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appello scienziati

Perché il Sole folgora gli scienziati sulla sanità

La richiesta avanzata da 14 scienziati di portare il finanziamento del Servizio sanitario nazionale all'8% del Pil, come accade nei Paesi europei avanzati, per il Sole 24 Ore sarebbe fattivamente irrealizzabile. Ecco perché

 

Un appello urgente per chiedere un piano straordinario di finanziamento del Servizio sanitario nazionale (Ssn) ed evitare di ritrovarci con una sanità come quella degli Stati Uniti, dove solo i ricchi possono curarsi. È quanto, la scorsa settimana, 14 scienziati, del calibro di Giorgio Parisi, Franco Locatelli (nella foto) e Silvio Garattini, hanno chiesto di scongiurare con una lettera aperta.

Per i firmatari è indispensabile agire ora, adeguando il finanziamento del Ssn agli standard dei Paesi europei avanzati – e cioè portarlo all’8% del Pil anziché all’attuale 6,27%, che nei prossimi due si ridurrà fino al 6,2%. Una cifra inferiore a quella di vent’anni fa, osservano gli scienziati.

Tuttavia, stanziare quanto altri Stati, secondo l’analisi del Sole 24 Ore, per l’Italia è impraticabile per una questione di numeri.

LA POLEMICA SUI FONDI ALLA SANITÀ

Da una parte la premier Giorgia Meloni che rivendica “la cifra record di 134 miliardi” del fondo sanitario di quest’anno, dall’altra le opposizioni che lamentando i “tagli continui” al settore.

Anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci, durante un evento di qualche giorno fa organizzato da Forza Italia, ha difeso l’operato dell’esecutivo affermando che, pur venendo “da anni in cui la sanità è stata oggetto solo di tagli e definanziamenti”, questo governo ha aumentato con le sue prime due finanziarie “le risorse per il fondo sanitario nazionale che ha raggiunto cifre mai viste in passato”.

“A chi sostiene che avremmo tagliato i fondi alla sanità ricordo che non è così: solo con l’ultima legge di bilancio ci sono 3 miliardi in più nel 2024, 4 miliardi nel 2025, 4,2 miliardi nel 2026. Non ricordo incrementi del Fondo di questa portata nelle finanziarie dei governi di qualche anno fa quando si dava molto di meno – tranne nel periodo pandemico – al fondo sanitario. Dire che ci sono stati tagli è semplicemente falso”, ha concluso.

IL PESO DI PIL E INFLAZIONE

Tuttavia, per il Sole 24 Ore, la polemica che si è innescata tra governo, opposizioni e ora anche con la scienza, poco c’entra con la questione strutturale che interessa il margine di manovra per i fondi da destinare alla sanità.

Si osserva infatti che “in finanza pubblica i valori nominali contano fino a un certo punto, soprattutto all’indomani dello shock inflattivo più grave degli ultimi decenni, e che proprio per questo il parametro più rilevante è nel rapporto con il Pil: come accade per il debito, che a fine 2023 valeva 289,3 miliardi in più rispetto al 2020 pesando però sul prodotto interno lordo 17,6 punti in meno rispetto all’anno della crisi pandemica (137,3% contro 154,9%)”.

Inoltre, per il quotidiano economico, “il quadro si complica, soprattutto dopo gli ultimi calcoli dell’Istat che il 1° marzo scorso ha rivisto al rialzo le dimensioni del Pil italiano. Aggiornando i dati della NaDef 2023 alla luce della manovra e dei riconteggi Istat, il finanziamento sanitario di quest’anno si attesta al 6,27% del Pil, livello sostanzialmente replicato l’anno prossimo prima di un’ulteriore limatura al 6,20% nel 2026. Si tratta dei livelli più bassi dal 2007 a oggi”.

PERCHÉ LA RICHIESTA DEGLI SCIENZIATI È IRREALIZZABILE

Ipotizzando di tornare almeno al 6,7% del 2022, il Sole scrive che servirebbero “9,2 miliardi quest’anno e 9,4 il prossimo” ma “ancora più ciclopiche” sarebbero “le cifre necessarie per raggiungere l’8% del Pil, livello giudicato il minimo indispensabile dall’appello degli scienziati”. E questo perché “per arrivare lì servirebbero 32 miliardi quest’anno, e 37,4 il prossimo”. Numeri definiti “nemmeno immaginabili con i conti che si stanno faticosamente elaborando al ministero dell’Economia in questi giorni”.

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