L’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) ha presentato i dati aggiornati sulla mobilità sanitaria interregionale, il monitoraggio dei tempi di attesa degli interventi chirurgici e le attività di specialistica ambulatoriale utili per un’analisi dei Piani di recupero delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano.
Dai risultati emersi, il Servizio sanitario nazionale (Ssn) appare sempre più in difficoltà. Continua l’esodo delle cure da Sud a Nord e sia il numero totale delle prestazioni che i tempi di attesa non riescono a tornare ai livelli pre-Covid.
MOBILITÀ SANITARIA INTERREGIONALE
L’area del Portale statistico di Agenas, dedicata alla Mobilità sanitaria, mette a disposizione dati che rappresentano il trend degli ultimi 5 anni rispetto all’attività interregionale dei ricoveri ospedalieri. Nel corso del 2021 il valore dell’attività osservata è di poco al di sotto dei 2,5 miliardi di euro – in aumento rispetto al 2020 – e al di sotto dei valori degli anni 2017, 2018 e 2019.
Da un’analisi dei numeri relativi all’anno 2021 emerge che, sebbene sia diminuito il giro d’affari, il fenomeno dell’esodo da Sud a Nord per curarsi è tutt’altro che in diminuzione.
Due terzi delle regioni italiane, infatti, hanno un saldo negativo. Tra le 14 regioni con il segno meno, il risultato peggiore viene registrato dalla Campania (-185,7 milioni di euro). Seguono Calabria (-159,5 mln), Sicilia (-109,6 mln), Puglia (-87,6 mln), Liguria (-60,7 mln), Abruzzo (-49,5 mln), Basilicata (-40,3 mln), Sardegna (-34,4 mln), Marche (-21,1 mln), Umbria (-9,8 mln), Valle d’Aosta (-7,1 mln), Friuli Venezia Giulia (-6,8 mln), la Pa di Bolzano (-4,3 mln) e la Pa di Trento (-0,03 mln).
Segno positivo, invece, per l’Emilia Romagna con un saldo di 293,9 milioni. Subito dopo la Lombardia con +274,9 mln e in terza posizione il Veneto con +102 mln. Dietro Toscana (+38,1 mln), Lazio (+34,2 mln), Piemonte (24,8 mln) e Molise (+8,7 mln).
Agenas analizza poi l’appropriatezza delle cure fuori regione e stima che oltre 600 milioni sui 2,5 miliardi di giro d’affari interessano prestazioni per cui non sarebbe stato necessario recarsi fuori dalla propria regione.
MONITORAGGIO TEMPI DI ATTESA INTERVENTI CHIRURGICI
Per quanto riguarda i tempi di attesa dei ricoveri per interventi chirurgici, l’analisi dell’area dedicata ai tumori maligni, per il periodo 2019-2021, indica come la pandemia abbia ancora degli effetti sui volumi sebbene si riscontrino dei miglioramenti nella garanzia di ricevere gli interventi nella classe di maggiore urgenza – Classe A – da effettuarsi entro 30 giorni.
Nella variazione tra il 2019 e il 2021 si osserva che nella metà delle regioni italiane, 10 su 21, sono peggiorati i tempi di attesa. Maglia nera per la Pa di Trento che ha registrato un calo del 25,4%. Seguono poi l’Emilia Romagna con -14,1% e il Piemonte con il -10,7%.
Al contrario, sono migliorati i tempi in Valle d’Aosta (+19,3%), Abruzzo (+14,5%) e Toscana (+13,4%).
PRESTAZIONI AMBULATORIALI
I dati di Agenas, giunti al primo semestre 2022 e relativi all’attività di specialistica ambulatoriale, rappresentano uno strumento per l’analisi del Piano di recupero delle liste di attesa delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano.
Ciò che emerge è un generalizzato recupero delle prestazioni nel 2022, soprattutto rispetto ai primi due anni di Covid (2020-2021), ma sono ancora lontani i livelli pre-pandemia.
A eccezione della Regione Toscana, tutte le altre regioni devono ancora recuperare molto, a partire da Bolzano che nel primo semestre di quest’anno ha erogato il 46,03% di prestazioni di specialistica ambulatoriale in meno rispetto al 2019.
In merito alle visite specialistiche fanalino di coda per la Pa di Bolzano (-55,20%) e per le visite di controllo la Valle d’Aosta (-38,05%).