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Cellule Tumorali Cellule Sane

Trasformare le cellule tumorali in cellule sane potrebbe non essere più un sogno

Negli Stati Uniti, un gruppo di ricercatori è riuscito a trasformare due tipi di cellule tumorali in cellule sane grazie alla cosiddetta “terapia di differenziazione”, ma non si esclude che si possa applicare la stessa tecnologia anche ad altri tipi di tumore. Tutti i dettagli

 

Da cellule tumorali a cellule sane. È la “magia” che sono riusciti a realizzare negli Stati Uniti alcuni ricercatori del Cold Spring Harbor Laboratory. L’esperimento si è svolto su cellule di rabdomiosarcoma, un tumore particolarmente aggressivo che colpisce soprattutto i muscoli di bambini e adolescenti. Ma si ritiene che la strategia possa essere applicata anche ad altri tipi di tumori.

IL RABDOMIOSARCOMA

Il rabdomiosarcoma, spiega l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, è un tumore maligno che prende origine dalle cellule della muscolatura striata. È tipico del bambino e l’età media di insorgenza è 6 anni, con due picchi tra i 2 e i 6 anni e tra i 15 e i 19 anni, senza differenze tra maschi e femmine.

Complessivamente in Italia vi sono 4-5 nuovi casi all’anno per milione di bambini.

Attualmente il trattamento consiste nel combinare chemioterapia, chirurgia e radioterapia. La probabilità di guarigione nei casi di malattia localizzata è intorno al 70%, mentre resta al di sotto del 25% per i pazienti con malattia metastatica.

LA SCOPERTA DEL GENE NF-Y

Il team del Cold Spring Harbor Laboratory è riuscito a trasformare le cellule tumorali in cellule muscolari sane e funzionanti grazie a un nuovo metodo di screening genetico basato sulla tecnica di editing Crispr. Sotto la guida di Christopher Vakoc, i ricercatori hanno individuato il gene NF-Y che, una volta disattivato, induce le cellule di rabdomiosarcoma a differenziarsi in cellule muscolari normali.

“Le cellule si trasformano letteralmente in muscoli”, ha dichiarato Vakoc. “Il tumore perde tutti gli attributi del cancro. Si passa così da una cellula che vuole solo replicarsi a una cellula dedita alla contrazione. E poiché tutte le sue energie e risorse sono ora dedicate alla contrazione, non può tornare allo stato di moltiplicazione”.

Questo risultato, secondo i ricercatori, potrebbe accelerare la sperimentazione della cosiddetta “terapia di differenziazione” nel rabdomiosarcoma, a cui si sta lavorando da anni.

L’IDEA DERIVANTE DALLE CELLULE TUMORALI DELLA LEUCEMIA

L’idea alla base di questo approccio, riferisce lo studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas), è nata con la scoperta che nella leucemia le cellule tumorali non sono pienamente mature. Sono invece simili a staminali che non hanno completato il loro sviluppo in uno specifico tipo di cellula e questo ha reso possibile che la terapia di differenziazione le inducesse a trasformarsi in cellule mature.

IL PRECEDENTE CON LE CELLULE DEL SARCOMA DI EWING

Ma per il team di Vakoc non è stata una prima assoluta. Infatti, avevano già aveva usato questo metodo per indurre la trasformazione delle cellule tumorali nel sarcoma di Ewing, un’altra neoplasia pediatrica che colpisce i tessuti molli e le ossa.

BUONE PROSPETTIVE

Dopo questi risultati positivi ottenuti con due diversi tumori, i ricercatori si dicono ottimisti e affermano che la terapia potrebbe essere applicata anche ad alti tipi di cancro perché, secondo Vakoc, la nuova tecnica di screening genetico “permette di prendere qualsiasi tumore e andare alla ricerca di un modo per provocarne la differenziazione”, Inoltre, “potrebbe essere un passo fondamentale verso una terapia di differenziazione più accessibile”.

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