Non c’è il ministro Orazio Schillaci al Meeting di Rimini. Le polemiche per le nomine, poi ritirate, della commissione sui vaccini (Nitag) hanno fatto ritenere opportuno un profilo più basso e una esposizione mediatica più controllata. Il ministro, infatti, ha partecipato al convegno “La salute, un bene di tutti”, con un video messaggio durante il quale è stato disturbato da mosca impudente e che, ironia della sorte, si interrompe anzitempo. Un difetto di fabbricazione del file video che fa ironizzare e fare un parallelo con lo stato di salute del nostro sistema sanitario. “Obiettivo di questo Governo è una sanità pubblica che garantisca a tutti le stesse cure. Con una particolare attenzione ai più fragili ed ai più deboli – ha detto il ministro della Salute nel video messaggio -. Sappiamo tutti che il servizio sanitario nazionale viaggia purtroppo con disparità tra alcune regioni, con alcune che funzionano meglio ed altre che devono migliorare. Ciò non toglie che il nostro sistema resta un unicum nel panorama mondiale. Non solo per il carattere universalistico, ma anche per la qualità delle cure erogate”.
SCHILLACI: “IL NOSTRO SSN È UN UNICUM NEL PANORAMA MONDIALE”
Il ministro tesse le lodi del nostro sistema sanitario nazionale “un unicum nel panorama mondiale per l’universalità e le qualità”, elenca i successi del governo di cui fa parte “il decreto tariffe ha garantito 300 nuove prestazioni”, la “stabilizzazione della norma allo scudo penale che limita la punibilità alla colpa grave” e assicura che nella prossima legge di bilancio saranno introdotti nuovi finanziamenti “oltre ai 4 miliardi già previsti nella scorsa legge di bilancio”. Ma non ci sono solo buone notizie quando si parla di sanità. Il ministro enumera, prima dell’interruzione, le esigenze: “Ridurre la carenza del personale sanitario”, “pagare meglio gli operatori sanitari” rendendo più accattivanti alcuni settori come quelli “dell’emergenza urgenza” e, tasto dolentissimo, quello delle “liste di attesa”. La strada, secondo il ministro, è quella della prevenzione “bisogna evitare che i cittadini si ammalino” e rivendica il finanziamento della campagna di immunizzazione contro il virus respiratorio sinciziale per i neonati che ha portato a una riduzione dei ricoveri fino al 74%”.
TERAPIE PER UNA SANITÀ MALATA: DUE MILIONI DI PERSONE IN ITALIA HANNO RINUNCIATO ALLE CURE
Luca Antonini, vicepresidente Corte Costituzionale, racconta una storia un po’ diversa della salute del nostro sistema sanitario. “Il servizio sanitario universalistico ha permesso che in Italia, dal 1978 al 2018, l’età media aumentasse di 10 anni. Oggi la nostra sanità sta vacillando, ne è consapevole anche il ministro – spiega il giurista -. La Corte dei conti ha detto che l’anno scorso due milioni di persone hanno dovuto rinunciare alle cure sanitarie. Stiamo attraversando un periodo di povertà sanitaria. Penso che non ci sia nulla di più umiliante che non curare qualcuno che sta male. Quello che preoccupa di più è il trend, sono 600mila persone in più rispetto all’anno scorso”. Un declino che preoccupa perché “la sanità italiana nel 2009 era la seconda al mondo per qualità e l’11esima per spesa, oggi siamo al nono posto”.
I TAGLI AL SISTEMA SANITARIO TRA IL 2012 E IL 2019
La responsabilità, secondo Antonini, va ritrovata nei tagli effettuati tra il 2012 e il 2019 “40 miliardi di tagli nella spesa sanitaria”, serviti a finanziare “bonus edilizi e ristrutturazioni” pagate giocando “con la pelle della gente”. Oggi le spese stanno tornando, oggi la sanità italiana è povera di idea non di soldi. A nuove idee per il SSN ha dedicato un testo “Terapie per una sanità malata”, redatto insieme a Stefano Zamagni. “È compito della Corte costituzionale difendere la sanità, la Corte, in una storica sentenza, ha definito la spesa sanitaria costituzionalmente necessaria: è compito della Corte costituzionale difendere i diritti dei cittadini”.
CORTE COSTITUZIONALE: DURANTE IL COVID ABBIAMO DOVUTO SCEGLIERE CHI CURARE
La sentenza della Corte nasce proprio dall’esperienza del Covid. “Avevamo poche terapie intensive, abbiamo dovuto scegliere di salvare prima chi aveva più aspettativa di vita, prima i giovani e poi i vecchi, prima i sani e poi i malati. Questo ragionamento è la cosa più contraria che esista al principio personalista della costituzione italiana dove ogni persona ha un valore infinito, una dignità. Non dobbiamo mai fare mancare i soldi alla sanità: spese costituzionalmente rilevante”.
LE DISPARITÀ NELLE ASPETTATIVE DI VITA TRA NORD E SUD
Le Regioni sono attori centrali della spesa sanitaria. “Dal 2012 non sono riviste le tariffe delle prestazioni. Abbiamo le regioni virtuose che riescono ad aggiornare le tariffe, le regioni meno virtuose, dal Lazio in giù, costringono i cittadini a fare viaggi sanitari. L’assurdo è che la prestazione è pagata dalla regione di residenza ma viene fornita da una regione del nord”, spiega Antonello Aurigemma, coordinatore Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. Una disparità che si riversa sulle aspettative di vita. “Tra Trento e Campania c’è una differenza per aspettativa di vita per più di tre anni. Tra Bolzano e la Basilicata un divario di vita in buona salute di più di 14 anni”.
RIVEDERE I PREZZI DEI FARMACI SOTTI I 5 EURO
Riccardo Zagaria, amministratore delegato DOC Pharma, azienda che ha collaborato al convegno (insieme alla Mutua Cesare Pozzo), spiega che a essere fuori controllo è la spesa ospedaliera che “nel 2024 ha avuto uno sfondamento di 3,6 miliardi”. L’aumento della spesa farmaceutica ha avuto un’impennata dopo il covid. Un flusso di denaro che non garantisce alle aziende l’accesso a tutte le materie prime necessarie. “Alcune molecole non si trovano più in farmacia perché troppo poco convenienti, come per esempio l’amoxicillina o la metfomrina. Bisogna rivedere sistema di prezzi di farmaci sotto i 5 euro”.