La taurina, una sostanza chimica prodotta dal nostro corpo ma che assumiamo anche attraverso alcuni cibi e bevande, potrebbe aumentare il rischio di crescita di tumori mieloidi come la leucemia.
A sostenerlo è uno studio del Wilmot Cancer Institute dell’Università di Rochester (New York) pubblicato sulla rivista Nature.
COS’È LA TAURINA
La taurina, come spiega l’Irccs Humanitas, è una sostanza che nell’organismo umano viene prodotta dal catabolismo ossidativo della cisteina oppure per ossidazione dell’ipotaurina.
Si trova nel midollo osseo, nel cervello, nei muscoli e nel cuore. Sotto forma di acido taurocolico e di acido taurodesossicolico entra nella costituzione degli acidi biliari, che servono per facilitare la digestione e l’assorbimento dei grassi e delle vitamine liposolubili; nel sistema nervoso centrale è un neurotrasmettitore con azione inibitrice.
IN QUALI ALIMENTI SI TROVA
Sia carne, specialmente rossa, che pesce, in particolare i frutti di mare, contengono la taurina, che si trova anche in latte, latticini e uova. Non è invece presente negli alimenti di origine vegetale.
QUANTA ASSUMERNE
Per il ministero della Salute, la taurina rientra nella classificazione “Altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico” e in particolare nell’elenco “Sostanze con apporto massimo giornaliero definito”, che per questa sostanza risulta essere 1000 mg al giorno.
ALTRI EFFETTI
La taurina, aggiunge l’Irccs Humanitas, “grazie alle sue proprietà antiossidanti, proteggerebbe le cellule dell’organismo dai danni procurati dallo stress ossidativo” e “sembrerebbe inoltre avere effetti protettivi nei confronti del sistema cardiovascolare (soprattutto anti-ipertensive e anti-colesterolo)”. Inoltre, “diversi studi hanno messo in evidenza come possa proteggere la retina da diversi disturbi e le cellule epatiche dalle tossine”.
Ma oltre agli effetti relativi alla sua produzione naturale, la taurina è nota anche per avere un effetto stimolante in grado di migliorare le prestazioni fisiche e mentali in caso di stress. Motivo per cui da anni sono disponibili in commercio molti integratori a base di taurina e bevande energetiche che promettono di ritardare l’insorgenza della fatica, migliorare la resistenza muscolare e mantenere livelli di energia elevati per periodi prolungati.
Considerate tali qualità, secondo il team di ricerca dell’Università di Rochester, sotto forma di integratore proteico, la taurina sarebbe stata prescritta a pazienti oncologici per mitigare gli effetti collaterali della chemioterapia.
Gli studiosi hanno poi ricordato anche una precedente ricerca sulla taurina nei tumori gastrici in cui si rilevava che gli integratori potrebbero potenziare il sistema immunitario di alcuni pazienti.
COSA C’ENTRA LA TAURINA CON LA LEUCEMIA
Tuttavia, lo studio del Wilmot Cancer Institute dell’Università di Rochester ha scoperto che la taurina, promuovendo la glicolisi (una scomposizione del glucosio per produrre energia) nelle cellule tumorali, potrebbe favorire la crescita di tumori mieloidi come la leucemia, uno dei tumori del sangue più aggressivi.
I ricercatori infatti sono riusciti a bloccare la crescita della leucemia nei modelli murini e nei campioni di cellule leucemiche umane utilizzando strumenti genetici per impedire alla taurina di entrare nelle cellule tumorali.
Gli studiosi hanno inoltre scoperto che questa sostanza è prodotta da un sottoinsieme di cellule normali nel microambiente del midollo osseo, il tessuto all’interno delle ossa dove i tumori mieloidi hanno origine e si espandono.
PERCHÉ È UNA SCOPERTA IMPORTANTE
La leucemia ha diversi sottotipi e i tassi di sopravvivenza variano. Questo studio, come hanno spiegato i ricercatori, rileva che l’espressione del trasportatore di taurina è essenziale per la crescita di molteplici sottotipi, inclusa la leucemia mieloide acuta (AML), la leucemia mieloide cronica (CML) e le sindromi mielodisplastiche (MDS), che originano tutte dalle cellule staminali del sangue nel midollo osseo.
“Siamo molto entusiasti di questi studi perché dimostrano che colpire l’assorbimento da parte delle cellule di leucemia mieloide potrebbe essere una nuova via possibile per il trattamento di queste malattie aggressive”, ha affermato Jeevisha Bajaj, professoressa nel dipartimento di Genetica biomedica e membro del programma di ricerca sul Microambiente tumorale del Wilmot che ha guidato il team.
Studi futuri, fanno sapere i ricercatori, indagheranno i segnali provenienti dal microambiente che promuovono la transizione della MDS, un precursore della leucemia, a leucemia acuta.