skip to Main Content

Green pass, tutte le linee guida del governo e le slide di Brunetta per la Pa

Tutte le regole sui green pass nei luoghi di lavoro secondo il Dpcm approvato dal governo

Per le verifiche dei green pass sui luoghi di lavoro “per far fronte a specifiche esigenze di natura organizzativa, come ad esempio quelle derivanti da attività lavorative svolte in base a turnazioni, o connesse all’erogazione di servizi essenziali, i soggetti preposti alla verifica possono richiedere ai soggetti obbligati di rendere le comunicazioni con l’anticipo strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore, ciò anche in relazione agli obblighi di lealtà e di collaborazione derivanti dal rapporto di lavoro”.

Questa la novità prevista nella bozza del Dpcm con il quale viene regolato il controllo del Green Pass sui luoghi di lavoro.

Ecco il testo integrale del Dpcm su Green pass nei luoghi di lavoro

Nel documento viene inoltre specificato che il sistema Tessera sanitaria “acquisisce tramite apposito modulo online, reso disponibile sul portale nazionale della Piattaforma” del Green Pass, “i dati relativi alle vaccinazioni effettuate all’estero dai cittadini italiani e dai loro familiari conviventi nonché dai soggetti iscritti al Servizio sanitario nazionale che richiedono l’emissione della certificazione verde Covid-19 in Italia per avere accesso ai servizi e alle attività”, incluse quelle di lavoro, per le quali è previsto l’obbligo della certificazione.

Viene poi fatto “esplicito divieto di conservare il codice a barre bidimensionale (QR code) delle Certificazioni verdi Covid-19 sottoposte a verifica, nonché di estrarre, consultare, registrare o comunque trattare per finalità ulteriori rispetto a quelle previste dal presente articolo le informazioni rilevate dalla lettura dei QR code e le informazioni fornite in esito ai controlli. In caso di utilizzo di tale modalità di verifica da parte del datore di lavoro, resta salvo quanto previsto dagli articoli 88 del Regolamento (UE) 2016/679 e 113 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196”.

Il datore di lavoro sarà libero di organizzare il controllo del green pass che potrà avvenire “all’accesso, ritardi e codice durante le procedure di ingresso, o successivamente , a tappeto o su un campione quotidianamente non inferiore al 20% del personale in servizio, assicurando la rotazione e quindi il controllo di tutto il personale”. E’ quanto spiegano fonti di governo in relazione al dpcm con le linee guida per i controlli nella Pubblica amministrazione. Per le verifiche si potrà usare anche la app gratuita Verifica C-19.

Ecco il testo integrale del Dpcm su Green pass nei luoghi di lavoro

Il soggetto preposto al controllo, ricordano le stesse fonti, è il datore di lavoro, che può delegare questa funzione con atto scritto a specifico personale, preferibilmente con qualifica dirigenziale. Per le, oltre all’applicazione verifica C-19, saranno fornite alle applicazioni e piattaforme volte a un controllo automatizzato, sul modello di avvenuto processo per scuole e università. Chi è in attesa di rilascio di valida certificazione verde potrà utilizzare i documenti rilasciati dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta.

“I soggetti – I soggetti di cui non si dispone alcuna certificazione verde OTT. Ciascun giorno di mancato servizio, fino alla esibizione della certificazione verde, è considerato, includendo nel periodo di assenza anche le eventuali giornate festive o non lavorative In nessun caso l’assenza della certificazione verde comporta il licenziamento”. Lo affermano fonti di governo, dopo la firma del dpcm sul Green pass nei luoghi di lavoro pubblico.

Ecco il testo integrale del Dpcm su Green pass nei luoghi di lavoro

(articolo in aggiornamento)

Back To Top