skip to Main Content

Parafarmacie

Perché le parafarmacie non possono fare i tamponi?

Le farmacie fanno affari d’oro con i tamponi, ma alle parafarmacie viene negata questa possibilità, come mai? Numeri, ipotesi e commenti

 

Di business dei tamponi nelle farmacie si parla da tempo, soprattutto quando sotto le festività natalizie sono state prese d’assalto in vista di pranzi e cenoni, ma ora si torna sull’argomento per l’“ingiustizia” fatta alle parafarmacie che, alla stregua di sorellastre, vengono escluse dal giro d’affari.

Come mai?

I CONTI NEI TWEET DI FUBINI

Il vicedirettore del Corriere della sera, Federico Fubini, ha raccontato su Twitter la sua esperienza personale nel sottoporsi a un tampone antigenico in farmacia, durante il quale ha anche avuto modo di fare qualche calcolo su quanto può mediamente arrivare a incassare una farmacia solo con i tamponi:

COSA È SUCCESSO IN PARLAMENTO

Come scrive Fubini, “giorni fa il parlamento ha fragorosamente respinto l’apertura all’ipotesi che anche le parafarmacie forniscano i test antigenici” perché, suppone il giornalista, “qualche portavoce delle farmacie, con validi argomenti, deve aver convinto qualche parlamentare a votare no”.

CHI HA DETTO SÌ E CHI HA DETTO NO

L’emendamento che estendeva la possibilità di fare i tamponi alle parafarmacie era stato presentato a gennaio da Gianluca Castaldi del M5s. Sebbene la proposta avesse avuto il parere positivo del governo e del relatore del provvedimento, Nazario Pagano di Forza Italia, aveva poi incontrato il ‘no’ di Fratelli d’Italia, Lega e Italia Viva.

“I tamponi rapidi per il Covid si devono poter effettuare anche nelle parafarmacie e la battaglia del Movimento 5 Stelle andrà avanti”, aveva detto Castaldi. “È tempo di rispondere alla disponibilità delle parafarmacie e ampliare la possibilità dei cittadini di fare test antigenici rapidi. Lo screening è una parte fondamentale della gestione della pandemia. Oggi – conclude – avremmo potuto renderlo più forte”.

IL SILENZIO DI FDI

Ieri nel corso della trasmissione Dimartedì su La7, il deputato di LeU, Pier Luigi Bersani, è tornato sulla questione chiedendo spiegazioni all’esponente di Fratelli d’Italia, Elisabetta Gardini: “A proposito di lavoro, mi vuol dire perché Fratelli d’Italia, Lega, Renzi e tutto il centro hanno bocciato un emendamento che estendeva la possibilità di fare i tamponi alle parafarmacie?”.

“Voi ce l’avete col governo, ma non con le lobby. Stiamo parlando di lavoro e della dignità di un farmacista a cui non date la possibilità di fare un tampone nella sua parafarmacia. È una vergogna. Quando si arriva al dunque, non vi sottraete neanche voi a questi aspetti di Italietta”. Così conclude Bersani, il quale non riceve una risposta da Gardini.

L’OMBRA DELLE LOBBY

Di lobby dei farmacisti ha scritto anche Il Fatto Quotidiano ricordando che il forzista Andrea Mandelli non è solo deputato e vicepresidente della Camera ma anche il presidente dell’Ordine dei farmacisti.

“Glielo giuro su quello che ho di più caro: non ho subito alcuna pressione da Mandelli” ha assicurato Pagano. Tuttavia, il quotidiano sostiene che Mandelli “si è dato molto da fare con i colleghi senatori per sostenere che le parafarmacie dovessero essere tenute fuori dal circuito dei tamponi come poi è puntualmente avvenuto”.

“Non possiamo non credere che gli intralci ai vari emendamenti proposti di recente per far effettuare i tamponi in parafarmacia non siano stati pretestuosi e strumentalmente sollevati da chi ha potere per farlo. Il presidente Mandelli, che rappresenta tutta la categoria dei Farmacisti, dovrebbe far propria questa nostra dichiarazione di unità dando un segnale di tutela della professione”, era stato il commento dell’Unione nazionale farmacisti titolari di sola parafarmacia (Unaftisp).

COSA DICONO LE PARAFARMACIE

“Per impedire che i tamponi vengano fatti in parafarmacia è in atto una vera e propria campagna denigratoria”. È il quanto dichiarato da Davide Gullotta, presidente della Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane (Fnpi).

“Purtroppo tutt’oggi rappresentanti dei titolari di farmacia continuano a veicolare falsità come che le parafarmacie non sono sul portale TS, che le parafarmacie non possono gestire i codici fiscali o che in parafarmacia non si avrebbe lo stesso livello di sicurezza. È in atto una vera e propria narrazione errata – prosegue Gullotta – che mira a danneggiare le parafarmacie e far passare l’immagine che in parafarmacia non si possano gestire neanche i codici fiscali dei clienti in sicurezza”.

“Da anni le parafarmacie gestiscono i codici fiscali dei propri clienti inviando i dati per il 730 precompilato e gli scontrini parlanti con gli stessi software e metodi che si trovano in farmacia. Ma nonostante ciò si continuano a veicolare queste assurdità. In Lombardia, – denuncia il presidente della Fnpi – addirittura viene fatto passare il messaggio che la richiesta dei tamponi nelle parafarmacie viene principalmente dalla GDO e che la maggioranza delle parafarmacie sono delle GDO. Un dato palesemente falso: ricordiamo, infatti, che le parafarmacie della GDO (i cosiddetti corner) rappresentano numericamente poco meno del 10% del totale delle parafarmacie in Italia e che la richiesta di poter fare i tamponi arriva da noi farmacisti di vicinato”.

“Di fatto, in Lombardia, – conclude Gullotta – nonostante l’emergenza ed il voto del consiglio regionale ancora si attende che le parafarmacie possano effettuare i tamponi. Una lentezza burocratica che mal si concilia con un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo. È frustrante e vergognoso dover ribadire ogni volta delle ovvietà palesi come il fatto che da anni le parafarmacie inviano i dati sul portale TS e che sono luoghi controllati dalla ASL”.

SI RIPARTE IN ORDINE SPARSO

A oggi, ad eccezione delle province autonome di Trento e Bolzano, dove alcune parafarmacie stanno effettuando i tamponi in autonomia, nel resto d’Italia non è ancora possibile. Inizialmente, nelle Marche, ricorda Socialfarma, la Regione aveva dato il via all’esecuzione dei tamponi rapidi anche alle parafarmacie, ma il permesso è stato revocato dopo pochi giorni.

“Bisogna ampliare le attività di rilevamento dei contagi da Sars-Cov-2, per questo ho chiesto e ottenuto da regione Abruzzo l’impegno a mettere in campo tutto quanto necessario affinché le parafarmacie, dotate di spazi idonei sotto il profilo igienico-sanitario di sicurezza e tutela della riservatezza, possano effettuare test antigienici rapidi e accedere alla piattaforma di registrazione degli esiti”. È l’annuncio di Francesco Taglieri, vicepresidente della Commissione sanità della Regione e firmatario della Risoluzione approvata ieri all’unanimità con la quale si apre la strada all’esecuzione di test rapidi anche in parafarmacia.

Intanto, i titolari degli esercizi e le associazioni di categoria restano in attesa della sentenza della Corte Costituzionale.

Back To Top