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costo ricovero ospedaliero

Quanto costa un ricovero ospedaliero in Italia?

Tutti i numeri (pazzi) di un ricovero ospedaliero in Italia: dai 400 euro al San Matteo di Pavia fino ai 1.399 euro al giorno del Vanvitelli di Napoli. L'articolo di Truenumbers

 

Il sistema sanitario italiano è universalistico, almeno per la nostra Costituzione. Ma basta guardare i numeri per accorgersi che almeno per quanto riguarda la spesa non è affatto così “uguale”. La verità è che se ti ricoverano in un’azienda ospedaliero-universitaria del Sud, il conto per le casse dello Stato schizza in alto e che se ti ricoverano in un ospedale del Nord costi allo Stato fino ad un terzo di meno. Ecco i numeri.

Secondo i dati di Agenas per l’anno 2023, al primo posto tra i nosocomi più costosi per le casse pubbliche c’è l’azienda ospedaliera Vanvitelli di Napoli: la bellezza di 1.399 euro al giorno per ogni ricovero. Come una suite in un hotel a cinque stelle lusso con spa privata e servizio in camera. E non è un caso isolato: in generale, le strutture del Sud sono sistematicamente più care rispetto a quelle del Nord. Perché? Una delle ipotesi è che al Sud pesino di più i costi fissi: strutture grandi, poco utilizzate, vecchie, con macchinari fuori standard. Ma anche questo, se fosse vero, non giustificherebbe il triplo del costo rispetto allo stesso tipo di strutture al Nord.

A voler essere buoni, si potrebbe pensare che al Sud si curino casi più complicati. Ma i dati di Agenas sono già pesati per complessità, quindi questa scusa non regge. La classifica è stata stilata infatti secondo il criterio del “costo medio per giornata di degenza acuzie pesata per complessità”: si tratta dei ricoveri per patologie acute, cioè improvvise e gravi (tipo infarti, ictus, polmoniti) e il calcolo tiene conto della complessità clinica del paziente. Più il caso è complicato, più “pesa” nel conto finale. Cioè: più alto è il valore, più risorse vengono assorbite.

RICOVERO OSPEDALIERO, COSTI DIVERSI NELLA STESSA CITTÀ

Dopo Napoli, i migliori “resort ospedalieri” sono, come detto, al Sud. L’Azienda ospedaliera universitaria Giaccone di Palermo presenta un conto da 889 euro al giorno per ogni giorno di ricovero. Subito sotto c’è il Federico II, ancora a Napoli, con 731 euro. Ma non finisce qui: anche il Martino di Messina (716 euro) e il Careggi di Firenze (690 euro) non scherzano. Cinque strutture tutte sopra i 680 euro a notte.

Il bello è che il problema non è solo tra Nord e Sud. A volte basta cambiare marciapiede e i valori cambiano completamente. Prendiamo Napoli: ci sono due aziende ospedaliero-universitarie, il Vanvitelli e la Federico II. Stessa città, pochi chilometri di distanza, ma prezzi che sembrano arrivare da due Paesi diversi. Il primo viaggia a 1.399 euro al giorno, il secondo si ferma a 731. Praticamente il doppio. Come si può spiegare una simile differenza?

LE DIFFERENZE CON LE AZIENDE OSPEDALIERE DEL NORD

Se invece si guarda la classifica dal basso, i primati vanno ad altre zone geografiche. Le aziende ospedaliero-universitarie (è una classifica diversa da quella degli ospedali, qui si parla di cliniche universitarie) dove lo Stato spende meno per ogni giornata di ricovero stanno tutte al Nord. Il San Matteo di Pavia chiude il conto a 400 euro, il San Luigi Gonzaga di Torino sale appena a 425, mentre l’azienda di Padova si ferma a 457. Tutte sotto quota 500, tutte lontane dal Vesuvio. Qui niente cifre a tre zeri, niente picchi da vertigine A meno che non sia questo la vera anomalia? Stessi ricoveri, stessa complessità clinica, ma tariffe che sembrano di un altro Paese: o il Sud spreca, o il Nord stringe troppo. In entrambi i casi, c’è qualcosa che non torna e che bisogno rivedere.

RICOVERO OSPEDALIERO, LE AZIENDE OSPEDALIERE “PURE”

Anche tra le aziende ospedaliere — quelle che non hanno l’alibi dell’università e della ricerca, e che fanno solo assistenza — la musica non cambia: il conto più salato lo presenta ancora una volta il Sud. In testa c’è il Papardo di Messina, che sfonda il muro dei mille euro al giorno: 1.031,6 euro per ogni ricovero. Seguono il San Pio di Benevento con 915,3, il San Giovanni Addolorata di Roma con 734,7, il Dei Colli di Napoli con 730,2, e il Garibaldi di Catania con 703. Tutti ben sopra la soglia dei 700, tutti tra Sud e Centro.

Scendendo in fondo alla classifica, si cambia marcia. Qui i conti sono più leggeri, e guarda caso siamo di nuovo al Nord (con una puntata al Centro). Il Mauriziano di Torino si ferma a 509 euro, il Santa Maria di Terni scende a 493 e il più “parsimonioso” è il Santa Croce e Carle di Cuneo, con 413 euro al giorno. Tutti sotto quota 520 euro. Altro che mille euro a botta. E allora la domanda viene spontanea a tutti, per buona pace dei luoghi comuni: com’è possibile che un giorno di ricovero a Messina costi più del doppio rispetto a uno a Cuneo? Stesso servizio sanitario, stessi principi, ma listini prezzi che sembrano appartenere a due Paesi diversi.

RICOVERO OSPEDALIERO, IL RICOVERO CHE PAGANO TUTTI

Sud o Nord che sia, è vero che in Italia il paziente che si affida alla sanità pubblica alla fine non tira fuori un euro. Ma qualcuno che paga c’è, e paga parecchio: lo Stato. Cioè tutti noi. Perché la sanità è pubblica, sì, ma i conti sono a carico di ogni contribuente. La verità è che da paziente, quanto costi allo Stato dipende da dove ti ricoverano: finisci a Pavia? Sei un affare: 400 euro al giorno; capiti a Napoli? Fai tremare i bilanci: 1.399 euro per ogni 24 ore in corsia.

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