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Pandemia

La pandemia ti fa… vecchio

Due anni come dieci. Tanto è pesata la pandemia sulle nostre vite, soprattutto su quelle degli under 30. Ecco com’è cambiata la nostra personalità secondo la scienza

 

Se nel 2019 avevi 20 anni oggi ne hai più o meno 30. Eh sì, perché secondo uno studio pubblicato su Plos One, due anni di pandemia hanno pesato psicologicamente come dieci, soprattutto sugli under 30.

Che determinati eventi abbiamo un impatto sulla vita delle persone è cosa abbastanza ovvia ma un evento come la pandemia ha toccato tutti, non solo modificando la quotidianità di ciascuno ma anche causando cambiamenti nei tratti della nostra personalità.

Ecco cosa ha scoperto lo studio.

LO STUDIO

Lo studio, partendo dalle precedenti valutazioni di un’altra ricerca, ha analizzato i cambiamenti di personalità di 7.109 persone basandosi sulla teoria dei Big Five che, in psicologia, è una tassonomia dei tratti della personalità.

LA TEORIA DEI BIG FIVE

Questa, secondo la teoria, si divide in cinque dimensioni: nevroticismo (neuroticism) e stabilità emotiva; estroversione (extraversion) e introversione; apertura mentale (openness) e chiusura mentale; gradevolezza (agreeableness) e sgradevolezza; coscienziosità (conscientiousness) e negligenza.

Lo studio ha confrontato le risposte registrate tra l’inizio del 2020 e il 2021-2022 e quelle precedenti alla pandemia.

I RISULTATI

Il nevroticismo, si legge su Plos One, rispetto ai livelli pre-pandemici “è diminuito molto poco nel 2020” e non si sono registrati cambiamenti negli altri quattro tratti. Anche quando la personalità è stata misurata nel 2021-2022, non sono stati notati cambiamenti significativi nel nevroticismo rispetto ai livelli pre-pandemici, tuttavia, ci sono stati invece “piccoli cali significativi in estroversione, apertura, gradevolezza e coscienziosità”.

“I cambiamenti dovuti al Covid – afferma la ricerca – erano circa un decimo di una deviazione standard, che equivale a un decennio di evoluzione della propria personalità”.

I PIÙ COLPITI: GLI UNDER 30

Mentre gli over 65 non hanno registrato variazioni statisticamente significative e gli adulti tra i 30 e i 64 anni hanno riportato cambiamenti, sono gli adulti “più giovani”, ovvero sotto i 30 anni, che “hanno considerevolmente mostrato un’alterazione della maturità”, caratterizzata da maggiore nevroticismo e minore gradevolezza e coscienziosità.

“Non sappiamo ancora se questi cambiamenti siano temporanei o duraturi, ma se persistono potrebbero avere implicazioni a lungo termine”, ha dichiarato Angelina Sutin, autrice principale dello studio e docente del Dipartimento di Scienze Comportamentali e Medicina Sociale della Florida State University College of Medicine.

“Il nevroticismo e la coscienziosità predicono la salute mentale e fisica, così come le relazioni e i risultati scolastici e lavorativi, e i cambiamenti osservati in questi tratti potrebbero aumentare il rischio di esiti peggiori”, ha precisato.

MATURITÀ INTERROTTA

I ‘nuovi’ tratti della personalità nei più giovani sono emersi nelle fasi finali della pandemia e Sutin ha ipotizzato che possano essere cambiati con il mutare del sentimento pubblico nei confronti della pandemia.

“Il primo anno [della pandemia] c’è stato un vero e proprio avvicinamento – ha detto a Npr – ma nel secondo, con il venir meno di tutto quel sostegno e poi l’aperta ostilità e lo sconvolgimento sociale intorno alle restrizioni… tutta la buona volontà collettiva che avevamo, l’abbiamo persa, e questo potrebbe essere stato molto significativo per la personalità”.

Concorda anche Joshua Jackson, professore di psicologia presso la Washington University di St. Louis, secondo cui la ragione starebbe nel fatto che “gli individui più giovani hanno meno risorse, sono meno consolidati nel loro contesto sociale, nel lavoro e negli amici perciò, in caso di interruzione, sono loro a disporre di un minor numero di risorse per superare la tempesta”.

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