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Udca Cina

Perché le pillole anti Covid non saranno decisive contro Covid

I Paesi procedono in ordine sparso con l’acquisto delle pillole anti Covid, le quali però mostrano limiti secondo gli esperti

 

Non sostituiranno i vaccini, ma soprattutto potrebbero arrivare troppo tardi. L’iniziale entusiasmo per le pillole anti Covid, quando Omicron ancora non era tra noi, sta scemando e i Paesi si stanno muovendo in ordine sparso per accaparrarsi gli antivirali di Pfizer (paxlovid) e Merck (molnupiravir).

Il problema, come sottolinea il Guardian, è che le forniture di paxlovid sono limitate e molnupiravir è meno efficace di quanto sperato.

LE PILLOLE ANTI COVID IN BREVE

Entrambe le pillole anti Covid tentano di bloccare i meccanismi di replicazione del virus ma, per usare le parole dell’infettivologo del San Martino di Genova, Matteo Bassetti, mentre quella di Pfizer “è un inibitore della proteasi e dunque blocca la replicazione del virus”, quella di Merck “crea un virus ‘difettoso’, facendolo mutare in maniera anomala”.

Gli studi sul farmaco di Pfizer hanno mostrato che riduce dell’89% il rischio di contrarre il Covid in forma grave e quindi le possibilità di ricovero o di morte tra gli adulti. Gli ultimi risultati sull’antivirale di Merck, invece, hanno indicato un’efficacia pari solo al 30% (inizialmente si pensava fosse del 50%).

Affinché il trattamento con le pillole anti Covid sia soddisfacente è necessaria una diagnosi precoce che consenta di iniziare la cura entro 5 giorni dai primi sintomi.

Per il momento potranno riceverle solo i pazienti ad alto rischio di malattia grave e morte, e – a causa della mancanza di dati sufficienti – non potranno essere somministrate alle donne in gravidanza o in allattamento. Le pillole di Pfizer, inoltre, sono sconsigliate nei pazienti con grave compromissione renale o epatica.

COME SI STA MUOVENDO L’EUROPA

Attualmente tutti e due gli antivirali sono in corso di valutazione da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) che però ha autorizzato gli Stati ad utilizzarli in una situazione d’emergenza. Danimarca e Regno Unito, intanto, hanno autorizzato il prodotto di Merck. Non essendoci, infatti, una strategia comune a livello europeo su acquisto e distribuzione, i Paesi si stanno muovendo autonomamente.

ITALIA

Secondo quanto annunciato dal direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Nicola Magrini, le pillole di Merck saranno distribuite da parte della struttura Commissariale alle Regioni dal 4 gennaio. L’Italia, riferisce Repubblica, ne ha acquistati 50 mila cicli, ma all’inizio ne arriverà solo una piccola parte. Mentre per quanto riguarda Pfizer, l’ordinativo è di 200 mila cicli, tuttavia, potrebbe non arrivare prima di marzo.

FRANCIA

La Francia, riferisce il quotidiano, a seguito del ridimensionamento dell’efficacia del prodotto di Merck ha deciso di rinunciare ai suoi 50 mila cicli per puntare tutto su Paxlovid.

GERMANIA

La Germania, scrive Reuters, sta acquistando un milione confezioni di paxlovid e il ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach a tal proposito ha detto: “È un farmaco è molto promettente” che “può impedire in misura significativa il decorso grave della malattia se usato tempestivamente. Spero che riusciremo a evitare numerosi casi nelle terapie intensive”.

EXTRA UE

Intanto, fuori dall’Europa, Israele ha comprato 100 mila cicli di paxlovid e, scrive Haaretz, la prima spedizione di decine di migliaia di pillole dovrebbe arrivare questa settimana.

Gli Stati Uniti hanno ordinato 10 milioni di cicli di paxlovid e 3 milioni di molnupiravir. Tuttavia, scrive il Guardian, per questo mese gli Usa riceveranno solo 65 mila dosi e probabilmente altre 200 mila a gennaio.

Tra gli altri Paesi che acquisteranno le pillole anti Covid ci sono anche Nuova Zelanda, Australia, Corea del Sud, Taiwan, Singapore e Malesia.

I LIMITI DELLE PILLOLE ANTI COVID

Sono molti i giornali che parlano di un raffreddamento dell’entusiasmo per quello che era visto come un nuovo trattamento molto promettente. Le forniture limitate, il ridimensionamento dell’efficacia del farmaco di Merck e l’uso consigliato solo ad alcuni pazienti rendono le pillole anti Covid meno decisive di quanto si pensasse nella lotta contro la pandemia. Soprattutto con l’arrivo di Omicron che sta facendo registrare livelli record di contagi giornalieri.

La carenza delle forniture, prevede il Guardian, è destinata a persistere nel breve termine. Gli antivirali, spiega, sono complessi da creare e ci vorranno da 6 a 8 mesi per aumentare la produzione, con Pfizer che prevede di fare 120 milioni di cicli di trattamento nel 2022.

Come ha dichiarato Guido Rasi, microbiologo all’università Tor Vergata e consulente del Commissario Francesco Figliuolo, nonché ex direttore dell’Ema: “C’è il rischio che il picco sia già stato superato, quando diventeranno disponibili. L’assunzione deve essere il più precoce possibile, subito dopo il risultato positivo del tampone. Con i tempi lunghi che abbiamo per processare i test, in questo momento ci troveremmo in difficoltà”.

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