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Sanità Pnrr

Pnrr e Sanità: dopo il 2026 ci sarà un secondo step fino al 2030?

L'intervento di Pietro Gonella, Stefano Biasioli e Michele Poerio

Adesso che la Ue ha dato il via libera al Pnrr del governo Draghi, riprendiamo il tema delle modifiche da fare al Ssn italiano. Nel precedente nostro articolo abbiamo evidenziato che le novità del Pnrr sono riassumibili in alcuni 4 elementi fondamentali:

a) “Case della Comunità” (1 ogni 20.000 abitanti) – Standard 3.010.
Ora ne sono attive 459. Ne devono essere attivate, quale primo step, altre 1.288 entro il 2026 per un totale di 1.777 “Case”.

E le restanti 1.233 “Case” per raggiungere lo Standard di 3.010? Saranno attivate entro il 2.030 quale secondo step?

b)“Ospedali di comunità” (1 ogni 50.000 abitanti) – Standard 1.205.
Ora sono attivi 3.163 posti letto. Devono essere attivati 381 “Ospedali”, per un totale di ulteriori 7.620 posti letto (381 x 20 p.l.), per complessivi 10.783 posti letto quale primo step.

E i restanti 13.317 posti letto per raggiungere lo Standard di 1.205 per un totale complessivo di 24.100 posti letto (1.205 x 20 p.l.), numero che richiede l’attivazione di altri 665 “Ospedali”? Saranno attivati entro il 2.030 quale secondo step?

c) “Cure domiciliari” (per 1.500.000 abitanti, ovvero il 10% degli over 65). Ora sono seguiti a domicilio circa 702.000 pazienti (il 5,1% degli over 65).

d)  “Centrali Operative Territoriali” (1 ogni 100.000 abitanti), quindi 602 in corrispondenza del Territorio di ogni Distretto.

Il Pnrr prevede la completa attivazione dei punti c) e d) in soli 5 anni, dal 2022 al 2026 (quale primo step), mentre, per i punti a) e b) è prevista solo una attivazione parziale/intermedia.

Su quest’ultimo punto ci risulta impensabile, quasi demenziale lasciare incompiuto – a metà strada – il processo di riorganizzazione del sistema sanitario incentrato sulla creazione di diffuse reti/strutture territoriali di prossimità verso i reali e quotidiani bisogni di salute, sia individuali che collettivi.

Per questo chi scrive ha deciso di mettere nero su bianco e di quantificare non tanto le incomprimibili spese strutturali, ma per definire – una volta per tutte – i costi annuali del personale addetto, personale medico-sanitario e tecnico indispensabile a far funzionare in maniera uniforme sull’intero territorio nazionale le suddette due modalità assistenziali, realizzate che siano le strutture necessarie.

La quantificazione di questi costi – relativamente al secondo step – è stata fatta da uno di noi due, quale responsabile a suo tempo della gestione del personale del Ssn, con esperienza decennale di Coordinamento dei Direttori Generali di ASL/AULSS. Le tabelle sono reperibili alla fine dell’articolo, strutturate in voci analitiche. Sono basate sul concetto fondamentale che, perché esse funzionino, dovranno disporre di tutto il personale necessario per un “funzionamento corretto alla bisogna”, senza tagli aprioristici dello stesso/dotazione organica.

I bacini territoriali di riferimento e gli standards relativi sono desunti dal Documento presentato (a porte chiuse !) lo scorso mese di Maggio, al Policlinico San Matteo di Pavia, dall’Agenas (Agenzia Nazionale per per la Sanità, presieduta dal Dr. Domenico Mantoan).

In sintesi, ecco i costi annuali del personale (inclusi gli oneri riflessi):

  • Case di comunità: 1 ogni 20.000 abitanti, ciascuna con 68 figure professionali e con costi annuali pari a 4.190.000 euro/anno. La spesa totale per il previsto Standard di 3.010 case sarebbe quindi di 12,611900 miliardi di euro/anno. Circa 7,5 miliardi di euro/anno sono attualmente già sostenuti dai bilanci delle ASL. Restano pertanto da coprire circa 5 miliardi di euro/anno.

In merito il recovery fund non da alcuna indicazione di percorso…

  • Ospedali di comunità: 1 ogni 50.000 abitanti, ciascuno con 20 posti letto e con 20 operatori; costo annuale del personale = 800.000 euro/ospedale. Con la realizzazione entro il 2030 di altri 13.317 nuovi posti letto per complessivi 24.100 posti letto (in nuove costruzioni o in pre-esistenti ospedali dismessi), si dovrà sostenere un costo di personale sui 964 milioni di euro/anno.

In merito il recovery fund non da alcuna indicazione di percorso…

Noi, in merito, non possiamo non chiederci: resterà incompiuto il progetto di riorganizzazione del sistema sanitario chiamato a dare risposte a bisogni di salute profondamente diversi da quelli esistenti nel 1978, anno di nascita del Ssn?

Facendo 4 conti, la spesa per il personale sarebbe pari ad almeno 13,5 miliardi di euro/anno. Tenendo conto che 8 miliardi sono attualmente già sostenuti dai bilanci delle ASL, restano almeno 5,5 miliardi di euro/anno che ovviamente andrebbero ad aggiungersi alla spesa annua attualmente sostenuta dal Ssn. Perché, in questo caso, riorganizzazione non significherebbe contenimento della spesa territoriale ma ampliamento della stessa anche attraverso un parziale (quanto parziale?) trasferimento di risorse dal settore ospedaliero. Ovviamente ciò, per noi, dovrebbe avvenire non a scapito delle strutture ospedaliere emergenziali, messe nettamente in crisi nel 2020-2021, perché sottostimate rispetto alla media europea e rispetto a una pesante emergenza, qual è stata e qual è ancora la pandemia Covid.

Al riguardo ci chiediamo se il premier Draghi e la “sua” cabina di regia siano consapevoli di questo e quali siano gli intendimenti per il post 2026 per potenziare concretamente i servizi territoriali, così da completare il disegno riformatore previsto dal Pnrr che richiede un finanziamento annuale non inferiore al 7,3% del Pil.

Infine concludiamo tenendo a riconfermare con forza:

*che resta da scrivere senza ulteriori indugi l’enorme capitolo degli aspetti contrattuali di tutto il personale sanitario;

*che, in merito al punto relativo ai medici di famiglia (MMG), la pensiamo esattamente come il Professor Remuzzi: vanno trasformati in medici dipendenti, abbandonando l’atipica figura attuale di “medici convenzionati”, autogestiti. Già, un bel macigno, questo…;

*che occorre sapere che, all’interno del distretto (o a letere?) va totalmente modificata la centrale operativa territoriale (Cot), deputata al coordinamento dei vari servizi territoriali. Il costo del relativo personale è da Noi già stato inserito nella voce c), ma andrebbero calcolati e quantificati a parte i costi relativi a: nuovo hardware, nuovo software, nuovi sistemi di collegamento con le 3 strutture precedentemente citate, per realizzare realmente un pieno collegamento “sanitario” all’interno di una provincia e su base almeno regionale. Ciò richiede innovazione tecnologica, una trasformazione della carta sanitaria da “passiva” (microchip muto) ad “attiva” (microchip caricato delle informazioni cliniche basilari del paziente), personale adeguatamente informato e attivo 24 ore su 24, per 7 giorni alla settimana.

Pietro Gonella, Stefano Biasioli e Prof. Michele Poerio

NB) Di seguito le Tabelle analitiche. A) e B)

PNRR e SANITÀ – Dopo il 2026 ci sarà un SECONDO STEP al 2030?

A.   “Casa della Comunità”

Bacino territoriale di riferimento

  • 20.000 abitanti
  • STANDARD nr. 3.010 (Numero totale delle Case)

Struttura Unica di Paese/Comune/Frazione/Rione/Quartiere

Vi trovano impiego i seguenti professionisti:

  • Medico Generalista Coordinatore della Casa
  • Medici Generalisti – 1 ogni 1.300 abitanti
  • Medici Pediatri – 1 ogni 700 minori di età < 14 anni
  • Operatori professioni infermieristiche – 1 ogni 1.000 abitanti
  • Operatori professioni riabilitative – 1 ogni 3.000 abitanti
  • Operatori socio sanitari/OSS – 1 ogni 2.000 abitanti
  • Collaboratori/Assistenti amministrativi – 1 ogni 3.000 abitanti
  •  Assistenti sociali – 1 ogni 3.000 abitanti

Organizzazione e Funzionamento

  • Medico Generalista Coordinatore della Casa
  • Assistenza garantita per 7 giorni/settimana e per 24 ore/giorno
  • Trasformazione graduale – da convenzionato a dipendente – del rapporto di lavoro dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta
  • Superamento Guardia Medica Notturna/GMN
  • Orario settimanale del personale medico di 38 ore come personale ospedaliero
  • Turnistica garantita su 24 ore/giorno da Medici Generalisti e da Operatori Professioni infermieristiche: Mattino/Pomeriggio/Notte – M/P/N
  • Servizi
  • Punto prelievi
  • Diagnostica fine
  • Attrezzature e macchinari elettro-medicali
  • Infrastrutture informatiche
  • Collegamenti on line con data base strutture ospedaliere e territoriali

B      “Ospedale di Comunità”

Bacino territoriale di riferimento

  • 50.000 abitanti
  • STANDARD  nr. 1.205 (Numero totale degli Ospedali)

Struttura

  • Ubicata in una nuova Costruzione o, in alternativa,
  • Ubicata in un preesistente ospedale dismesso e riconvertito
  • Vi trovano impiego Operatori Professioni infermieristiche e riabilitative

Organizzazione e funzionamento

  • Assistenza medica garantita per 7 giorni/settimana dai Medici Generalisti su disposizione del Medico Coordinatore delle Case della Comunità e degli Ospedali di Comunità
  • Assistenza infermieristica garantita per 7 giorni/settimana e per 24 ore /giorno
  • Assistenza riabilitativa garantita per 5 giorni/settimana

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