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Primo Maggio

Cosa fare per contrastare la dispersione scolastica

L'intervento di suor Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche.

 

Riparte la scuola e riparte la solita cantilena di titoli e slogan, ripetuti, ormai da anni, sempre gli stessi. Mancano i docenti, gli allievi disabili e più svantaggiati sono abbandonati…

Insomma, la scuola italiana rimane sempre la stessa: classista, regionalista e discriminatoria.

La politica, i sindacati, la burocrazia tengono la scuola italiana tra i loro tentacoli, impedendo la realizzazione di una scuola libera, autonoma, gratuita per tutti. Ma, lo sappiamo, emancipare i poveri è pericoloso. Chiedo dunque alla politica di risparmiare agli italiani la solita cantilena e di concentrarsi sulle soluzioni ben presenti nel Family Act, ancor più in sintesi nella agenda Ditelo sui tetti ben presente ai nostri politici.

L’educazione ha come primo soggetto la famiglia: lo Stato, perciò, in occasione della prossima legge finanziaria, eroghi alle famiglie che scelgono per i figli scuole paritarie un credito/contributo di istruzione pari ad almeno il 70% di quanto lo Stato stesso spende pro studente (8mila euro), in base al costo standard di sostenibilità (5.500 euro). Tale contributo dello Stato sia integrato con i finanziamenti di Regioni e Comuni fino a raggiungere l’intero costo standard a partire dalle famiglie meno abbienti.

Un contrasto efficace alla dispersione deve sostenere anzitutto le famiglie in condizione di svantaggio sociale e culturale, che non dispongono di risorse né per usufruire di interventi di recupero né per accedere alle scuole paritarie che rappresentano una preziosa opportunità di recupero degli studenti in difficoltà sociale e culturale. È urgente che Stato, Regioni e Comuni assicurino a queste famiglie contributi “destinati a coprire, fino all’intero ammontare, il costo delle rette delle scuole paritarie e dei servizi educativi accreditati”, attivando a tale scopo anche i nuovi fondi del PNRR per la lotta alla dispersione scolastica e i fondi europei.

Gli strumenti ci sono tutti, a livello giuridico e finanziario: basta avere il coraggio di usarli per dare una nuova e straordinaria opportunità ai giovani italiani.

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