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Cina Russia Vaccini SputnikV

Come va il vaccino russo Sputnik V? Fatti, novità e polemiche

Spuntnik V, il vaccino russo anti Covid, sarà prodotto dalla società indiana Hetero Biopharma, ma tre scienziati russi sostengono che il farmaco potrebbe non essere sicuro

 

Spuntnik V, il vaccino russo anti Covid, sarà prodotto dall’indiana Hetero Biopharma. Lo ha annunciato il Fondo russo per gli investimenti, aggiungendo che saranno infialate almeno 100 milioni di dosi l’anno.

E dalla Russia, intanto, arriva anche una mano tesa ad Astrazeneca, alle prese con l’incerta efficacia del vaccino. Ma alcuni esperti mettono in discussione anche i dati di Sputnik V.

Tutti i dettagli.

L’ACCORDO PER LA PRODUZIONE

Partiamo dalle novità annunciate dalla Russia. Il Fondo sovrano russo per gli investimenti diretti, Rdfi, ha siglato un accordo con Hetero, una delle principali società farmaceutiche generiche dell’India, per la produzione di oltre 100 milioni di dosi all’anno del vaccino Sputnik V.

PRODUZIONE AL VIA NEL 2021

La società indiana avvierà la produzione, all’inizio del 202, attraverso il suo braccio Hetero Biopharma. “Siamo lieti di collaborare con Rdif per la produzione per il vaccino Sputnik V”, ha commentato Murali Krishna Reddy, Direttore Marketing internazionale di Hetero Labs Limited. “Mentre attendiamo con impazienza i risultati della sperimentazione clinica in India, riteniamo che la produzione del prodotto a livello locale sia fondamentale per consentire un rapido accesso ai pazienti. Questa collaborazione è un altro passo verso il nostro impegno nella battaglia contro il Covid-19 e la realizzazione dell’obiettivo della campagna “Make-in-India” come previsto dal nostro Onorevole Primo Ministro indiano”, ha aggiunto.

IL VACCINO RUSSO

Il vaccino russo, sviluppato dal Centro Gamaleya, si basa su “due diversi vettori basati sull’adenovirus umano, consentendo una risposta immunitaria più forte e più a lungo termine rispetto ai vaccini che utilizzano lo stesso vettore per due dosi”, spiega il Fondo sovrano.

L’11 agosto 2020, il farmaco è stato registrato dal Ministero della Salute russo ed è diventato il primo vaccino registrato al mondo contro Covid-19.

L’EFFICACIA

La registrazione è avvenuta nonostante il vaccino fosse ancora in fase di sperimentazione. I dati preliminari sono stati annunciati solo nei giorni scorsi e sembrano essere positivi. Gli studi clinici di Fase III in doppio cieco, randomizzati e controllati, con 40.000 volontari, hanno dimostrato che al 42° giorno dopo la prima dose (equivalenti a 21 giorni dopo la seconda dose), il tasso di efficacia del vaccino è superiore al 95%.

L’OFFERTA AD ASTRAZENECA

E saranno i buoni risultati a spingere chi lavora a Sputnik V a tendere la mano ad Astrazeneca, che ha annunciato l’avvio di una nuova sperimentazione per verificare l’efficacia del farmaco (il vaccino ha raggiunto efficacia al 90% solo con dose dimezzata per sbaglio).

“L’attuale vaccino di AstraZeneca a dose piena ha prodotto un’efficacia del 62%. Se pensano ad una nuova sperimentazione clinica, suggeriamo di provare un regime di combinazione del colpo AZ con il #SputnikV vettore adenovirale umano per aumentare l’efficacia. La combinazione dei vaccini può rivelarsi importante per le rivaccinazioni”, si legge in un tweet.

I DUBBI DEGLI ESPERTI

Intanto tra gli addetti ai lavori crescono, ancora, i dubbi sul vaccino Sputnik V, come scrive il professor Enrico Bucci su Cattivoscienziati.com. Vasily Vlasov, professore della National Research University Higher School of Economics e vicepresidente della Russian Society for Evidence Based Medicine, Olga Rebrova professoressa del Pirogov Russian National Research Institute of Medical Sciences, e Valery Aksenov, direttore scientifico della casa editrice “Bionica Media, e vicepresidenti della Russian Society for Evidence Based Medicine, hanno lamentato mancanza di trasparenza sul vaccino.

LA RICHIESTA A LANCET

I tre esperti, in una lettera a Lancet, chiedono la revoca della pubblicazione di un articolo in cui si parla dei dati del vaccino Sputnik V a firma di Logunov e coautori. “Motivo della nostra lettera era che a settembre abbiamo chiesto agli autori di fornire i dati della ricerca iniziale, come promesso nella Dichiarazione sulla condivisione dei dati dell’articolo stesso. Da più di due mesi ormai, gli autori dell’articolo non hanno risposto alla nostra richiesta”, scrivono gli esperti che parlano di gravi carenze nello studio, secondo quanto riporta Bucci su Cattiviscienziati.com.

VACCINAZIONE FUORI DALLA SPERIMENTAZIONE

Non solo. “Le persone vengono vaccinate nel paese al di fuori di qualsiasi sperimentazione clinica, un fatto che ci spinge a rivelare le nostre preoccupazioni”, dicono Vasily Vlasov, Olga Rebrova, Valery Aksenov e aggiungono: “I metodi per selezionare i gruppi sia nella Fase 1 che nella Fase 2 non sono descritti. Tutti questi fattori suggeriscono che esiste un’alta probabilità di bias del campione”.

VACCINO RUSSO: I PROBLEMI CON I DATI

Sempre i tre scienziati fanno notare problemi con i dati della pubblicazione sui dati.

Le tabelle “contengono stime dei parametri per gli anticorpi al giorno 0 pari a 1 e 1.250, mentre gli autori riferiscono che “tutti i volontari non avevano anticorpi contro Sars-CoV-2 al giorno 0”. Non c’è spiegazione per questo. I risultati forniti in queste tabelle possono essere riprodotti utilizzando i dati di Fig. 2 e sostituendo gli zeri con 1. È possibile che gli autori abbiano effettuato tale sostituzione per calcolare la media geometrica, ma questa può essere considerata una falsificazione dei dati”.

“Nessuna analisi della dispersione è stata eseguita per misurazioni ripetute. In questi casi non sono state nemmeno applicate le correzioni necessarie per confronti multipli”, aggiungono anche gli autori.

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