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Marcello Cattani Farmindustria

Sanità, perché il payback va eliminato

La lettera di Marcello Cattani, presidente di Farmindustria.

 

Gentile Direttore,

i temi dell’attuale campagna elettorale sui media sono tutti comprensibilmente focalizzati sugli elementi della crisi internazionale e delle sue conseguenze.

In particolare sui costi crescenti dell’energia per le famiglie e le imprese in Italia e in Europa.

Osserviamo però che tra questi non registra adeguata attenzione la sanità, che è altrettanto importante ed è toccata solo marginalmente, nonostante la pandemia abbia insegnato quanto il Sistema Salute sia strategico per il Paese.

È mancata finora nel dibattito una visione chiara delle riforme necessarie per affrontare al meglio i bisogni dei cittadini di oggi e di domani.

A cominciare dalla digitalizzazione della sanità, in fortissimo ritardo in Italia. Senza la quale non è possibile fare uno scatto in avanti per il bene dei pazienti nella gestione e nella cura di molte patologie, in ospedale e a domicilio. Per continuare con la riforma della medicina territoriale che richiede maggiori risorse e un’organizzazione più moderna che tenga conto della lezione del Covid.

È necessario eliminare le differenze che esistono tra una regione e l’altra nella risposta alle esigenze dei pazienti, in termini di servizi, di liste di attesa e di accesso alle terapie che dovrebbero essere veloci e omogenei in tutto il Paese. E non, come accade adesso, a macchia di leopardo, con un’inaccettabile discriminazione che determina la migrazione sanitaria dei cittadini.

Non si sente parlare di una nuova e moderna governance farmaceutica, in una fase di forte crescita della domanda di salute che richiede un adeguamento delle risorse pubbliche oggi palesemente sottostimate. Né di come superare il sistema dei tetti di spesa, focalizzato sul solo risparmio e che non consente di utilizzare in modo appropriato tutti i finanziamenti, perché quelli allocati in alcuni “silos”, pur in avanzo di 900 milioni di euro nel 2022, non sono usati per ridurre il gap di 2.500 milioni tra la spesa e il tetto per gli acquisti diretti delle strutture SSN, nettamente insufficiente rispetto alla domanda effettiva.

Una situazione che grava sulle aziende che, attraverso il cosiddetto payback, devono ripianare per il 50% questo gap, con costi elevatissimi che penalizzano l’attrattività per gli investimenti in Italia.

Per questo il payback va assolutamente eliminato, per ripartire con un sistema equo e in linea con la domanda di salute e con le nuove terapie frutto della ricerca eccezionale di questi anni.

Non si discute poi di come rendere più veloci i tempi per la disponibilità di nuovi medicinali, senza la valutazione nelle singole Regioni che aggiungono 10 mesi ai 13-14 di quella nazionale.

Abbiamo la sensazione che manchi la consapevolezza della necessità urgente di nuovi approcci e nuove politiche che sappiano mettere a disposizione dei cittadini la straordinaria innovazione farmaceutica in atto. Un approccio in grado di gestire anche i problemi contingenti dell’esplosione dei costi che le aziende non possono trasferire sui prezzi, che sono negoziati e amministrati. E le crescenti difficoltà di reperimento delle materie prime che rischiano di causare gravi carenze di farmaci, registrate già in qualche caso.

Per queste ragioni chiediamo che nella discussione pubblica si dia adeguata importanza alla definizione di una strategia nazionale che riconosca il valore, pari a quello dell’energia, dell’ICT e della difesa, dell’industria farmaceutica e della sua filiera.

Un comparto leader in Unione Europea fondamentale per l’attrattività degli investimenti e per la competitività del Paese. E per la crescita del SSN che deve disporre dei più moderni percorsi di diagnosi e cura, grazie alla digitalizzazione, all’accesso immediato a tutti i farmaci, i vaccini e le terapie innovative frutto dell’R&D dell’industria farmaceutica, oltre a ulteriori risorse e nuove competenze per i professionisti della sanità, medici, infermieri e farmacisti.

Rafforzare la capacità competitiva nella farmaceutica, che è il primo settore al mondo per investimenti in ricerca e innovazione, significa generare in definitiva sviluppo e occupazione qualificata nel Paese.

Siamo ancora in tempo per porre al centro del dibattito la sanità, per il bene dei cittadini e delle imprese della filiera della salute che vogliono continuare a credere e a investire in Italia.

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