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Assemblea Farmindustria

Numeri, critiche e attese dell’industria del farmaco

Che cosa è emerso dall’assemblea di Farmindustria che ha eletto Marcello Cattani nuovo presidente

 

Marcello Cattani, neopresidente di Farmindustria, l’associazione confindustriale che riunisce le aziende del settore farmaceutico, ha presentato oggi a Roma nel corso dell’Assemblea pubblica “Essere competitivi in Europa. Scenari della farmaceutica” il suo programma e riferito lo stato di salute del settore.

Cattani – presidente e amministratore delegato di Sanofi Italia e Malta – succede a Massimo Scaccabarozzi che è stato alla guida dell’associazione dal 2011 al 2022.

I SUCCESSI DELL’INDUSTRIA FARMACEUTICA

Nel 2021, afferma Farmindustria, la vita media in Italia ha recuperato 6 mesi in 1 anno dopo il brusco stop imposto dalla pandemia.

“Siamo fieri di aver visto ripartire l’Orologio della Vita, perché è la prova tangibile di come investimenti, ricerca e innovazione nel settore farmaceutico rappresentino speranza e sviluppo per il futuro. Un successo del nostro modello di filiera, dalla R&S alla produzione e distribuzione”, ha dichiarato Cattani.

EMERGENZA COVID-19

Pur non essendo preparati all’emergenza della pandemia e a una malattia sconosciuta come il Covid-19, la ricerca farmaceutica, le innovazioni regolatorie e più di 200 collaborazioni tra aziende e centri di ricerca pubblici hanno permesso in soli 12 mesi di produrre 13 miliardi di dosi di vaccini anti Covid e due terzi della popolazione mondiale oggi ne ha ricevuta almeno una.

L’Italia, in questa emergenza, fa sapere Farmindustria, riveste una posizione di rilievo. Siamo, infatti, tra i primi quattro paesi Ue per export di vaccini, oltre che un hub per la produzione di anticorpi monoclonali e antivirali.

OLTRE LA PANDEMIA

Ma anche prima della pandemia l’industria farmaceutica ha raggiunto importanti obiettivi. Nel 2021 sono stati autorizzati nel mondo ben 84 nuovi farmaci e gli oltre 18 mila prodotti allo studio (parte dei quali diventeranno terapie) rendono sempre più concreta la speranza di cura per i pazienti e la medicina sempre più personalizzata.

Tra i successi citati da Farmindustria:

  • In dieci anni le persone che sopravvivono dopo una diagnosi di tumore sono 1,2 milioni in più e oggi 2 persone su 3 alle quali viene diagnosticato un cancro sopravvivono dopo 5 anni, 30 anni fa erano 1 su 3 (l’83% di questo progresso si deve ai nuovi farmaci);
  • le persone trattate con farmaci innovativi contro l’epatite C, e quindi guarite, sono circa 240 mila;
  • i farmaci orfani autorizzati in Italia sono passati dal 2007 al 2021 da 7 a più di 100;
  • la mortalità per malattie croniche è fortemente diminuita;
  • molte patologie hanno ora più trattamenti, solo per fare alcuni esempi la SMA (atrofia muscolare spinale), la fibrosi cistica, la fibrosi polmonare idiopatica, la sclerosi multipla, le cronicità hanno ora più trattamenti, disponiamo di antibiotici innovativi e per le patologie neurodegenerative non si ferma l’impegno delle aziende;
  • le terapie avanzate stanno già aumentando la possibilità di trattare diverse patologie molto importanti;
  • le vaccinazioni hanno permesso di eradicare malattie e di controllarne altre, riducendo l’incidenza e la mortalità e consentendo di salvare milioni di vite.

QUANTO PAGANO GLI INVESTIMENTI

Per far avanzare la ricerca, migliorare la vita delle persone e stare al passo con gli altri Paesi è però importante investire.

“Grazie alla nostra industria generiamo benefici diretti e indiretti: 1 euro investito direttamente in studi clinici genera 3 euro di valore per l’SSN, 1 euro investito in prevenzione vaccinale genera da 16 a 44 euro di beneficio; 1 giorno di ospedalizzazione evitata dall’uso appropriato dei farmaci vale circa 1.000 euro”, ha sottolineato Cattani.

Secondo i dati di Farmindustria, con 34,4 miliardi di euro di produzione, l’industria farmaceutica in Italia rappresenta un asset strategico dell’economia, leader in Europa, insieme a Germania e Francia.

QUANTO È STATO INVESTITO IN INNOVAZIONE E TRANSIZIONE DIGITALE

Nel 2021, fa sapere l’associazione, in Italia gli investimenti hanno totalizzato 3,1 miliardi di euro, dei quali 1,4 in impianti ad alta tecnologia e 1,7 in R&S.

Ogni anno 700 milioni di euro sono investiti nella ricerca clinica, indirizzati agli ospedali, con grandi benefici per l’accesso a nuove cure, crescita delle competenze e risparmi per il SSN.

La farmaceutica è il primo settore per open innovation e la transizione digitale corre. Negli ultimi 2 anni 284 soluzioni di telemedicina sono state implementate dalle ASL spesso in collaborazione con le aziende e l’82% dei medici è pronto a collaborare con le imprese per progetti digitali.

I DATI SULL’OCCUPAZIONE

Ma investire nel settore farmaceutico significa anche investire nell’occupazione. Attualmente sono 67 mila le persone che lavorano nella farmaceutica, 147 mila se si considerano anche i fornitori diretti.

Negli ultimi 5 anni la farmaceutica è il primo settore in Italia per crescita dell’occupazione (+9% rispetto a +1% della media). Il 90% degli addetti è laureato o diplomato. E la parità di genere è invidiabile rispetto ad altri ambiti: il 43% degli addetti sono donne (29% la media nell’industria), molte con ruoli apicali.

Anche i giovani rivestono un ruolo importante nel settore. Negli ultimi 5 anni gli under 35 sono cresciuti del 13%.

L’APPELLO ALLE ISTITUZIONI

Per l’Italia, dunque, le imprese del farmaco sono un patrimonio, un generatore di valore su cui investire. Per questo Farmindustria chiede alle istituzioni risposte che aiutino la filiera nella competizione globale, che si gioca attraverso forti politiche di attrazione di investimenti e velocità.

La concorrenza, anche dentro l’Ue – afferma l’associazione – rischia di spiazzare il nostro sistema industriale e tutta la filiera, se non sarà supportato da nuove regole, da finanziamenti adeguati e da un’amministrazione pubblica che operi con meccanismi decisionali all’altezza della sfida.

Tra il 2021 e il 2026, rende noto Farmindustria, a livello mondiale le imprese del farmaco investiranno in R&S 1.300 miliardi di euro, il più alto investimento al mondo. Un’opportunità di crescita e sviluppo che l’Italia può cogliere, grazie alle sue eccellenze scientifiche e industriali, se implementerà politiche per accrescere l’attrattività e la competitività del sistema.

BOOM COSTI ENERGIA, LOGISTICA E NON SOLO

Sebbene l’industria farmaceutica in Italia abbia ridotto in dieci anni i consumi energetici del 44%, percentuale che sale al 51% per quelli rilevanti per le emissioni atmosferiche, il nostro Paese – come sostenuto dai dati Confindustria – soffre di un differenziale di costi energetici, che erode la marginalità delle imprese più che in Francia e in Germania, uno shock che è destinato a durare.

Basti pensare che solo tra gennaio 2021 e marzo 2022, infatti, i costi di energia e logistica hanno avuto un incremento del 350%, ma un aumento del 25% si è registrato anche per principi attivi, eccipienti, filtri e ghiere, prodotti della carta, della plastica e del vetro, macchinari, guanti e camici.

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