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Vitamina A Cecità

Incapsulare la vitamina A degli alimenti per ridurre il rischio di cecità

Circa un terzo della popolazione mondiale di bambini in età prescolare, soprattutto nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale, soffre di carenza di vitamina A, un’insufficienza che spesso conduce alla cecità. Ora però alcuni ricercatori hanno sviluppato un modo per impedire che questo nutriente venga scomposto durante la cottura o la conservazione. Tutti i dettagli

 

La carenza di vitamina A è la principale causa di cecità infantile e, nei casi più gravi, può addirittura essere fatale. A soffrire la mancanza di questo nutriente è circa un terzo della popolazione mondiale di bambini in età prescolare, soprattutto nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale.

Adesso, però, un team di ricercatori del MIT ha sviluppato un modo per impedire che il nutriente si disperda e venga scomposto in procedimenti come la cottura o la conservazione.

Lo studio è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences e l’autore principale del documento è l’ex postdoc del MIT Wen Tang, ora professore presso la South China University of Technology.

PERCHÉ C’È BISOGNO DI TRATTENERE LA VITAMINA A NEGLI ALIMENTI

Il problema della vitamina A, come ha spiegato Ana Jaklenec, ricercatrice presso il Koch Institute for Integrative Cancer Research del MIT, è che si tratta di una molecola molto importante ma instabile al calore, alla luce, all’umidità e alle condizioni ossidative. A complicare il tutto è anche la sua scarsa miscibilità con l’acqua o con alimenti come la farina.

“Volevamo vedere se la nostra vitamina A incapsulata [in un polimero protettivo, ndr] potesse fortificare un veicolo alimentare come i dadi da brodo o la farina, durante la conservazione e la cottura, e se la vitamina A potesse rimanere biologicamente attiva ed essere assorbita”, ha detto Jaklenec.

Era necessario, infatti, osservano gli autori, affrontare sia la stabilità che la biodisponibilità per garantire l’efficacia dell’esperimento.

L’ESPERIMENTO

In un piccolo studio clinico, i ricercatori hanno dimostrato che quando le persone mangiavano del pane arricchito con vitamina A incapsulata, la biodisponibilità del nutriente era simile a quella della vitamina A consumata da sola.

“Questo studio è davvero entusiasmante per il nostro team perché dimostra che tutto ciò che abbiamo fatto in provetta e sugli animali funziona in modo sicuro ed efficace nell’uomo”, ha dichiarato Robert Langer, professore del David H. Koch Institute al MIT e membro del Koch Institute, augurandosi che questa nuova tecnologia possa “aiutare un giorno milioni, se non miliardi, di persone nel mondo in via di sviluppo”.

LA FORTIFICAZIONE ALIMENTARE E L’INCAPSULAMENTO DELLA VITAMINA A

La fortificazione degli alimenti, spiegano gli studiosi, è infatti una strategia efficace per affrontare la carenza di vitamina A, che è la principale causa di cecità infantile e aumenta notevolmente la mortalità per infezioni gravi.

Nello studio si legge che i ricercatori hanno sviluppato una tecnologia di incapsulamento della vitamina A che fornisce una protezione efficace durante la conservazione e la cottura ed è biodisponibile per l’uomo.

Tale tecnologia è stata concessa in licenza a due aziende che sperano di utilizzarla nei prodotti alimentari.

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