Tra i vari effetti del rallentamento dell’economia cinese c’è anche l’aumento dell’obesità nel Paese. Stando infatti ai dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), più del 37% della popolazione è in sovrappeso o obesa sia perché sempre meno persone svolgono lavori fisicamente impegnativi sia perché i consumatori scelgono cibi più economici e meno sani.
Questo, oltre a essere un problema di carattere sanitario, va a pesare ulteriormente su un’economia che già deve affrontare questioni un tempo pressoché sconosciute come l’inverno demografico e l’invecchiamento della popolazione ma anche la disoccupazione giovanile.
IL LAVORO E L’AUMENTO DELL’OBESITÀ
La trasformazione del lavoro sta influendo sulla salute dei cinesi. Da una parte l’innovazione tecnologica e l’aumento dell’automazione nelle fabbriche e nelle aziende agricole rende il lavoro meno impegnativo dal punto di vista fisico, dall’altra lo stress e i lunghi orari fuori casa impongono pasti veloci, spesso poco salutari. Ma alla fine, a prescindere dal proprio impiego e dal fatto che si viva in una grande città o in una zona rurale, i due aspetti in comune sono poca attività fisica e una cattiva alimentazione.
Per esempio, negli ultimi anni, l’abbondanza di alloggi e infrastrutture ha fatto diventare milioni di lavoratori del settore edile e manifatturiero autisti per società di ride-sharing o di consegna.
IL PESO DELLA CRISI ECONOMICA
Ma oltre al lavoro che cambia, in un contesto deflazionistico i consumatori preferiscono pasti più economici, anche a scapito della salute, e i genitori sono costretti a tagliare sulle spese per lo sport dei figli.
“Le crisi economiche spesso portano a cambiamenti nello stile di vita delle persone”, ha dichiarato Yanzhong Huang, senior fellow per la salute globale presso il Council on Foreign Relations.
“Le abitudini alimentari possono diventare irregolari e le attività sociali possono diminuire – ha spiegato -. Queste alterazioni della routine quotidiana possono contribuire ad aumentare l’incidenza dell’obesità e, di conseguenza, del diabete”.
L’OBESITÀ DI OGGI E DI DOMANI
A luglio, Guo Yanhong, un alto funzionario della Commissione nazionale per la salute aveva dichiarato che le persone obese e in sovrappeso in Cina rappresentano “un importante problema di salute pubblica”. Stando agli ultimi dati dell’agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua, “più della metà degli adulti del Paese è obesa o in sovrappeso”, un dato anche superiore alla stima del 37% fornita dall’Oms.
Ecco, dunque, che la Cina, come già accade da molti anni in Occidente, deve fare i conti con una nuova sfida – anche fiscale: il tasso di obesità, che potrebbe crescere molto più rapidamente e far lievitare i costi sanitari. Per Yanzhong continuerà ad “aumentare in modo esponenziale, gravando sul sistema sanitario”.
Uno studio di BMC Public Health riportato da Reuters stima che i costi dei trattamenti legati al peso passeranno dall’8% del 2022 al 22% del budget sanitario entro il 2030. La stima è “conservativa” e non tiene conto dell’aumento dei costi sanitari. Questo, inoltre, osserva l’agenzia di stampa, “comporterà un’ulteriore pressione sui governi locali indebitati e ridurrà la capacità della Cina di indirizzare le risorse verso aree più produttive per stimolare la crescita”.
UN PROBLEMA NON ANCORA GRAVE COME IN OCCIDENTE
Sebbene i medici prevedano che nel prossimo decennio molti cinesi in sovrappeso potrebbero superare la soglia dell’obesità, i dati dell’Oms mostrano che la Cina è ancora lontana dai pessimi numeri di altri Paesi. In Cina infatti solo l’8% della popolazione è considerato obeso, una percentuale superiore a quella dei vicini Giappone e Corea del Sud, ma di gran lunga inferiore al 42% degli Stati Uniti.
Ciò, ricorda Reuters, è dovuto in parte al fatto che si tratta di un problema relativamente nuovo in Cina, che ha sperimentato una carestia diffusa fino agli anni ’60.
Tuttavia, la percentuale di ragazzi obesi in Cina è salita al 15,2% nel 2022 rispetto all’1,3% del 1990, che per quanto resti inferiore al 22% degli Stati Uniti, supera comunque il 6% del Giappone, il 12% di Gran Bretagna e Canada e il 4% dell’India. In particolare, l’obesità nelle ragazze è passata dallo 0,6% del 1990 al 7,7% del 2022.
LA FORTUNA DELLE CATENE DI FAST FOOD E DELLE AZIENDE FARMACEUTICHE
Ma questi dati, allarmanti per la salute pubblica e per le casse dello Stato, fanno sfregare le mani alle multinazionali alimentari e delle case farmaceutiche, Infatti, secondo Daxue Consulting, il mercato cinese dei fast food dovrebbe raggiungere 1,8 trilioni di yuan (253,85 miliardi di dollari) nel 2025, contro gli 892 miliardi di yuan del 2017.
E Goldman Sachs stima che il mercato dei farmaci per trattare sovrappeso e obesità possa crescere fino a 100 miliardi di dollari entro il 2030.