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Remdesivir

Quanto costa il Remdesivir di Gilead anti Covid?

Su Remdesivir di Gilead anti Covid botta e risposta tra un ex ministro della Salute e il gruppo farmaceutico

Il costo delle cure per i malati colpiti dal Covid-19 è un tema che comincia ad affiorare negli interventi sia dei tecnici che dei politici. Pochi giorni fa Guido Bertolaso, ex capo della Protezione civile, medico di professione e progettista delle terapie intensive realizzate alla Fiera di Milano e a Civitanova Marche, ha lanciato un tweet polemico, rivelando che gli ospedali ricevono 2 mila euro al giorno per ogni ricoverato Covid-19. Sollecitato in un’intervista a spiegarsi meglio, ha aggiunto che anche nelle pandemie c’è sempre il rischio di speculazioni. C’è poi un altro aspetto opaco: il costo dei farmaci anti-Covid. Matteo Salvini, leader della Lega, interpellato martedì mattina in diretta tv da Myrta Merlino sui suggerimenti che l’opposizione vorrebbe accolti dal governo, ha insistito sul fatto che molti positivi al virus, se scoperti in tempo, potrebbero essere curati a casa con un farmaco che costa poco, l’idrossiclorochina, noto come Plaquenil, in vendita a 6,08 euro e consigliato da tre medici con i quali la Lega aveva appena fatto una conferenza stampa alla Camera.Quando Salvini se n’è andato e la linea è tornata allo studio tv, la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, Pd, ha spiegato che il farmaco suggerito da Salvini è stato bocciato alcuni mesi fa dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, poiché non serve a curare il Coronavirus, ma altre malattie. Il sito dell’Aifa lo conferma: questo farmaco «è un antimalarico, attualmente utilizzato nel nostro paese in campo reumatologico». In primavera, per la cronaca, a Napoli alcuni malati di Covid-19 erano stati curati con successo con il Plaquenil, come era avvenuto anche a Wuhan, in Cina. Ma da accertamenti clinici e studi successivi, sostiene l’Aifa, si è scoperto che l’idrossiclorochina può avere conseguenze negative, elencate per pagine e pagine sul suo sito. Da qui la decisione del 26 maggio scorso di sospenderne l’utilizzo nella cura dei pazienti Covid-19, riservandolo «solo agli studi clinici».

Sempre sul sito dell’Aifa vi è una ricca scheda informativa sui «farmaci utilizzati per emergenza Covid-19 e relative modalità di prescrizione». Mi limito a citarne i nomi: Eparina, Azitromicina, Durunavir/cobicistat, Lupinavir/ritonavir, Remdesivir, Corticosteroidi. Il più noto è il Remdesivir, di cui hanno scritto molti giornali quando sono stati ricoverati e curati pazienti illustri, come Silvio Berlusconi in Italia e Donald Trump negli Usa. Poiché entrambi sono guariti principalmente grazie a questo farmaco, come hanno fatto sapere i loro medici curanti, mi sono chiesto quanto costi, e ho fatto una ricerca sul web.

Il risultato è in un paio di dati da infarto. Per evitare smentite o, peggio, denunce per fake news o ricorsi in tribunale, mi attengo a fatti documentati. Giusto 15 giorni fa, l’ex ministro della Salute, Giulia Grillo, cinque stelle, in una interpellanza al suo successore, l’attuale ministro Roberto Speranza, Leu, ha chiesto chiarimenti per conoscere quali sono i motivi che hanno determinato il prezzo del Remdesivir in 2.100 euro per un trattamento di cinque giorni, quando il suo costo di produzione è stimato inferiore ai 5 euro.

Il punto di partenza, nell’interrogazione parlamentare, è che «il Remdesivir è il primo farmaco autorizzato lo scorso 25 giugno dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema) per il trattamento di Covid-19». Precisa poi l’ex ministro: «Se i dati raccolti attraverso atti ufficiali del Parlamento europeo e primarie agenzie di stampa sono corretti, non si capisce come sia stato possibile siglare l’8 ottobre scorso, in sede europea, un accordo che prevede un prezzo pari a 2.100 euro per un medicinale di sintesi chimica che l’azienda Usa Gilead aveva realizzato negli anni passati per debellare l’epidemia di virus Ebola, il cui costo di produzione è stimato inferiore a 5 euro per un ciclo di trattamento di 5 giorni».

Più avanti: «Come indicato anche da un documento dell’Ufficio parlamentare di bilancio sul governo della spesa farmaceutica, in assenza di una disponibilità da parte delle case produttrici di farmaci a contenere i prezzi, potrebbe essere necessario intervenire per ripensare il sistema dei brevetti. Avevo intrapreso questo percorso promuovendo l’approvazione della Risoluzione per il miglioramento della trasparenza dei mercati dei medicinali alla 72.ma World Health Assembly. Spero che il ministro Speranza sia del mio stesso avviso».

Sul web non ho trovato nessuna risposta di Speranza. A rispondere all’ex ministra Grillo ha però provveduto la Gilead, che produce il Remdesivir, precisando di avere «fissato un unico prezzo di Remdesivir per tutti i paesi industrializzati, pari a 390 dollari a fiala e a 2.340 dollari per un ciclo di trattamento di cinque giorni, ben al di sotto del valore che il farmaco può generare per i pazienti e per i sistemi sanitari. La riduzione dei tempi di ospedalizzazione, infatti, oltre a rappresentare un risparmio di costi diretti, permette anche di liberare capacità ospedaliera per trattare più pazienti in una condizione di risorse limitate come l’attuale». Più avanti: «Il valore di Remdesivir è stato riconosciuto da istituzioni indipendenti come l’Icer inglese, secondo cui il prezzo congruo dovrebbe essere il doppio di quello a cui Gilead ha scelto di proporlo alla Commissione europea e alle autorità sanitarie dei paesi a più alto reddito pro-capite, mentre ha negoziato licenze volontarie a lungo termine con nove produttori di farmaci generici per la produzione destinata alla distribuzione in 127 paesi a basso reddito».

Tutto chiaro? Certo, a cominciare dal fatto che nel mondo intero, a menare le danze sul prezzo dei farmaci anti-Covid-19, sono le case farmaceutiche, tanto da imporsi alla Commissione Ue e ai singoli governi europei.

 

Articolo pubblicato su ItaliaOggi

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