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Telemonitoraggio

Il Telemonitoraggio fa bene al cuore (e al portafoglio)

I sistemi di telemonitoraggio possono migliorare la vista di tanti pazienti, in particolare dei pazienti cardiologici. Ed allo stesso tempo rappresentare un significativo risparmio per le casse pubbliche. Queste valutazioni sono tanto più vere in epoca Covid.

Dopo un’operazione riuscita al cuore, la vita continua: così come dopo l’impianto di un pacemaker, di un defibrillatore impiantabile o di un monitor cardiaco impiantabile. Eppure, per i pazienti interessati da questo tipo di interventi, l’esistenza rischia di trasformarsi in una sequenza di visite, di controllo e ambulatoriali, con impatti significativi non solo sul benessere dello stesso paziente, ma anche dei suoi familiari e più in generale delle persone addette alla sua assistenza e cura. Per non parlare delle conseguenze a carico del sistema sanitario nazionale, gravato degli oneri del follow-up non meno che di quelli relativi alle potenziali delle possibili complicazioni future.

Telemonitoraggio ed emergenza pandemica

In circostanze come quelle sperimentate durante l’emergenza pandemica, questo impatto assume proporzioni consistenti, minacciando di vanificare gli sforzi di protezione della popolazione più fragile. In questo frangente, quindi, i sistemi di telemonitoraggio hanno beneficiato di un’occasione imperdibile per confermare la loro efficacia a livello di tutela della salute e per evidenziare tutti i vantaggi connessi alla loro adozione. Della prima esistono già da tempo documentate prove, sia in termini di riduzione della mortalità (che nei pazienti con monitoraggio da remoto è stata dimostrata inferiore rispetto a quella dei pazienti non monitorati), sia per quel che concerne il tasso di ospedalizzazione a tre anni (anche in questo caso significativamente inferiore per i pazienti coinvolti nel remote monitoring): tramite il telemonitoraggio, infatti, è possibile rilevare precocemente eventuali problemi nell’integrità dei dispositivi impiantabili nonché ulteriori eventi clinicamente rilevanti, come episodi aritmici.

Quanto ai vantaggi, vanno certamente menzionati la soddisfazione del paziente e la migliorata qualità di vita, che va di pari passo con una maggiore accettazione del follow-up: aspetti resi ancor più evidenti dalle opportunità offerte dalla digitalizzazione, che consente ormai di effettuare il monitoraggio da remoto anche tramite apposite app scaricabili su smartphonea

I vantaggi economici del telemonitoraggio

Meno evidente è il positivo rapporto tra costi e benefici del telemonitoraggio, tanto nell’ambito della gestione dei pazienti cronici e dell’efficienza delle visite di controllo quanto in termini sanitari e sociali più generali. Ancora una volta, la consapevolezza di questo aspetto è stata stimolata dall’esperienza della crisi, anche economica, da CoViD-19, che ha segnato la maturazione di una fase storica di particolare attenzione alla disponibilità e alla destinazione delle risorse sanitarie. In uno studio basato sulla valutazione dei parametri economici del telemonitoraggio (Results of the Health Economics Evaluation Registry for Remote Follow-up, TARIFF), sono stati comparati il caso standard e quello di adozione del telemonitoraggio, mettendo a confronto sia i costi sostenuti dal sistema sanitario che quelli sostenuti dai pazienti. I primi hanno evidenziato una riduzione di oltre la metà (circa il 54%), legato soprattutto alla riduzione delle ospedalizzazioni e all’azzeramento degli accessi al pronto soccorso; il costo annuale sostenuto dai secondi passava da un valore minimo di €57 ca. a uno massimo di € 80 ca. contro i 170€ ca. minimi e i 190€ ca. massimi della situazione non monitorata. A questi si aggiunge la riduzione delle visite di follow-up ospedaliere di circa il 60% nel gruppo interessato dal monitoraggio; grazie a questo sistema, di fatto i pazienti hanno potuto evitare di spostarsi, con tutti i costi che ciò comporta e che sono quindi venuti meno.

L’aspetto economico non è certamente l’unico da valutare: sono altrettanto importanti la velocità e la semplicità di utilizzo che caratterizzano i dispositivi utilizzati per il monitoraggio da remoto, e la serenità del paziente che sa di essere costantemente in contatto con il medico, seguito in maniera sicura e riservata e con informazioni di rilevanza capitale trasmesse direttamente al personale sanitario.

Il telemonitoraggio nei pazienti cronici

Per i pazienti cronici, la possibilità di accedere al telemonitoraggio significa la garanzia di un controllo continuo, mentre per chi è interessato dall’impianto di un loop recorder vuol dire possibilità di diagnosi immediata in caso di sincope o di fibrillazione atriale. Eppure, sapere che oltre che al cuore il telemonitoraggio fa bene anche al portafoglio, con tutto quello che ne consegue sia dal punto di vista dell’organizzazione sanitaria che delle persone e delle loro famiglie, è senza dubbio importante, e resta tale anche al di là del contesto emergenziale che abbiamo vissuto.

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