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Inquinamento Lombardia

Quali sono le cause dell’inquinamento dell’aria in Lombardia?

L'inquinamento dell'aria in Lombardia è un tema che, lontano da toni allarmistici, resta presente nell'agenda degli amministratori locali. Tante la cause: dagli allevamenti intensivi al traffico su strada, per non parlare del riscaldamento domestico...

Qualche settimana fa i cittadini lombardi si sono confrontati con una classifica che attribuiva alla loro città la poco lusinghiera posizione di terza città più inquinata del mondo. A lanciare l’allarme è stata IQair, un’azienda svizzera attiva nella produzione di strumenti per migliorare la qualità dell’aria.

Più di una voce, a iniziare da quella del sindaco Sala, ha contrapposto i dati di IQair a quelli dell’Arpa, meno allarmistici e, soprattutto, più affidabili. Le 83 stazioni di Arpa Lombardia, l’ente che si occupa di monitorare in regione l’andamento di Pm10 e Pm2.5, hanno rilevato la presenza di 76 microgrammi per metro cubo (il limite è a 25) e il Pm10 di 100 (il limite europeo è di 50). Dati seri, ma non allarmanti, anche quelli di AMAT, che ogni giorno pubblica un Rapporto giornaliero sulla qualità dell’aria e che rintraccia la presenza di Biossido di Zolfo, poveri sottili Pm10 e Pm2.5, Biossido di Azoto, Monossido di carbonio, Ozono e Benzene.

COSA INQUINA L’ARIA DELLA LOMBARDIA?

Ma cosa inquina l’aria di Milano e della Lombardia? La risposta a questa domanda non è affatto scontata. Una ragione nella conformazione geografica della Lombardia “chiusa” tra le Alpi al nord e gli Appennini al sud, cosa che limita il ricircolo dell’aria. A questo si che quello lombardo è un territorio densamente popolato: qui risiede il 16,3% della popolazione italiana con una densità di 419,08 abitanti per km², la densità media nella penisola è di circa 200 abitanti per km². E proprio in questo territorio si genera il 23% del Pil italiano.

I DATI DI INEMAR SULL’INQUINAMENTO IN LOMBARDIA

Indicazioni interessanti arrivano da INEMAR (INventario EMissioni ARia), un database progettato per realizzare l’inventario delle emissioni in atmosfera, utilizzato in sette regioni e due provincie autonome e che permette di stimare le emissioni dei principali macroinquinanti (SO2, NOx, COVNM, CH4, CO, CO2, N2O, NH3, PM2.5, PM10 e PTS), delle frazioni carboniose del particolato (BC, EC, OC), degli idrocarburi policiclici aromatici (BaP, BbF, BkF, IcdP, IPA-CLTRP), dei metalli pesanti (As, Cd, Cr, Cu, Hg, Ni, Pb, Se, Zn) e degli inquinanti aggregati (CO2eq, precursori dell’ozono e sostanze acidificanti).

INQUINAMENTO IN LOMBARDIA: IL PESO DELL’AGRICOLTURA E DEGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI

Gli ultimi dati, relativi al 2021, attribuiscono all’agricoltura e agli allevamenti una quota significativa di produzione di inquinanti: il 25% della produzione di Composti organici volatili (COV) senza metano (COVNM), il 69% di metano (CH4), il 72% di ossido di diazoto (N2O) e addirittura il 95% di ammoniaca (NH3).

“Una parte di particolato viene emessa direttamente là dove la respiriamo, ma una buona parte è costituita da inquinanti secondari che si formano in atmosfera in seguito a reazioni chimiche e fisiche – spiega Francesco Petracchini, Direttore dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico (IIA) del CNR a Focus -. Dove c’è stabilità atmosferica, come in Pianura Padana, i gas hanno tempo per trasformarsi, e ciò che viene emesso sotto forma gassosa, come l’ammoniaca prodotta in agricoltura (NH3), lo ritroviamo dopo settimane nel particolato sotto forma di nitrati. Ecco perché quello che indirettamente non sembra una causa invece lo è: oltre il 50% del particolato che si respira in Pianura Padana è legato al riscaldamento residenziale e agli allevamenti”.

RISCALDAMENTO E TRAFFICO APPESTANO L’ARIA DELLA LOMBARDIA

Per quanto riguarda le polveri sottili (PTS, Pm2,5 e Pm10) la responsabilità più grande è da rintracciare nella combustione dalla legna (o combustibili simili) per il riscaldamento: il 52% delle Pm2,5, il 45% delle Pm10 e il 38% delle PTS. Altra voce pesante è quella del trasporto su strada che pesa per il 18% delle Pm2,5, il 23% delle Pm10 e 25% delle PTS. La combustione per l’industria pesa per il 6% delle Pm2,5, il 7% delle Pm10 e il 7% delle PTS.

A MILANO ARIA PESANTE CAUSATA DAL TRAFFICO

Nella città di Milano, invece, le cose cambiano un po’. A rendere particolarmente inquinata l’aria sono gli scarichi del traffico stradale, il 13% solo dagli scarichi diesel. Inoltre, il traffico a Milano immette il 67 per cento degli ossidi di azoto, sostanza molto pericolosa per chi soffre di asma.

Nell’ultimo report Mal’aria di Legambiente 18 città italiane sulle 98 analizzate hanno superato i limiti giornalieri di PM10. Ben 16 delle 18 città si trovano nel bacino padano e 6 sono lombarde (Mantova 62, Milano 49, Cremona 46, Lodi 43, Brescia e Monza 40.

“Da anni con il report Mal’aria di città denunciamo l’emergenza cronica dell’inquinamento atmosferico che soffoca la nostra penisola e che trova, soprattutto in pianura padana, la sua area più vulnerabile – ha detto Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente -. Qui a pesare è anche l’effetto degli allevamenti intensivi e dell’agricoltura. Il risultato finale è una Milano che oggi passa agli onori della cronaca internazionale come una delle città più inquinate al mondo”.

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