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Rinnovo Contratto Medici Dirigenti

Medici in piazza, perché solo ora?

L'intervento di Stefano Biasioli, medico in pensione e segretario APS LEONIDA

Tra pochi giorni i medici, ospedalieri e del territorio, manifesteranno in piazza contro questo governo e per “tutela” del SSN (servizio sanitario nazionale).

Siamo i primi a dire che la pandemia ha messo in crisi l’intero assetto del SSN, evidenziando criticità — in ospedale e nel territorio — prima volutamente mascherate dai governanti di turno.

I sindacati medici e la FNOMCeO denunciano la mancanza di medici, in ospedale e nel territorio. Almeno 25.000 medici, cui bisognerebbe aggiungere la grave carenza di figure infermieristiche.

Peccato… peccato che chi scrive abbia mandato un simile allarme circa 20 anni fa, in sede ARAN, durante le trattative per uno dei tanti CCNL, da lui firmato. Allora, nessuno diede retta a quell’allarme, ripetuto invano negli anni successivi. Dov’era, allora, la Presidenza della FNOMCeO? Dov’erano quegli altri sindacati, che ora vanno in piazza? Solo ora, dopo una serie lunghissima di governi di sinistra e di ministri della salute nominati dalla sinistra imperante.

Dov’erano, quando i governi sottofinanziavano il SSN, con cifre (espresse in percentuali sul PIL) nettamente inferiori alla media UE?

Lo dimostra un rapporto dell’OCSE (Health at a glance Europe 2022) che la spesa sanitaria italiana (SSI, anno 2020) ha un’incidenza sul PIL pari al 9,6%, contro la media europea del 10,9%.

Italia, SS= 9,6% del PIL; Portogallo=10,5%; Spagna=10,7; Francia=12,2%; Germania=12,8% del PIL.

Quindi, in Italia si spende per la sanità meno della media UE e nettamente meno dei tedeschi.

In numeri concreti, nel 2020 (primo anno della pandemia) la spesa sanitaria pro-capite è stata di 2.609 euro in Italia, di 3.807 euro in Francia, di 4.008 euro in Svezia e di 4.831 euro in Germania.

La spesa media sanitaria, pro capite, nella UE è stata di 3.159 euro, quindi ben 550 euro in più rispetto a quella italiana.

Fin qui, i dati dell’OCSE. Ma, noi, che siamo curiosi, abbiamo cercato i dati italiani, quelli rinvenibili all’interno delle finanziarie attuali. Sono i numeri riportati dalla Ragioneria generale dello Stato (RGS), anni 2020-2021.

Secondo la RGS, nel 2021 per la salute sono stati spesi 127,8 mld (+4,2% vs 2020), pari al 7,1% del PIL. Capite? 7,1% e non 9,6%.

Non solo ma in 3 anni (2019-2020-2021) la spesa sanitaria sul PIL è stata del 6,4% (2019), 7,4% (2020, Covid), 7,1% nel 2021.

Con valori pro-capite di 2.685,6 euro (2020) e 2.833,7 (2021), di cui 2.141,5 di spesa pubblica e 692,2 di spesa privata (out of pocket e assicurazioni).

Se le cifre sono ballerine, non lo è la sostanza.

Non solo la sanità è sottofinanziata, in Italia, rispetto alla media UE ma — addirittura — il 24,4% della spesa sanitaria è dovuta ai privati. Il che, ovviamente, rappresenta un’ulteriore dimostrazione del sottofinanziamento del SSN pubblico, anche e soprattutto in tempi di pandemia.

Ancora, il sottofinanziamento continuerà anche sotto il Governo Meloni, perché nella legge di bilancio si prevede di aumentare il finanziamento del SSN di circa 2 miliardi/anno, per il prossimo triennio.

Cifre inadeguate a portarci alla media di spesa sanitaria UE e ben lontane da quel 7,5-8% del PIL, proposto e auspicato da Poerio, Gonella e dal Sottoscritto in una serie di articoli dedicati a questo tema e ai futuribili costi della “ristrutturazione territoriale” del SSN.

In quegli scritti ricordavamo che, prima delle strutture territoriali, bisognava pensare al personale necessario (medici, infermieri, tecnici, socio-sanitari), da reperire, da assumere e da pagare.

Chi manifesterà, queste cose le sa? E, se le sa, che proposte concrete è in grado di fare ? Perché non si è manifestato, per le stesse criticità, dal 2011 al 2020?

Quaero et non invenio, meliora tempora.

Stefano Biasioli

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