Un dolore al petto, i soccorsi e il cuore che si ferma ma che ricomincia a battere grazie a un massaggiatore esterno meccanico. È l’innovativo macchinario che ha salvato la vita a una donna di 35 anni a Empoli, in provincia di Firenze.
Ecco come funziona e cosa è emerso dagli studi su risultati, efficacia e sicurezza.
L’INTERVENTO SALVAVITA
All’ospedale San Giuseppe di Empoli una donna di 35 anni in arresto cardiaco è stata salvata grazie a un trattamento innovativo. Appena arrivata al pronto soccorso il suo cuore aveva infatti smesso di battere e sono state avviate le manovre di rianimazione cardiopolmonare utilizzando un massaggiatore esterno meccanico.
Il dispositivo, spiega la Asl Toscana Centro, una volta posizionato correttamente sul torace, esegue il massaggio cardiaco in maniera meccanica automatica. Questo ha permesso di poter eseguire sulla donna una procedura salvavita a cuore fermo senza interrompere le manovre di rianimazione.
Il cuore poi ha ripreso a battere e la paziente è stata trasferita nel reparto di terapia intensiva, dove la sera stessa si è svegliata dal coma senza aver riportato alcun danno a livello cerebrale, nonostante il lungo tempo di rianimazione cardiopolmonare eseguito.
“Per la prima volta abbiamo applicato un trattamento salvavita di questo tipo. Tale risultato è stato raggiunto grazie alla collaborazione e all’ottimo lavoro di squadra tra il personale coinvolto nell’evento ed in particolare il personale dell’Emergenza Sanitaria Territoriale di Empoli, del pronto soccorso, anestesisti-rianimatori, cardiologi e grazie anche alla tecnologia attualmente esistente nel presidio ospedaliero che consente di poter effettuare trattamenti salvavita non applicabili fino a qualche anno fa”, ha detto a La Nazione il dottor Rosario Spina, direttore Anestesia e Rianimazione presso il San Giuseppe di Empoli.
COME AGISCE IL MASSAGGIATORE ESTERNO MECCANICO
I massaggiatori automatici esterni, spiega Nurse24, sono dei device che permettono l’effettuazione meccanica delle compressioni toraciche esterne, liberando in questo modo l’operatore dalla loro effettuazione e garantendo una performance di elevata qualità per tutta la durata della rianimazione.
Stando a quanto riferito dalla testata, in commercio esistono sostanzialmente due presidi approvati dalla Food and Drug Administration (Fda), ovvero l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici: AutoPulse e Lucas.
COSA DICONO GLI STUDI SU QUESTI MACCHINARI
Sebbene nessuno dei più recenti studi clinici randomizzati abbia dimostrato il beneficio in termini di sopravvivenza di AutoPulse e Lucas rispetto alle compressioni manuali, si legge su Nurse24, le persone che sono state sottoposte a compressioni toraciche mediante l’utilizzo del sistema AutoPulse hanno riportato “un miglioramento significativo della pressione arteriosa aortica e della pressione di perfusione coronarica rispetto a coloro che venivano sottoposti alle compressioni toraciche manuali”.
Nel caso dell’utilizzo del Lucas, invece, “è stato dimostrato un aumento significativo dell’ETCO2 (end-tidal CO2, ovvero la quantità di anidride carbonica di fine espirazione) negli umani ai quali veniva riservato questo trattamento rispetto alle compressioni toraciche manuali”.
POSSONO CAUSARE DANNI?
L’articolo cita poi uno studio, pubblicato sulla rivista European Heart Journal dall’European Society of Cardiology, che ha messo a confronto la sicurezza di questi due massaggiatori automatici esterni e delle compressioni manuali per indagare eventuali danni viscerali gravi o potenzialmente letali.
Dai risultati è emerso che il massaggiatore automatico esterno Lucas non causa danni significativamente più gravi o potenzialmente letali rispetto alle compressioni manuali, mentre per quanto riguarda il sistema AutoPulse non si possono escludere.