Tricolore diverso per l’Italia ai tempi del Covid: rosso, arancione, giallo. Un tricolore che, questa volta, divide e differenzia le regioni: quelle che rientrano nella fascia rossa sono quelle dove il Covid-19 colpisce, in questo momento, di più; nella fascia arancione il rischio è intermedio; mentre in quella gialla il rischio, in teoria, è più basso (qui la mappa completa delle regioni).
Ad ogni colore corrispondono norme diverse. Quali le regole sulla scuola nelle zone rosse, arancioni e gialle?
REGIONI ROSSE: CHI FA DIDATTICA A DISTANZA
Nelle regioni rosse, ovvero Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle d’Aosta, da venerdì 6 novembre, saranno chiuse tutte le scuole secondarie di secondo grado, che dovranno attrezzarsi per la didattica a distanza.
Didattica a distanza anche per le classi di seconda e terza media.
Chiuse anche le università, tranne “specifiche eccezioni” per attività di laboratorio, spiega la presidenza del Consiglio.
REGIONI ROSSE: CHI FA DIDATTICA IN PRESENZA
Didattica in presenza, invece, per scuole dell’infanzia, scuole elementari e prima media.
REGIONI ARANCIONI: DIDATTICA A DISTANZA
In Puglia e Sicilia, le uniche due regioni gialle, si farà didattica a distanza per le scuole superiori, con l’eccezione degli studenti disabili e di eventuali laboratori.
Sono chiuse le università, tranne i corsi delle matricole e i laboratori.
REGIONI ARANCIONI: DIDATTICA IN PRESENZA
Restano aperte le scuole dell’infanzia, le scuole elementari e le scuole medie. Dunque, anche seconda e terza media faranno didattica in presenza.
REGIONI GIALLE: DIDATTICA A DISTANZA
Anche per le regioni gialle (Veneto e Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Sardegna, Marche, Molise, Abruzzo, Lazio, Campania, Basilicata) valgono le stesse regole della zona arancione.
Didattica a distanza per le scuole superiori, con l’eccezione degli studenti disabili e di eventuali laboratori.
Chiuse le università, tranne i corsi delle matricole e i laboratori.
REGIONI GIALLE: DIDATTICA IN PRESENZA
Didattica in presenza per le scuole dell’infanzia, le scuole elementari e le scuole medie (tutti gli anni).
QUANTI ALUNNI A CASA?
A fare qualche calcolo sulle conseguenze di queste norme è Tuttoscuola, che ha elaborato un quadro generale per regioni, riferito ai diversi settori, che consente di rilevare in valori assoluti e percentuali il dato degli alunni in presenza e in remoto.
A partire da domani, 4 milioni di alunni delle scuole statali e paritarie (oltre il 47% dell’intera popolazione scolastica) da domani e per almeno un mese dovrà fare didattica a distanza. In Calabria, Piemonte e Lombardia, regioni dell’area rossa, a restare in casa sarà tra il tra il 43 e il 47% degli studenti. La percentuale più bassa di studenti che farà didattica a distanza si ha nelle tre regioni del Nord Est (Friuli, Emilia e Veneto), con il 31 e il 32% circa di alunni a casa.
LE ECCEZIONI: CAMPANIA E PUGLIA
Fanno eccezione alle nuove norme Campania e Puglia che, con l’obiettivo di frenare i contagi, hanno chiuso le scuole già nei giorni scorsi. E chiuse, nonostante l’intervento del Governo, resteranno secondo Vincenzo De Luca, che ha chiuso ogni scuola di ogni ordine e grado (con il 100% degli alunni che fanno didattica a distanza), e Michele Emiliano che invece ha lasciato aperte solo le scuole dell’infanzia (a distanza studia l’84% degli studenti).