Martedì 12 gennaio è giunto in Italia il primo carico di vaccini della casa farmaceutica Moderna. Le dosi, che verranno distribuite in 4-5 regioni d’Italia, si sommano a quelle del vaccino Pfizer-Biontech la cui somministrazione è già iniziata.
Ma se i vaccini anti Covid potrebbero non essere più un problema, a iniziare a preoccupare è il numero del personale impegnato nella campagna di vaccinazione. Al bando del Governo per l’arruolamento di 12.000 infermieri hanno risposto in 3.900. La soluzione potrebbe costare (molto) cara.
Andiamo per gradi.
IL BANDO DEL GOVERNO
Partiamo dal principio. Lo scorso 11 dicembre, il Commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri ha emanato un avviso pubblico per assumere con un contratto a tempo determinato fino a 3.000 medici e 12.000 infermieri e assistenti sanitari, per sostenere la campagna di somministrazione del vaccino nelle 1.500 strutture distribuite su tutto il territorio nazionale.
LA RISPOSTA DI MEDICI ED INFERMIERI
Al bando, però, ha risposto oltre il quadruplo dei dottori richiesti e meno di un terzo degli infermieri necessari. Secondo quanto scritto da Agi, sono 14.800 i medici che si sono resi disponibili a vaccinare, mentre gli infermieri sono solo 3.900, stando alle domande arrivate fino ad ora.
COSTI PIU’ ALTI DI QUELLI PREVISTI?
Il ventaglio delle risposte al bando fa prefigurare costi più alti di quelli previsti, ovvero dei 534 milioni stanziati dalla Legge Bilancio per pagare i nove mesi di contratto. Il compenso dei medici è più del doppio di quello degli infermieri.
OLTRE 60.000 INFERMIERI LIBERI PROFESSIONISTI
Eppure, gli infermieri, in Italia, non mancano. La Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi) conta oltre 60 milioni di infermieri liberi professionisti che “hanno i requisiti richiesti dal bando del Commissario straordinario per Covid-19” e che sono “in stand by perché non essendo dipendenti non hanno ricevuto alcuna priorità nell’essere essi stessi vaccinati e quindi sono esposti al massimo rischio di infezione senza tutele”.
LE RICHIESTE DEGLI INFERMIERI LIBERI PROFESSIONISTI
Ed è in nome di questi infermieri che la Fnopi ha inviato una lettera-appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ai ministeri della Salute e degli Affari regionali Roberto Speranza e Francesco Boccia, al Commissario Domenico Arcuri e al presidente delle Regioni Stefanio Bonaccini.
Nella lettera, si legge sul sito della Federazione, la Fnopi chiede che i liberi professionisti “siano considerati alla stregua dei loro colleghi dipendenti tra il personale da sottoporre al più presto e prioritariamente alla campagna di vaccinazione e chiede anche che venga riconosciuta loro analoga premialità a quella riconosciuta agli infermieri dipendenti”.
Il furgone è arrivato allo Spallanzani di Roma intorno a mezzogiorno.
FIALS: SERVONO PROPOSTE REALI
Per Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials, Federazione italiana autonoma lavoratori della sanità, “non è che gli infermieri disertano il bando di Arcuri, ma semplicemente non ci sono, anche a causa dell’imbuto formativo. E quelli che ci sono sono stanchi di essere trattati come professionisti di serie B”, dice Carbone. “Fermo restando la reale necessità di reclutare infermieri e assumerli con contratti non precari vista la pregressa carenza di decine di migliaia di infermieri nel Servizio sanitario nazionale, servono proposte reali. Tanto più che riceviamo segnalazioni dai territori di infermieri che si sono resi disponibili alle Aziende di appartenenza per partecipare alla campagna, ma nessuno gli risponde”, aggiunge Carbone.
L’ARRIVO DELLE FIALE DI MODERNA
Certo è che sull’arruolamento del personale serve accelerare. L’Italia può contare su un importante numero di fiale di vaccini anti Covid per portare avanti, in queste settimane, la campagna vaccinale. Alle dosi di vaccino di Pfizer-Biontech, si aggiungono, infatti anche quelle di Moderna.
Oggi, 12 gennaio, poco dopo le 2 di notte il furgone dei vaccini di Moderna ha attraversato il Brennero e intorno a mezzogiorno è arrivato all’Istituto Superiore di Sanità (Iss) a Roma. Le fiale saranno distribuite in 4-5 regioni, tramite il corriere Sda di Poste Italiane.