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Covid-19

Bassetti, Burioni, Crisanti, Lopalco, Viola e non solo. Ecco le pagelle di virologi e immunologi

Che cosa rivela il ranking di Scopus sui virologi italiani (e non solo). L'articolo di Domenico di Sanzo per Il Giornale

 

Scopus forse non sarà la verità rivelata, ma è considerato da molti la bibbia della scienza. Si tratta della più grande banca dati della ricerca scientifica nel mondo. Contiene una sterminata quantità di articoli, citazioni e pubblicazioni. Il sito è famoso anche per il calcolo dell’H-Index.

Una sorta di coefficiente di attendibilità e autorevolezza degli scienziati, basato sul numero di ricerche pubblicate e citazioni collezionate da ciascun luminare. Sono compresi, ovviamente, virologi, epidemiologi, infettivologi, immunologi.

Alcuni di loro protagonisti dei salotti televisivi. Con tutti questi impegni catodici, difficile produrre materiale importante nel campo della ricerca scientifica, direbbero i soliti malpensanti. Peccato però che la circostanza sembri confermata dal ranking di Scopus.

Infatti basta cercare qualche nome e comparare i punteggi dei vari scienziati, per scoprire che quelli più presenti sugli schermi televisivi non brillano per produttività scientifica.

Smanettando all’ interno del prestigioso database, si può provare a stilare senza difficoltà una classifica degli esperti italiani, partendo dal loro H-Index.

In pochi tra i non addetti ai lavori avranno sentito parlare di Alberto Mantovani, immunologo e direttore scientifico dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano.

Eppure, pubblicazioni alla mano, è uno dei più importanti scienziati nel suo campo.

Con 135mila e 27 citazioni per 1222 documenti raggiunge un H-Index di 172. Per intenderci Anthony Fauci, il celebrato immunologo americano alla corte del presidente Usa Joe Biden, totalizza un punteggio di 178, soltanto di poco superiore allo schivo Mantovani.

Numeri molto diversi da quelli di Roberto Burioni, famosissimo virologo del San Raffaele di Milano, che ha un H-Index di 27. Fa peggio di Burioni Silvio Brusaferro (24), presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e portavoce del Comitato Tecnico Scientifico anti-Covid 19 del governo.

Arranca con un H-Index di 35 Pier Luigi Lopalco, scelto dal governatore pugliese di centrosinistra Michele Emiliano come assessore regionale alla Sanità.

Non accumula troppe citazioni e pubblicazioni nemmeno l’immunologa ed editorialista del quotidiano La Stampa, Antonella Viola, che non va oltre il 36.

Ilaria Capua, professoressa dell’Università della Florida, spesso e volentieri ospite dei talk show, ha un H-Index pari a 51.

Mentre il semisconosciuto al grande pubblico Luciano Gattinoni, professore emerito alla Statale di Milano, arriva a quota 89.

Dietro di lui volti televisivi come Massimo Galli (56), Andrea Crisanti (60), Matteo Bassetti (57) e Fabrizio Pregliasco (16). Maria Rita Gismondo, microbiologa dell’Ospedale Sacco di Milano e commentatrice del Fatto Quotidiano, totalizza un punteggio di 25.

Molto alto invece l’H-Index di Giuseppe Remuzzi. Il direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano si distingue con un indice di produttività scientifica di 166.

Ottima la reputazione accademica del coordinatore del Cts Franco Locatelli, con un indice calcolato a 103.

Tra gli altri componenti del Comitato, hanno un coefficiente inferiore Giorgio Palù a 60 e Giovanni Rezza a 61. A 45 è basso l’indice H del consulente di Roberto Speranza, Walter Ricciardi.

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