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Operatori Sanitari Privati

Quali sono i maggiori gruppi sanitari privati e come vanno i loro affari

Ecco cosa emerge dal report dell’Area Studi Mediobanca sui maggiori operatori sanitari privati. Fatti, nomi e numeri

 

Nonostante la redditività dei maggiori operatori sanitari privati in Italia sia in calo, i ricavi sono superiori ai livelli precedenti alla pandemia. È quanto emerge dal report dell’Area Studi Mediobanca cha ha analizzato i dati finanziari dei 24 principali gruppi con fatturato individuale superiore a 100 milioni.

I DATI DELLA SANITÀ PUBBLICA E PRIVATA IN ITALIA

Nel 2021 le strutture sanitarie operanti in Italia erano 28.980, di cui il 57% private e il restante 43% pubbliche. Questo significa, secondo quanto affermato dal report, che rispetto al 2010 si è registrato un aumento di 2.519 unità per i presidi privati e di 379 per quelli pubblici.

CHI SONO I MAGGIORI OPERATORI SANITARI PRIVATI

Nel 2021, escludendo le società consortili, l’Area Studi Mediobanca ha individuato una trentina di player privati attivi nell’assistenza ospedaliera e distrettuale con un fatturato individuale superiore a 100 milioni di euro.

Tra questi, 19 sono specializzati nell’assistenza ospedaliera, 3 nella gestione di RSA (KOS, Segesta e S.O. Holding), 3 nella diagnostica medica (Cerba Healthcare Italia, Synlab e C.D.I.) e 3 nella riabilitazione funzionale (Don Gnocchi, Istituti Clinici Scientifici Maugeri e il San Raffaele di Roma).

IL GIRO D’AFFARI

Dal report emerge che nel 2021 i ricavi aggregati dei 24 operatori per i quali sono disponibili i bilanci analitici completi sono stati pari a 8,8 miliardi di euro, in crescita del 15,2% sul 2020 e del 6,3% sul 2019.

Il superamento dei livelli pre-pandemici non è stato tuttavia generalizzato: i ricavi sono saliti del 6,7% per gli operatori ospedalieri e del 44,1% per la diagnostica, mentre la ripresa non si è concretizzata per i player della riabilitazione (-0,3% sul 2019) e per i gestori di RSA (-0,2%).

La redditività è in recupero ma risulta ancora inferiore ai livelli pre-pandemici: le misure di contrasto all’epidemia hanno infatti causato un sensibile aumento dei costi di produzione, solo in parte coperti dai ristori previsti da apposite normative emergenziali.

Guardando al futuro, le prime evidenze per il 2022 consentono di stimare una crescita del giro d’affari a livello aggregato dei maggiori operatori sanitari privati nell’ordine del 4% sul 2021.

I FATTURATI DEI TOP 5

Stando al report, al primo posto per ricavi, con 1.633 milioni di euro, si collocano il Gruppo Ospedaliero San Donato e Ospedale San Raffaele di Milano che fanno capo a Papiniano, holding della famiglia Rotelli con sede a Bologna.

Segue con 1.084 milioni il gruppo Humanitas di Milano, le cui origini risalgono alla seconda metà degli anni ‘80 dall’incontro del prof. Nicola Dioguardi e Pier Carlo Romagnoli, allora Presidente di Reale Mutua, con Gianfelice Rocca e un gruppo di imprenditori.

Terzo posto con un fatturato di 798 milioni per GVM – Gruppo Villa Maria, holding controllata dalla famiglia Sansavini, con sede a Lugo, in provincia di Ravenna. Nel 1973 Ettore Sansavini trasformò la Casa di Cura Villa Maria a Cotignola in uno dei primi poli privati cardiochirurgici italiani e nel 2003 la società ha rilevato la gestione delle Terme di Castrocaro con annesso centro benessere e Grand Hotel.

Subito dopo, con 787 milioni di fatturato, si posiziona il Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma. Istituito nel luglio 1964, insieme all’Università Cattolica del Sacro Cuore e all’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, nel 2015 è diventato Fondazione e gestisce l’attività ospedaliera del Policlinico Gemelli di Roma.

Infine, quinto posto per il gruppo Kos che registra un fatturato di 660 milioni. Nato nel 2003 per iniziativa di Carlo De Benedetti (attraverso il gruppo CIR – Compagnie Industriali Riunite) e di un gruppo di manager provenienti dal mondo sanitario, si occupa di gestione di strutture sanitarie di ricovero e cura, prevalentemente nel settore della terza età.

LA DISTRIBUZIONE DELLE STRUTTURE IN ITALIA…

Il fatturato però non indica la diversificazione geografica dei vari operatori sanitari privati. In questo caso, infatti, precisa l’Area Studi Mediobanca, il primato spetta a KOS, S.O. Holding e Don Gnocchi, presenti in almeno 9 regioni italiane, seppur con maggiore radicamento al Nord.

Tra le ospedaliere, prosegue il report, si distinguono GVM e Gruppo Garofalo con attività, rispettivamente, in 9 e 8 regioni. Papiniano e Humanitas sono invece concentrati in Lombardia, con il primo attivo anche in Emilia-Romagna, dove sviluppa il 5,1% dei ricavi, e il secondo presente anche in Piemonte e Sicilia dove genera il 21% circa del fatturato.

…E ALL’ESTERO

Sono solo 8 tra gli operatori selezionati dal report che gestiscono strutture oltreconfine, trattandosi per lo più di presenze marginali.

Fanno eccezione GVM, con 13 presidi esteri (di cui uno in Ucraina e uno in Russia) che hanno realizzato il 14% dei ricavi nel 2021, e KOS con 47 RSA in Germania responsabili del 27% del fatturato totale.

ATTIVITÀ IN REGIME DI ACCREDITAMENTO E DI SOLVENZA

La ripartizione delle attività tra regime d’accreditamento e solvenza, infine, evidenzia una situazione variegata tra gli operatori. Stando al report, nel 2021 l’incidenza minima dell’accreditamento è segnata da C.D.I. i cui servizi di diagnostica sono in massima parte intermediati da fondi integrativi e assicurazioni (41,8% dei ricavi complessivi), da privati (22,4%) e da aziende (11,4%).

Tra gli altri player le spese dei solventi registrano una maggiore incidenza per KOS (36%) e IEO (35,4%), mentre il San Raffaele di Roma genera il 94% dei ricavi in accreditamento.

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