Lo scorso dicembre Neuralink, l’azienda di Elon Musk che produce chip da impiantare nel cervello, era finita nel mirino delle autorità Usa per maltrattamento di animali, ora però, secondo indiscrezioni di Reuters, ha preso contatti con uno dei maggiori centri di neurochirurgia statunitensi per dare avvio alla sperimentazione sugli esseri umani.
L’obiettivo annunciato fin dal 2016 da Musk è quello di sviluppare impianti cerebrali in grado di restituire la possibilità di muoversi e comunicare alle persone con disabilità. Tuttavia, all’inizio del 2022, la Food and Drug Administration (Fda) ha respinto la richiesta del miliardario di passare ai test sull’uomo a causa di “gravi problemi di sicurezza”.
CON CHI È IN CONTATTO NEURALINK
Fonti che hanno familiarità con la questione hanno riferito all’agenzia di stampa che Neuralink ha tentato di approcciare il Barrow Neurological Institute, un’organizzazione di ricerca e trattamento delle malattie neurologiche con sede a Phoenix, in Arizona, per contribuire alla realizzazione degli studi sull’uomo una volta che le autorità di regolamentazione avranno acconsentito (se acconsentiranno).
Ma intanto Neuralink, da quanto ha appresso l’agenzia stampa, ha contattato anche altri centri come potenziali partner per gli studi clinici.
COSA SUSSURRA IL BARROW NEUROLOGICAL INSTITUTE
Francisco Ponce, direttore del Neuromodulation and Neurosurgery Residency Program del Barrow Neurological Institute, non ha voluto commentare l’indiscrezione su Neuralink ma ha detto che l’istituto “è ben posizionato per condurre questo tipo di ricerca sugli impianti grazie alla sua lunga esperienza nel settore”.
La struttura, a detta di Ponce, ha infatti contribuito a standardizzare gli interventi di impianto cerebrale in cui il paziente può rimanere addormentato, un passo fondamentale per renderli più accettabili per un’ampia fascia di popolazione.
COSA FA IL BARROW NEUROLOGICAL INSTITUTE
I dispositivi che Barrow ha impiantato finora, spiega Reuters, sono diversi da quelli di Neuralink perché lavora con dispositivi di stimolazione cerebrale profonda, che sono stati approvati dalla Fda nel 1997 per ridurre i tremori del Parkinson e sono stati impiantati in oltre 175.000 pazienti.
Il chip di Neuralink, invece, è un dispositivo di interfaccia cervello-computer, che utilizza elettrodi che penetrano nel cervello o si posizionano sulla sua superficie per fornire una comunicazione diretta con i computer e finora nessuna azienda ha ricevuto l’approvazione della Fda per immettere sul mercato un impianto simile.
I GUAI DI NEURALINK
Tuttavia, prima di pensare ai test sull’uomo, Neuralink deve risolvere un paio di questioni. La prima, di cui scriveva anche Start, riguarda una possibile violazione dell’Animal Welfare Act, una legge che regola il trattamento degli animali nella ricerca e nelle esposizioni. Secondo alcuni dipendenti, infatti, i test condotti da Neuralink sugli animali “vengono effettuati in modo affrettato, causando sofferenze e morti inutili”. Altri hanno parlato di una mancanza di preparazione da parte del personale addetto ai test, costretto a lavorare sotto pressione, a rispettare le scadenze e a fare cambiamenti all’ultimo minuto prima degli interventi, aumentando i rischi per gli animali e portando a “esperimenti sbagliati”.
La seconda grana di Musk, secondo quanto dichiarato dal Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti, ha a che fare invece con una potenziale manipolazione impropria di agenti patogeni pericolosi utilizzati durante la collaborazione dell’azienda con la University of California per le sperimentazioni sugli animali tra il 2018 e il 2020, su cui le autorità stanno ancora indagando.