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Rana Accordo Di Sviluppo

Il giallo del pesto made in Usa di Giovanni Rana

Nel porto di Genova sono arrivate dagli Stati Uniti oltre sette tonnellate di pesto prodotte da una controllata americana dell’azienda fondata da Giovanni Rana e le autorità italiane sospettano “presunte irregolarità”. Ecco cosa è successo e come ha risposto la società

 

Oltre sette tonnellate di pesto prodotte da una controllata americana dell’azienda fondata da Giovanni Rana sono ferme nel porto di Genova. Pronte per partire? No, in arrivo dagli Stati Uniti per poi essere inviate in Francia e Spagna ma, come svelato ieri da Repubblica, gli ispettori di frontiera del ministero della Salute le hanno temporaneamente sequestrate “per presunte irregolarità relative alla legge europea sugli alimenti”.

Il pesto made in Usa solleva infatti qualche dubbio sulla tutela della denominazione di origine protetta (DOP), secondo gli esperti del settore.

Ecco cosa è successo e cosa dice l’azienda fondata da Giovanni Rana, uno degli emblemi del made in Italy.

PERCHÉ IL PESTO RANA ERA IN ARRIVO DAGLI STATI UNITI?

Le oltre sette tonnellate di pesto arrivate nel porto di Genova erano state prodotte a Bartlett, un sobborgo industriale di Chicago, in Illinois, dove ha sede la Rana Meal Solutions, uno stabilimento che Pastificio Rana Spa ha aperto nel 2012. Una volta giunte in Italia, però, non si sarebbero fermate qui ma avrebbero proseguito il loro viaggio e attraversato i confini per raggiungere la Francia e la Spagna, dove sarebbero finite nelle filiali del colosso americano dell’hard discount Costco.

Questa catena è tra le più grandi al mondo e conta centinaia di ipermercati in tutto il mondo, non in Italia ma in altri Paesi europei sì.

PESTO SÌ MA NON GENOVESE

Se è vero che la legge italiana stabilisce che è vietato l’uso di indicazioni geografiche e di denominazioni di origine nei marchi commerciali, è anche vero che in giro per i supermercati nostrani ed esteri non tutto il pesto è uguale e spesso viene indicata la parola “pesto” ma non “pesto genovese”.

Costco, per esempio, che commercializza i propri prodotti con il marchio Kirkland, lo vende con il nome di “Basil Pesto”. Tuttavia, l’etichetta garantisce il “100% Imported Italian Basil DOP – Genovese Basil” e presenta anche il marchio “Basilico genovese DOP”.

Quindi il pesto non è genovese ma il basilico sì.

E proprio su questo punto pare si stiano concentrando le autorità. Ovvero, come si spiega l’etichetta che assicura l’utilizzo al 100% di basilico italiano in un carico proveniente dagli States?

IN DIFESA DEL BASILICO

Tuttavia, per l’azienda Giovanni Rana non c’è nulla di poco chiaro perché, attraverso una nota, ha fatto sapere che il gruppo acquista ogni anno 2.500 tonnellate di basilico genovese DOP, o meglio – chiarisce Repubblica – “il semilavorato con olio e sale che viene prodotto in estate e poi immagazzinato per poterlo fornire tutto l’anno ai clienti, industriali o dettaglianti che siano”.

Il Pastificio Rana ha inoltre dichiarato di utilizzare “esclusivamente Basilico coltivato in Liguria con certificazione DOP ottenuta dal Consorzio di Tutela del Basilico Genovese DOP” e che “l’azienda è il maggiore esportatore di basilico DOP a livello mondiale da circa 12 anni”.

A conferma di tali affermazioni si è pronunciato anche Mario Anfossi, presidente del suddetto Consorzio: “Il Pastificio Rana è una delle poche aziende che contribuisce attivamente da oltre un decennio a promuovere e valorizzare il nostro basilico in tutto il mondo. Il basilico utilizzato è di provenienza certificata esclusivamente ligure e a tal proposito il Consorzio di Tutela del basilico genovese DOP rilascia tutti gli anni, previo i controlli di legge, l’autorizzazione all’utilizzo della dicitura in evidenza “con basilico genovese DOP””.

Dunque, il basilico incriminato sarebbe germogliato, cresciuto e partito da Genova per arrivare in Illinois, ritornato in Italia sotto forma di Basil Pesto ed essere consegnato in Francia e Spagna.

L’IMPREVISTO

Inizialmente, secondo quanto riportato da Repubblica, il prodotto finale sarebbe dovuto rimanere negli Stati Uniti, ma Costco “ha chiesto di poter avere lo stesso prodotto per i suoi punti vendita in Francia e Spagna visto che la registrazione di un marchio ex novo per l’Europa ha tempi lunghi”.

LA VERSIONE DELLE AUTORITÀ

Stando al quotidiano romano, tutto ha avuto inizio il 27 gennaio scorso quando il Dirigente sanitario e il Direttore dell’Ufficio Posto Controllo Frontaliero di Genova hanno decretato con un provvedimento “la non ammissione nel territorio comunitario” del carico di “Pesto – salsa al basilico” perché “non conforme per controllo identità non soddisfacente ai sensi del regolamento della Comunità europea 625/2017”.

LA VERSIONE DELL’AZIENDA FONDATA DA GIOVANNI RANA

Ma di “non soddisfacente” per i legali dall’azienda fondata da Giovanni Rana, Tito Zilioli e Riccardo Ruffo, ci sarebbe solo la motivazione fornita dalle autorità per giustificare il blocco.

Infatti, nel ricorso che hanno presentato al Tar Liguria per chiedere la sospensione e l’annullamento definitivo del provvedimento, gli avvocati contestano, fra le altre cose, “la totale genericità dell’addebito, non è dato capire in cosa il controllo non sarebbe stato soddisfacente”.

Adesso non resta che attendere la decisione dei giudici amministrativi, i quali potrebbero sbloccare il carico o confermare i rilievi degli ispettori.

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