.

L’OBIETTIVO

Predire e prevenire malattie è uno degli obiettivi più ambizioni della scienza e della medicina ma grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale sembra sempre un po’ più possibile.

È il caso dell’algoritmo Quartz che, esaminando forma e spessore del sistema circolatorio nell’occhio, mira a individuare e prevedere possibili gravi problemi futuri. In particolare, malattie cardiovascolari e infarti.

L’algoritmo, basato sull’intelligenza artificiale, si propone infatti di capire attraverso l’analisi dei vasi sanguigni della retina l’insorgenza di potenziali malattie.

IL POTERE DEGLI OCCHI

Partire dagli occhi per capire il cuore ha del potenziale che la scienza aveva già intuito. La retina, infatti, può lanciare alcuni segnali in anticipo perché è sensibile alle variazioni dei fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, come glicemia e pressione sanguigna, e dunque è importante prestare attenzione ai segnali inviati dalle variazioni dei suoi piccoli vasi sanguigni.

LO STUDIO

L’équipe di ricercatori ha quindi allenato l’algoritmo utilizzando un database di oltre 88mila pazienti britannici tra i 40 e i 69 anni per ricreare un modello di previsione di ictus, infarto e morte per malattie circolatorie sfruttando l’analisi dello spessore e della struttura dei vasi sanguigni oculari. In particolare, sono stati esaminati la larghezza, l’area dei vasi e il grado di curvatura delle arteriole e delle venule nella retina.

Poi su un gruppo più piccolo, composto da circa 7.400 persone tra i 48 e i 92 anni e le cui informazioni provenivano da un diverso istituto di ricerca, ha applicato lo stesso modello per indagare il possibile legame tra tumori e alimentazione.

Al fine di studiare l’effettivo sviluppo di malattie, i pazienti sono stati seguiti per un periodo dai 7 ai 9 anni.

I RISULTATI

Mettendo insieme l’analisi dell’imaging della retina e altre informazioni come età, anamnesi e abitudini dei pazienti, l’algoritmo si è dimostrato in grado di prevedere tra la metà e i due terzi delle morti avvenute a causa di gravi malattie cardiocircolatorie insorte in quel periodo di tempo.

Dall’analisi dei risultati è inoltre emerso che se negli uomini, la larghezza arteriolare e venulare, la tortuosità e la variazione di larghezza sono stati predittori di morte per malattie circolatorie, nelle donne, invece, hanno contribuito alla previsione del rischio.

I VANTAGGI DI QUESTA NUOVA TECNICA

Questa tecnica, già utilizzata nel Regno Unito e negli Stati Uniti, ha molti vantaggi. Non è invasiva, non richiede prelievi di sangue, è completamente automatizzata e a basso costo.

Inoltre, rispetto al suo predecessore, Framingham Risk Scores si è dimostrata più efficace perché prende in considerazione molte più informazioni relative ai pazienti (per esempio se una persona è fumatrice o se assume particolari farmaci), consentendo di essere più precisi nella previsione.

I DATI SULLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI

Avere sempre più strumenti per prevenire malattie circolatorie, cardiovascolari, coronaropatie, ictus e insufficienza cardiaca è fondamentale anche perché sono le principali cause di malattia e di morte in tutto il mondo.

In Europa, ricorda Repubblica, ogni anno a 11 milioni di persone viene diagnosticata una malattia cardiovascolare, che diventa causa di morte per 4,3 milioni, e arriva alla percentuale del 48% di decessi in tutto il mondo di cui il 54% donne e 43% uomini.

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