Nel mondo della salute globale, scrive il Guardian, le notizie principali riguardano l’influenza aviaria, il virus H5N1, e anche l’epidemia mortale nella Repubblica Democratica del Congo di una malattia misteriosa. […]
UNA SOLA MUTAZIONE POTREBBE FARE LA DIFFERENZA
L’influenza aviaria ha destato preoccupazione negli ultimi tempi a causa di diversi cambiamenti nella gravità della potenziale minaccia: l’endemia nelle popolazioni di uccelli selvatici; la diffusione tra gli uccelli domestici, che ha provocato il blocco dei tacchini nell’inverno del 2022; le notizie provenienti da tutto il mondo sulle infezioni nei mammiferi come i leoni marini che si nutrono o vivono vicino agli uccelli selvatici. Nell’ultimo anno, un importante cambiamento è stata la conferma della trasmissione da mammifero a mammifero tra le mucche da latte negli Stati Uniti.
La crescente vicinanza del virus all’uomo ha portato a un aumento del numero di infezioni nell’uomo nell’ultimo anno (da uccello a uomo o da mucca a uomo), ma l’H5N1 non può ancora trasmettersi da uomo a uomo come il Sars-Cov-2 o l’influenza stagionale, motivo per cui è considerato a basso rischio. Tuttavia, un recente articolo di Science ha osservato che al ceppo presente nelle mucche basterebbe una singola mutazione per far passare il virus dalla specificità aviaria a quella umana. È questo il passaggio che indurrebbe i governi ad attivare i piani di preparazione e risposta alle pandemie e farebbe balzare il virus in cima ai registri dei rischi.
Ma le perplessità sono ancora maggiori quando si guarda all’H5N1. Prima di quest’anno, il tasso di mortalità era stimato intorno al 50%, ed è ancora letale per molte specie di uccelli e gatti. Ma dei 57 contagi confermati negli Stati Uniti nell’ultimo anno, tutti sono stati lievi e nessuno è stato ricoverato in ospedale. […]
MISURE PREVENTIVE
In prospettiva, non sarebbe saggio dare per scontato che non muti ulteriormente o che si tratti di un ceppo lieve. Se lavorassi in un dipartimento governativo per la salute, starei preparando dei piani per rispondere al meglio a un maggior numero di casi di influenza aviaria negli esseri umani, comprese le indicazioni per i medici di base e gli ospedali, i test per i vaccini e gli antivirali e i piani di stoccaggio e contenimento.
In primo luogo, dobbiamo continuare a individuare i casi, il che richiede una strategia di analisi e una diagnostica adeguata. Il sequenziamento dei campioni positivi può dirci dove una persona si è infettata, quale ceppo ha e quanto è infettiva la trasmissione. Attualmente, il Regno Unito ha una strategia di rilevamento per i lavoratori ad alto rischio e negli ospedali. […]
UOVA E VACCINI
Dobbiamo anche preparare contromisure mediche come vaccini e antivirali come il Tamiflu. Abbiamo la fortuna di avere un vaccino approvato, che è stato precedentemente utilizzato per coloro che lavoravano in un allevamento di visoni in Finlandia, e il Regno Unito ha immagazzinato 5 milioni di dosi. Sebbene sia utile avere un vaccino generico contro l’H5N1 pronto all’uso, non sarebbe specifico per il ceppo in circolazione.
In un briefing sull’influenza aviaria di alcuni mesi fa, un dirigente dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie ha osservato che gli Stati Uniti stavano aspettando di accumulare i vaccini in modo da poterli adattare con maggiore precisione al ceppo circolante, se necessario. Ma produrre rapidamente un numero sufficiente di vaccini sarebbe un problema, dato che attualmente i vaccini contro l’H5N1 sono prodotti nelle uova, che dipendono da polli sani. Il governo statunitense spende milioni di dollari in contratti con aziende avicole per ottenere uova pronte per la produzione di vaccini […]
DOMANDE (FINORA) SENZA RISPOSTA
Inoltre, abbiamo bisogno di una strategia chiara sulla gestione della diffusione. Se il ceppo circolante è effettivamente lieve negli esseri umani, i funzionari tollererebbero la diffusione mentre vaccinano i gruppi ad alto rischio? E se fosse più grave nell’uomo e i giovani e soprattutto i bambini si ammalassero gravemente?
Cosa succederebbe se gli ospedali fossero sovraccarichi? In questo caso, qual è il piano per contenere e ritardare la vaccinazione? Come costruire la fiducia nell’ennesima campagna di vaccinazione? È meglio anticipare queste domande e preparare piani che aiutino il processo decisionale in modo logistico ed equilibrato.
Per ora, a meno che non siate scienziati che lavorano in questo settore, funzionari della sanità o dell’agricoltura, lavoratori agricoli o persone che si trovano a stretto contatto con gli animali, o che non consumiate latte crudo o carne poco cotta (il che è comunque una pessima idea), non è ancora una preoccupazione importante. Ma se il quadro dovesse cambiare ulteriormente, non potremo evitare l’argomento.
(Estratto dalla rassegna stampa estera a cura di eprcomunicazione)