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Covid-19, in Europa mancano ancora i reagenti per i test. Rapporto Ecdc

Mancanza di reagenti e personale formato. A rischio capacità di test e tracciamento. Che cosa si legge nel rapporto Ecdc su Covid-19 in Europa

 

Ad un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19 ci sono i primi vaccini approvati, ma non ci sono ancora abbastanza reagenti per testare la popolazione. Il rischio? Meno test e lacune nel tracciamento. A dare l’allarme è la mappatura dei laboratori condotta dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), la quarta rilevazione sui laboratori europei dall’inizio della pandemia, basata sulla risposta di 19 laboratori di 16 Stati membri.

Tutti i dettagli.

PERSONALE E REAGENTI: I COLLI DI BOTTIGLIA

A 12 mesi dall’inizio, ufficiale, della pandemia, la mancanza di personale formato è ancora un problema costante. Mancano anche i reagenti nei laboratori, per cui è stato attivato anche l’acquisto congiunto per gli stati membri.

“I problemi principali per la risposta dei laboratori a Covid-19 sono principalmente la carenza di reagenti di laboratorio e materiali di consumo, nonché risorse umane limitate”, si legge nel rapporto. “Il meccanismo di appalto congiunto dell’Ue dovrebbe alleviare parte delle carenze segnalate di reagenti e materiali di consumo negli Stati membri”.

colli bottiglia

I RISCHI

Mancanze, quelle sopra, da non sottovalutare. “La carenza continua di materiali di consumo e reagenti di laboratorio” potrebbe essere causa di ridotti “volumi di analisi”.

La mancanza di reagenti “ridurrà il rilevamento del virus Sars-CoV-2 nella popolazione e quindi lascerà una lacuna di conoscenza nel tracciamento dei contatti e nell’isolamento delle persone infette e dei loro contatti, riducendo quindi la possibilità di interrompere la trasmissione”, si legge nel rapporto Ecdc, in cui si specifica anche che “la mancanza di personale qualificato nei laboratori è un problema costante poiché gran parte del lavoro di laboratorio viene ancora svolto manualmente. La formazione del nuovo personale richiede risorse da parte del personale esistente e può quindi rallentare la risposta del laboratorio”.

CAPACITA’ DI LAVORO AUMENTATA

Qualche passo avanti, in questi mesi, è stato comunque fatto. “Gli Stati membri dell’UE e il Regno Unito hanno aumentato enormemente la loro capacità di laboratorio negli ultimi 11 mesi”. Non solo la maggior parte degli Stati membri “ritengono di poter fare test in modo sufficiente fino a marzo 2021”.

I TEST ANTIGENICI

Un aiuto nell’individuazione dei casi arriva dai test antigenici rapidi. Molti paesi stanno aggiungendo “i test di rilevamento rapido dell’antigene (RADT) alle loro strategie di test per ridurre la pressione sui test RT-PCR” ed alcuni “stati membri hanno già incluso RADT nella loro definizione dei casi”, si legge nel rapporto di Ecdc.

RISPOSTE IN 24 ORE

Migliorano anche i tempi di risposta. “Sulla base del sondaggio, la maggior parte dei laboratori è in grado di restituire tutti o la maggior parte dei risultati del test RT-PCR entro 24 ore”, si legge nel report. Solo un paese “ha riferito che il tempo che intercorre tra la fissazione dell’appuntamento e la comunicazione dei risultati è in media di 37 ore e per i gruppi prioritari il tempo è di 23 ore”.

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