Gli Stati Uniti potrebbero non aver bisogno del vaccino contro il Covid di AstraZeneca, anche se otterrà l’approvazione dalla Fda. A spiegarlo alla Reuters è stato nella giornata di ieri Anthony Fauci.
CHE COSA HA DETTO FAUCI
Il direttore dell’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive e consigliere medico capo della Casa Bianca, ha affermato che gli Stati Uniti hanno contratti sufficienti con altri produttori per vaccinare l’intera popolazione, e forse abbastanza dosi anche per i richiami in autunno.
LA POSIZIONE DEGLI USA SUL VACCINO ASTRAZENECA
Alla domanda se gli Stati Uniti utilizzeranno le dosi di vaccino di AstraZeneca, ha detto: “La mia sensazione generale è che, visti i rapporti contrattuali che abbiamo con un certo numero di aziende, abbiamo abbastanza vaccini per soddisfare tutte le nostre esigenze senza utilizzare AstraZeneca”.
IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
Ricordiamo che nella scorsa settimana lo stesso Fauci si era reso protagonista di una polemica a distanza con l’azienda anglo-svedese. Dopo la presentazione dei risultati dell’interim sull’efficacia del vaccino, il consigliere aveva lasciato intendere la scarsa attendibilità di quei risultati giudicati “datati”. Eppure, come promesso, AstraZeneca presentò dopo appena 48 ore i dati della ‘full’ che non solo confermavano i risultati registrati in precedenza, ma vedevano anche migliorare il dato sull’efficacia negli over 65.
IL CASO ASTRAZENECA
In tutto questo va ricordato che, nonostante l’attuale inutilizzo di AstraZeneca negli Usa per mancata approvazione, e nonostante le dichiarazioni dubitative su un possibile ricorso a questo vaccino nel prossimo futuro, gli Stati Uniti mantengono ancora il blocco dell’export.
LE CONSEGUENZE PER L’EUROPA
Anche a causa di questa politica protezionistica l’Europa è stata costretta a rivedere al ribasso le consegne previste per questo vaccino nel primo e secondo trimestre.
LA SITUAZIONE IN ITALIA
In Italia, tra aprile e giugno, è previsto l’arrivo di 10 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca. Inizialmente la tabella prevedeva l’arrivo di 20 milioni di dosi. La metà di queste dipende dalle eventuali forniture da stabilimenti presenti in paesi extra Ue.
(Estratto di un articolo pubblicato su quotidianosanita.it)