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Test che prevedono i tumori: truffa o rivoluzione scientifica?

Dal Regno Unito agli Stati Uniti alcune aziende propongono test capaci di prevedere più di 50 tipi di tumori al costo di circa 1.000 sterline o dollari, ma i medici si dividono sul loro utilizzo. Ecco perché e come funzionano

 

Non sarà per tutte le tasche ma negli Stati Uniti sta già avendo un grande successo. Con circa 1.000 dollari è infatti possibile acquistare un test in grado individuare più di 50 tipi di tumori. Si chiama Galleri e lo produce Grail, un’unità dell’azienda di sequenziamento genico Illumina. I medici, però, non sono tutti d’accordo sulla sua prescrizione e invitano alla cautela.

COME FUNZIONE IL TEST CHE PREVEDE I TUMORI

Il test Galleri consiste in una biopsia liquida, ovvero un semplice prelievo di sangue sul quale possono essere eseguite analisi molecolari quando non è possibile disporre di tessuto tumorale. Con questo esame si ricerca quindi nel flusso sanguigno un segnale cancerogeno.

Questo test, noto come “multicancer early detection”, ovvero in grado di identificare precocemente diversi tipi di tumore, è uno dei pochi test disponibili in commercio, ma nessuno di essi è approvato dalla Food and Drug Administration (Fda) o raccomandato dalla U.S. Preventive Services Task Force.

L’AZIENDA CHE LO PRODUCE

A produrre Galleri è Grail, un’unità dell’azienda californiana di sequenziamento genico Illumina. Stando a quanto dichiarato dalla società, da quando è diventato disponibile nel giugno 2021, sono stati venduti più di 130.000 test con obbligo di prescrizione.

Grail lo raccomanda alle persone con un rischio elevato di sviluppare un tumore, come quelle che hanno superato i 50 anni o che presentano fattori di rischio genetici. Non è raccomandato, invece, alle donne in gravidanza, sotto i 21 anni o in trattamento oncologico.

COSA DICONO GLI STUDI

Secondo uno studio citato dal Guardian e condotto dall’Università di Oxford, che ha coinvolto 5.461 persone in Inghilterra e Galles indirizzate in ospedale dal proprio medico di base con un sospetto di cancro, il test ha rivelato correttamente due terzi dei tumori tra i partecipanti allo studio.

Nell’85% dei casi positivi è stato anche possibile individuare la sede originaria del tumore e sarebbe risultato più accurato nei pazienti anziani e in quelli con tumori più avanzati.

I TEST IN CORSO

Il quotidiano britannico poi a giugno scriveva che Galleri era stato offerto a 142.000 persone senza sintomi in tutta l’Inghilterra e i risultati sarebbero stati comunicati nell’aprile 2024. Se saranno positivi, la prossima estate potrebbe iniziare un programma di screening pilota che coinvolgerà un milione di pazienti nell’arco di due anni. Si prevede, inoltre, che il test possa individuare 5.000 potenziali casi di malattia ogni anno.

PERCHÉ ALCUNI MEDICI SONO SCETTICI

Oltreoceano, però, i medici sono divisi sul suo utilizzo. Da una parte ci sono infatti gli entusiasti, dall’altra gli scettici che smorzano l’euforia e, come scrive il Washington Post, affermano che “non esistono ricerche che dimostrino che il test prevenga le morti per cancro” e “mettono in guardia dal rischio di ottenere risultati falsi positivi o negativi”.

In uno studio, infatti, più della metà delle persone risultate positive non aveva il cancro. Ma sia che si tratti di falsi positivi che di falsi negativi – “più probabili con un test come Galleri” – gli effetti sui pazienti possono essere spiacevoli se non deleteri. Nel primo caso le persone rischiano di preoccuparsi inutilmente e di sottoporsi a costose procedure di follow-up. Nel secondo, c’è la possibilità che invece ci si rilassi troppo e si saltino screening raccomandati. Motivo per cui l’Accademia americana dei medici di famiglia invita a non effettuare screening di massa che non siano basati su prove di efficacia.

La stessa Grail comunque sostiene che il suo test – non coperto dalla maggior parte dei piani assicurativi – “è destinato a integrare, non a sostituire, gli screening oncologici raccomandati”.

L’ESCA PSICOLOGICA E IL BUSINESS CHE CI RUOTA INTORNO

Tuttavia, voler sapere per tempo se si ha o si rischia di avere un tumore è una preoccupazione lecita e chi ha la possibilità di fare un simile test difficilmente riesce a resistere. Ne è una prova la testimonianza riportata dal WP del dottor Neil Paulvin, esperto di longevità, il quale afferma che circa la metà dei suoi pazienti gli parla del test e, secondo le sue stime, circa il 10% di loro lo ha fatto. Presso il suo studio, il test Galleri è incluso in un pacchetto di esami che può variare da 5.000 a 20.000 dollari.

Ma per il dottor Paul Cornes del Centro oncologico di Bristol e membro della Società europea di oncologia medica, invece, parlando di Goodbody, un’azienda britannica che offre lo stesso servizio, far pagare circa 1.200 sterline per un test che promette di identificare per tempo un tumore significa approfittarsi della preoccupazione delle persone, specialmente di quelle che utilizzano i servizi sanitari in modo inappropriato o sproporzionato perché secondo lui “non esiste alcun beneficio clinico dimostrato”.

“Penso che questa sia una grande scienza che ha il potenziale per cambiare lo screening – assolutamente. Ma per il momento – conclude Cornes – penso che sia troppo presto e io stesso non lo farei”.

Anche Datar Cancer Genetics, che ha condotto uno studio sul test di Goodbody, a fine marzo aveva dichiarato che al momento nei loro dati c’era “chiaramente una lacuna che non dimostra un beneficio a livello di popolazione, né a livello di valore finanziario di economia sanitaria né in termini di sopravvivenza globale”.

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