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Tamponi Farmacie

Tutti i numeri sul business dei tamponi per le farmacie

Nonostante diano una relativa sicurezza, le file per i tamponi nelle farmacie non accennano ad accorciarsi. Dati e pareri degli esperti sulla corsa ai test rapidi anti Covid

 

Farmacie prese d’assalto, code e attese lunghissime per un tampone in queste giornate di festa. Da Nord a Sud gli italiani non sono stati fermati né dal maltempo né dagli impegni natalizi pur di trascorrere o, almeno sperare di trascorrere, incontri senza il timore di essere positivi al Covid.

I DATI DEI TAMPONI NELLE FARMACIE

Le farmacie non si sono mai fermate e il numero di tamponi effettuati non è mai stato così alto. A riferirlo è Marco Cossolo, presidente di Federfarma, che ha detto a Repubblica: “Ormai sono più di 14 mila quelle che fanno i tamponi rapidi. In media ne fanno 50 o 60 al giorno ma alcuni colleghi hanno messo in piedi una specie di industria”.

Per Federfarma, riferisce il quotidiano, in farmacia si fanno circa l’80% dei tamponi, il che significa che nei giorni di maggior afflusso ne sono stati fatti anche 700 mila: “Si tratta del 20% in più rispetto al periodo pre-festivo”, ha detto Cossolo. I dati sono stati forniti dalle oltre 14 mila farmacie che aderiscono alla campagna su tutto il territorio nazionale.

QUANTO HANNO SPESO GLI ITALIANI IN TAMPONI

Secondo il protocollo d’intesa per la somministrazione dei test antigenici rapidi, siglato lo scorso agosto dal Commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo con gli operatori farmaceutici e in vigore fino alla fine dello stato d’emergenza (31 marzo 2022), il prezzo calmierato è di 15 euro dai 12 anni in su e di 8 euro per la fascia 8-12. Gli italiani, scrive Repubblica, hanno speso circa 9-10 milioni al giorno e si prevede che il trend continui.

STIAMO ESAGERANDO?

Alcuni esperti però ritengono eccessiva la corsa ai tamponi di questo periodo. “Ho visto file mostruose. Il tampone dev’essere fatto con logica e su consiglio del medico, i tamponi, fatti così, a caso, danno false sicurezze. E poi non possiamo portare via un tampone a chi ne ha veramente bisogno”, ha detto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.

Concorda con Sileri anche Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi), per il quale il ricorso al tampone, si legge sul Sole24Ore, “va limitato ai casi strettamente necessari, dopo essersi consultati con il proprio medico”.

UNA FALSA SICUREZZA

Non bisogna poi sopravvalutare l’esito del test rapido, come ha ricordato in un’intervista al Corriere della Sera, Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive all’Ospedale San Martino di Genova, il quale ha parlato di “isteria da tamponi”: “Stiamo correndo dietro al virus, rischiamo di farci fregare un’altra volta. […] Per non parlare dell’isteria da tamponi: i vaccinati dovrebbero farselo solo se hanno sintomi. Peraltro, ricordiamo ancora una volta che il tampone dà una falsa sicurezza, perché è l’istantanea di un attimo e può dare falsi negativi”.

È dello stesso parere Mandelli che ha detto: “È importante che il ricorso al tampone non diventi una sorta di ‘lasciapassare’ per situazioni non sicure, perché il tampone fotografa solo il momento presente, quello del test, e non protegge dall’infezione”.

Anche per l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco andrebbero riviste le regole del tracciamento: “Bisognerebbe in questa fase dare la priorità per l’accertamento con il tampone ai sintomatici, in modo da avviare precocemente il trattamento in caso di positività. Ai contatti asintomatici vaccinati prescrivere semplici regole di precauzione per evitare che entrino in contatto stretto con soggetti fragili. Ai contatti non vaccinati, isolamento per 21 giorni senza tampone di conferma”.

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