Sebbene esista un’ampia letteratura scientifica che smentisce un potenziale legame tra vaccini e autismo e non siano nemmeno state trovate prove, i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), secondo un’esclusiva di Reuters, stanno organizzando un ampio studio sull’argomento.
Il tutto mentre negli Stati Uniti imperversa una delle più grandi epidemie di morbillo degli ultimi dieci anni. Da gennaio, infatti 505 persone sono state infettate in Texas e più di 90 in totale nei vicini New Mexico, Oklahoma e Kansas. Si sono registrati i decessi di due bambini e quello di un adulto è oggetto di indagine. Il ritorno di questi numeri è stato alimentato dal calo dei tassi di vaccinazione, in particolare, in quelle zone del Paese dove i genitori sono stati falsamente convinti che le vaccinazioni facciano più male che bene.
Lo stesso segretario alla Salute Usa, Robert F. Kennedy Jr., il cui ruolo include l’autorità sui Cdc, ha diffuso questo tipo di informazioni nel 2019 a Samoa, dove si è verificata un’epidemia che ha condotto alla morte 83 persone.
Ora anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, affermando che negli ultimi anni si è verificato un aumento del tasso di diagnosi di autismo, ha suggerito che questo potrebbe essere collegato a un vaccino e RFK Jr. ha promesso di scoprire la causa di questa “epidemia” entro settembre.
PERCHÉ (ANCORA) UNO STUDIO SU VACCINI E AUTISMO
Da quanto riferisce Reuters, non è chiaro se Kennedy sia coinvolto nel previsto studio dei Cdn né come verrebbe condotto. Tuttavia, il dipartimento della Salute (Hhs) e i Cdc, in una dichiarazione congiunta, hanno citato “un’impennata dei tassi di autismo”. “I Cdc non lasceranno nulla di intentato nella propria missione di capire cosa stia accadendo esattamente – si legge -. Il popolo americano si aspetta una ricerca di alta qualità e trasparenza e questo è ciò che il Cdc sta facendo”.
Ma questo studio non sarebbe l’unico. Anche il National Institutes of Health sta preparando un programma di ricerca multimilionario che esamina le cause dell’autismo e il suo legame con il vaccino contro il morbillo, la parotite e la rosolia.
I collegamenti saranno esaminati dal noto no vax David Geier, già multato dal Maryland per aver praticato come medico senza licenza e per aver prescritto trattamenti pericolosi a bambini autistici.
SEMINARE DUBBI
Nonostante non si faccia ancora nessun chiaro riferimento al legame tra vaccini e autismo, come ha osservato il dottor Wilbur Chen, professore presso la Scuola di Medicina dell’Università del Maryland ed ex membro del comitato consultivo sui vaccini del Cdc, già solo “l’esistenza di uno studio di questo tipo, condotto dal governo federale, è di per sé sufficiente a sollevare dubbi sui vaccini tra il pubblico in generale” perché “manda il segnale che c’è qualcosa che vale la pena indagare, quindi significa che deve esserci qualcosa tra vaccini e autismo”.
BENVENUTI E NON
La notizia dello studio, inoltre, era arrivata poco prima della nomina del nuovo direttore dei Cdc. Inizialmente Trump aveva scelto il dottor Dave Weldon, ma la sua nomina è stata ritirata dalla Casa Bianca poche ore prima di essere ascoltato da una commissione del Senato per la conferma. Alcuni senatori avevano già espresso preoccupazione per le sue opinioni sui vaccini e lo stesso RFK Jr. avrebbe detto che non era pronto.
Al suo posto, due settimane fa, Trump ha scelto l’esperta di biosicurezza Susan Monarez, che vanta 20 anni di esperienza nelle agenzie governative e che, a proposito di vaccini, ha appoggiato quelli anti-Covid.
In questa continua ambivalenza vale anche la pena ricordare che, a fine marzo, il capo del dipartimento della Food and Drug Administration responsabile di garantire la sicurezza e l’efficacia dei vaccini, Peter Marks, si è dimesso dopo che gli era stata data la possibilità di dimettersi o di essere licenziato. L’esperto ha poi dichiarato: “È diventato chiaro che il Segretario [RFK Jr.] non desidera verità e trasparenza, ma piuttosto una conferma subordinata delle sue informazioni errate e delle sue bugie”.
LE INSINUAZIONI DI TRUMP
Ieri, durante una riunione di gabinetto, ripetendo quanto già dichiarato in precedenza dal suo segretario alla Salute, Trump ha parlato di un aumento del tasso di diagnosi di autismo, suggerendo un collegamento con i vaccini: “Prima un bambino su 10.000 aveva una diagnosi di autismo, ora siamo ad uno su 31. Non uno su 31.000, ma uno su 31. È una statistica orribile, non è vero? E ci deve essere qualcosa di artificiale là fuori che lo sta facendo”.
In realtà, osserva Quotidiano Sanità riportando i dati dei Cdc, “riceve una diagnosi di autismo un bambino su 36 tra i bambini di 8 anni, mentre nel 2000 il dato era di 1 su 150”. Inoltre, la statistica di uno su 10.000 citata da Trump è la stessa usata da Kennedy nelle sue audizioni al Senato ma “non è del tutto chiaro” da dove sia sortita.
Il segretario alla Salute ha comunque promesso che entro settembre verranno scoperte “le cause di questa epidemia” e che al vaglio, oltre ai vaccini, ci sono “il sistema alimentare, l’acqua, l’aria, i diversi modi di fare i genitori, tutti i tipi di cambiamenti che possono averla scatenata”.
COSA DICONO I DATI SU VACCINI E AUTISMO
Che le diagnosi di autismo negli Stati Uniti siano aumentate in modo significativo dal 2000, come affermano i Cdc (e Trump), lo dicono anche i dati. Secondo i Cdc infatti, nel 2020 il tasso di autismo nei bambini di 8 anni era di 1 su 36, ovvero del 2,77%, in aumento rispetto al 2,27% del 2018 e allo 0,66% del 2000. Anche uno studio del 2021, condotto in Inghilterra, ha rilevato che il tasso nei bambini era dell’1,76%, in aumento rispetto all’1,57% del 2009.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), infine, stima la prevalenza mondiale nei bambini all’1%, in aumento rispetto allo 0,62% del 2012, con l’avvertenza che in molti Paesi mancano le risorse per identificare i casi e segnalarli.
COME SE LO SPIEGANO GLI ESPERTI
Tuttavia, molti ricercatori ritengono che l’aumento segnalato dai dati sia il risultato di uno screening più diffuso, dell’inclusione di una gamma più ampia di comportamenti per descrivere la condizione e una maggiore diffusione della consapevolezza e della diagnosi. I ricercatori hanno anche notato che alcuni fattori di rischio sono diventati più comuni, come il fatto di essere nati prematuri o da genitori con un’età più elevata.
Gli scienziati infatti ricercano da decenni quali fattori genetici o ambientali possano contribuire all’autismo, ma le cause della maggior parte dei casi rimangono poco chiare. Questa settimana, per esempio, un nuovo studio di grandi dimensioni ha aggiunto ulteriori prove che il diabete durante la gravidanza è collegato a un aumento del rischio di problemi cerebrali e del sistema nervoso nei bambini, tra cui l’autismo.
Kristyn Roth del gruppo di difesa della Autism Society of America ha messo in dubbio che settembre sia un obiettivo raggiungibile e ha aggiunto che definire l’aumento dei tassi di autismo un’epidemia è “incredibilmente irresponsabile e profondamente preoccupante” perché “incoraggia la paura e la paranoia” e stigmatizza la comunità autistica.
“Con quest’ultimo annuncio – ha aggiunto il direttore esecutivo dell’Autistic Self Advocacy Network, Colin Killick – sembra che stia procedendo con la diffusione di informazioni errate al pubblico sulle presunte cause dell’autismo, che non possono essere supportate da dati scientifici reali”.