In Italia gli under 18 che, nel 2022, soffrivano di allergie alimentari erano 570mila, di cui quasi la metà bimbi tra 0 e 5 anni. Le cause vengono indagate da tempo e sono varie ma un recente studio del Ceinge Biotecnologie avanzate Franco Salvatore di Napoli, pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology, ha dimostrato che uno dei colpevoli è il cibo spazzatura.
I DATI SULLE ALLERGIE ALIMENTARI
Dal 2010 si è registrata una esplosione delle allergie alimentari. Se, infatti, prima erano attorno al 2-3%, ora – scriveva l’Ansa nel 2022 – hanno raggiunto il 10% in Australia e l’8% in Gran Bretagna. Anche negli Stati Uniti, secondo i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), le allergie alimentari sono in aumento e interessano il 4-6% dei bambini.
Al novembre dello scorso anno, gli allergici in Europa erano 150 milioni, di cui 20 con un’allergia di tipo alimentare, e risultavano in crescita sia negli adulti sia nei bambini anche i casi di reazioni gravi e potenzialmente letali. Un problema di salute pubblica poiché in Italia il numero di accessi ai pronto soccorso per anafilassi causata dall’esposizione a un allergene è aumentato del 400% negli ultimi 20 anni.
LE ALLERGIE ALIMENTARI TRA I BAMBINI
Lo studio, che si è concentrato sulle allergie alimentari tra i bambini, ha notato che negli ultimi dieci anni il fenomeno è aumentato in generale di circa il 34% e che è triplicato nei bimbi con meno di 3 anni.
Nel 2022, gli under 18 interessati da allergie alimentari erano 570mila, di cui 270mila tra 0 e 5 anni; 180mila tra 5 e 10 anni e 120mila tra 10 e 18 anni. Dei 270mila bambini con meno di 5 anni, 5.000 sono a rischio di reazioni allergiche gravi che possono costar loro anche la vita e una reazione allergica grave su tre avviene a scuola.
L’OBIETTIVO DELLO STUDIO
Ecco perché indagare le potenziali cause è fondamentale per evitare simili rischi. A tal proposito, il Ceinge Biotecnologie avanzate Franco Salvatore di Napoli ha svolto uno studio su 105.151 bambini della regione Campania, cercando in particolare se ci fosse un legame tra allergie alimentari e cibo spazzatura, ovvero quei cibi ultra-processati come merendine dolci o salate e bibite analcoliche zuccherate che tanto piacciono ai più piccoli (e non solo).
Questi alimenti, commenta il coordinatore della ricerca Roberto Berni Canani, ordinario di Pediatria e direttore del programma di Allergologia pediatrica dell’Università Federico II di Napoli e direttore del Laboratorio di ImmunoNutrizione del Ceinge, “sono ricchi di zuccheri, sale, carboidrati e grassi idrogenati e poveri di fibre, proteine, vitamine e minerali” e “il loro successo dipende da altro: sono buoni e sono pronti da mangiare subito, al massimo dopo un veloce passaggio nel forno a microonde”.
PERCHÉ I CIBI SPAZZATURA POSSONO CAUSARE ALLERGIE NEI BAMBINI
Dagli esperimenti su cellule umane condotti nell’ambito dello stesso studio è quindi emerso che “i cibi spazzatura sono di fatto dei potenti induttori di allergia alimentare in quanto in grado di determinare gravi alterazioni della barriera intestinale, infiammazione e forte risposta allergica”.
I RISULTATI DELLO STUDIO
Come ha spiegato Berni Canani, dal confronto fra bambini con allergie alimentari e bambini sani è emerso che nei primi il consumo di cibi ultra-processati era quasi doppio e attraverso una tecnica non invasiva si è notato che l’accumulo delle sostanze dannose presenti nei cibi ultra-processati è molto maggiore nei tessuti dei bambini affetti da allergia alimentare.
UN TREND IN CRESCITA
“I risultati di questo studio sono di grande importanza per la comprensione delle cause del preoccupante trend in continuo aumento di incidenza e prevalenza dei casi di allergia alimentare in età pediatrica nel mondo occidentale”, ha affermato l’esperto, ricordando che, secondo un recente condotto negli Stati Uniti, il 67% delle calorie della dieta di un bambino proviene da alimenti ultra-processati.
“Succede negli Stati Uniti. Ma – osserva – è una tendenza in forte crescita anche in Italia”.
La soluzione, ricorda il medico, è dunque quella di “ridurre drasticamente il consumo di alimenti commerciali ultra-processati e favorire il consumo da parte dei nostri bambini di alimenti freschi e ricchi di frutta, verdure, olio d’oliva, pesce e legumi. Meglio se cotti a basse temperature”.